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I Puritani di Scozia, vol. 2

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I Puritani di Scozia, vol. 2
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CAPITOLO PRIMO

 
»Cresce il fragor dell'armi e d'ogni loco
»S'affoltan de' monticoli i drappelli,
»Che ciechi d'ira de' moschetti il foco
»Sfidan con vanghe e rustici randelli.»
 
Hudibras.

Il giovine Graham scese dalla montagna facendo sventolare quella bandiera, di cui non havvi oste inviperita che non rispetti il colore. Gli tenea dietro un trombetta. Ei vide allora distaccarsi dai due fianchi del picciolo esercito presbiteriano cinque o sei uomini a cavallo che, prima unitisi al centro, presero insieme la dirittura del fossato. Avviatosi parimente ver quella banda, si trovò a poca distanza dalla riva opposta. Le due parti tenean gli occhi fisi l'una su l'altra, e senza dubbio entrambe desideravano che il parlamento al quale accigneansi prevenise la sanguinosa lotta imminente.

Allorchè Graham si trovò a petto degli uomini a cavallo mossigli incontro, ordinò al trombetta desse il segno solito ad indicare che si domanda un colloquio. Non avendo i sommossi alcun strumento di musica militare a fin di rispondergli, un d'essi fece qualche passo innanzi chiedendo in aspro tuono al Reale a qual fine s'innoltrasse verso le loro file.

»Per intimarvi, rispose Graham, a nome del re, del Consiglio privato di Scozia e del colonnello Graham di Claverhouse di mettere abbasso l'armi e tostamente di andarvene ognuno alle vostre case.»

»Ritorna ai tuoi commettenti; dì ad essi come fin d'allor quando Carlo Stuardo, da voi altri chiamato re, fu spergiuro ai giuramenti che a noi lo obbligavano, noi ci teniamo sciolti da quelli che ne univano a lui; che noi non riconosciamo più la sua autorità; che abbiam prese l'armi per vendicare i mali da lui fatti alla patria ed alla chiesa; che la nostra forza viene dall'alto, e che i nostri fratelli e i nostri predicatori, vittime da voi sagrificate al martirio…»

»Sono inutili tutti questi preamboli; rispondetemi strettamente. Volete mettere a basso le armi, e disunirvi con promessa di perdono generale… fuorchè però agli assassini dell'arcivescovo di S. Andrea?..

»Ebbene, in una sola parola: no. Noi abbiam prese l'armi per la buona causa, nè le dimetteremo finch'ella non abbia, se ci assiste l'Altissimo, trionfato.»

»Non vi nomate voi Balfour di Burley?» gli chiese Graham, che in questo mezzo avea confrontati i lineamenti dell'uomo cui favellava, coi contrassegni trasmessine per ogni dove.

»E quand'anche mi nomassi Balfour di Burley, qual cosa avresti tu a dirgli?»

»Che essendo egli escluso dal perdono ch'io sono incaricato d'offerirgli, non sono spedito a negoziar seco lui.»

»Sei ancor giovine, amico mio, e quindi assai novizio nel tuo mestiere. Altrimenti sapresti che non è lecito negoziare con un esercito se non se pel canale de' capi dello stesso esercito, e che chi si comporta diversamente perde il diritto a' suoi salvocondotti.»

Così parlando afferrò la sua carabina volgendone la punta contro Graham.

»Le minacce d'un assassino non faran sì ch'io non adempisca il mio debito. – Brava gente, si fece indi a promulgare alzando la voce. Perdono generale se deponete le armi!..»

»T'ho avvertito» aggiunse Burley, mettendosi l'arme alla guancia.

»Eccetto continuava Graham, per coloro…»

»Dio abbia misericordia dell'anima tua!» sclamò allora Burley, e fe' scattare il grilletto della carabina.

Fu mortale il colpo. Graham cadde da cavallo. »Povera madre mia!» furono le sole parole che articolò, nè più aperse gli occhi. Il trombetta che lo accompagnava si diè tosto a fuggire alla volta del suo reggimento e il cavallo del defunto il seguì.

»Che faceste?» chiese a Burley uno dei suoi compagni.

»Il mio dovere, con feroce tuono questi rispose. Samuel forse risparmiò Agag? Che un di costoro venga adesso a favellarne di perdono.»

Claverhouse vide la caduta del suo nipote, e volgendo ad Evandale un'occhiata nunzia di tal commozione che non saprebbe esprimersi con parole: »Voi lo vedete!» gli disse; indi i lineamenti di lui si composero tantosto alla ordinaria loro serenità.

»Lo vendicherò, o morrò» aggiunse in appresso queste parole; poi spronando il cavallo scese di gran galoppo dalla montagna, seguitato da tutta la compagnia, e da molti amici del defunto, fra' quali ciascuno voleva essere primo ad assalire il nemico.

»Alto là! sclamò Claverhouse. Alto là! Questa foga sarà la nostra rovina.» Ma tutta la prima linea di già era partita. Mettendosi colla sciabola alla mano dinanzi al secondo corpo del reggimento, soltanto a furia di minacce e preghiere pervenne a distorlo dal seguire un esempio sì pernicioso.

Non appena li vide tornati alla subordinazione. »Allan, disse volgendosi al maggiore, conducete di passo la seconda linea verso la falda della montagna, affinchè soccorra lord Evandale che sta per abbisognare assai di soccorso. – Bothwell tu sei un diavolo, coraggioso, intraprendente…»

»Sì, sì! borbottò tra i denti Bothwell, in questo momento ve ne accorgete.»

»Prendi venti uomini al tuo comando, cerca di girare attorno la palude, e assali di fianco il nemico intantochè noi lo combatteremo di fronte.»

Bothwell partì sull'istante per eseguire un tale comando.

Intanto lo squadrone comandato da lord Evandale, sceso con troppo impeto ne' bassi luoghi, non tardò a trovare impacci che al suo progredire opponea la natura stessa del sito; specie di fangosa palude, per mezzo a cui i cavalli non potevano camminare. Chi fra i cavalieri facea non ostante ogni sforzo per andar più avanti all'indirittura della fossa, chi si traeva più a' fianchi, tutti sperando di aggiugnere finalmente un più fermo suolo. Ma non appena si trovarono a gittata d'archibuso, il trarre de' Puritani fe' cadere una ventina di loro, cosa che aumentò grandemente lo scompiglio in cui si trovavano.

Intanto lord Evandale, animando col proprio esempio un drappello eletto de' suoi uomini a cavallo, trovò modo di varcare il fossato, ma tocca appena l'altra sponda, ebbe a sostenere l'impeto di tutta la banda sinistra della cavalleria de' Puritani, i quali s'infiammarono di nuovo coraggio in veggendo quanto fosse poca la truppa che il lord conduceva, e piombando con furore sovr'essa sclamavano: »Morte ai Filistei! Pera Dagone, e seco i suoi adoratori!»

Il giovane capitano si difese a guisa di lione, ma uccisi erano per la maggior parte que' che il seguirono, e tal destino avrebbe corso egli pure, se Claverhouse giunto allora col restante del reggimento al primo orlo della fossa non avesse ordinato un fuoco, sostenuto con tanta maestria contro i nemici che finalmente incominciarono a piegare; momento di cui profittò Evandale per ricongiugnersi insieme ai pochissimi che gli rimanevano col colonnello.

Benchè questa fazione operata da Claverhouse avesse cagionata una grave perdita nelle truppe de' Puritani, i capi delle medesime comprendevano cionnullameno il vantaggio che aveano e di numero e di sito, nè dubitavano che il coraggio e la perseveranza alla lunga non dessero loro una infallibil vittoria. Essi pertanto trascorsero le file de' lor soldati, le riordinarono, gli esortarono a tenersi ferme, e soprattutto a non cessare dal trarre sul reggimento reale.

Claverhouse sperimentò a più riprese il guado della fossa, onde potere dar battaglia sopra terreno meno svantaggioso, ma gli fu impossibile aggiugnere questa meta.

»Converrà pensare alla ritirata, diss'egli a lord Evandale, semprechè non ci sia propizia la diversione cui si è accinto Bothwell. Mentre ne aspettiamo l'effetto, ordinate un moto retrogrado fintantochè i nostri sien fuor di gittata degli archibusi nemici, e mettete dietro le macchie i cacciatori con ordine di tribolare e dar faccende ai ribelli.»

Le quali cose essendo state eseguite, il colonnello aspettava ansiosamente l'istante, che Bothwell incominciasse l'assalto a fine di rinnovellarlo egli pure nel tempo medesimo. Ma Bothwell parimente incontrò per parte sua gravissime difficoltà; la fazione ch'egli eseguiva non ingannò l'antiveggenza di Burley, che una fazion simile ordinò al suo corpo di cavalleria dell'ala diritta in guisa che quando il sergente ebbe fatto il giro della palude e attraversato un ruscello che era di mezzo, si trovò a petto d'una forza nemica tre volte più numerosa della sua. Ma l'inaspettato ostacolo non atterrì l'uom coraggioso.

»Avanti, miei amici! sclamò alla truppa. Non si dica mai che indietreggiammo alla vista d'una banda di masnadieri.»

E quasi lo invadesse lo spirito dei suoi maggiori; Bothwell! esclamò, Bothwell! e facendo impeto sulla cavalleria de' nemici, impeto sì forte, che di sbalzo uccise tre uomini di propria mano, la costrigneva a ripiegare.

Ma Burley prevedendo quai conseguenze funeste avrebbe portata alla sua gente una rotta in quel punto, si trasse nelle prime file, e cercando Bothwell lo assalì petto a petto. Ognuno dei due combattenti veniva riguardato come il campion principale di ciascuno de' due drappelli che allor si azzuffavano, la qual circostanza diede luogo ad un avvenimento più facile a incontrarsi ne' romanzi che nelle storie. I soldati di entrambe le parti si soffermarono, come se l'esito di una singolare tenzone dovesse risolvere quello della battaglia. E di tale avviso mostraronsi Bothwell e Burley, perchè dopo brevi istanti di pugna generale, si arrestarono quasi di comune accordo per prendere fiato, e prepararsi a tale duello, ove ciascun dei due si accorgeva d'aver trovato nell'altro un degno competitore.

»Riconosco in te lo scellerato assassino Burley, sclamò Bothwell brandendo la sciabola e digrignando i denti. Ti sei a me sottratto una volta, ma oggi (e qui aggiunse un giuramento che non oserei tampoco ripetere) quest'oggi o sospenderò alla sella del mio cavallo la tua testa posta a prezzo di tant'oro quant'ella pesa, o il mio cavallo se n'andrà senza padrone.»

 

»Sì: disse Burley, lanciando un feroce sguardo sopra Bothwell, sì: io sono quell'Iohn Balfour, quell'istesso da cui avesti parola che s'ei giugneva a rinversarti non ti rialzavi più mai. Ti ricordi del giorno della rassegna?»

»Ebbene! la morte o mille marchi d'argento!» e ciò esclamando Bothwell menò sull'altro un colpo di sciabola.

»La spada di Gedeone è con me1,» gridò Burley parando il colpo, e a sua volta assalendo l'altro.

Forse una pari tenzone non s'era ancor vista. Stava in entrambi i combattenti eguale vigoria di corpo, eguale coraggio, eguale arditezza; nè l'uno nè l'altro cedeva di maestria nel maneggio dell'armi e nel governo de' corridori. Ognun fece all'altro molte ferite fino allor non mortali. Ma andata in ischeggie la sciabola di Bothwell, gli fu addosso impetuosamente Burley che afferratolo per la bandoliera, lo scavalcò, e fu egli parimente trascinato dal peso del nemico in tale caduta. Accorsero in aiuto di Burley gli altri compagni, che i dragoni si sforzavano a rispignere, onde la pugna si fe' generale. Più d'una volta i cavalli passarono su i corpi de' due combattenti inveleniti oltre ogni dire l'un contro l'altro, e studiosissimi scambievolmente di darsi morte. Finalmente il piede d'un cavallo avendo fracassato il braccio destro a Bothwell, e Burley rialzandosi, costui di feroce gioia infiammato passò attraverso al corpo dell'altro la sciabola. Bothwell disarmato ebbe anche una volta il tempo di sorgere.

»Trionfa sciagurato, gli disse. Tu versasti sangue di re2

»Muori, soggiunse trafiggendolo una seconda volta Balfour, muori, cane avido di sangue! muori come vivesti senza fede, senza speranza…»

»E senza paura». Il pronunziar tai parole fu l'ultimo sforzo vitale per Bothwell. Cadde in quell'atto e immantinente spirò.

Il selvaggio Burley calpestò co' piedi il nemico trafitto; indi salito sul cavallo medesimo di Bothwell rimasto presso de' combattenti, galoppò in soccorso de' suoi partigiani, cui la caduta del sergente inspirò nuovo coraggio, come depresse la fiducia de' dragoni. Il successo quindi di quella pugna non fu più ne dubbioso nè disputato. Una parte de' Reali rimase uccisa, l'altra si diede a fuggire sbandatamente ver la palude. Ma Burley ordinò di non inseguirla, deliberato d'operare contro Claverhouse quel medesimo strattagemma che questi contro di lui ordinò. Spedito un uomo a cavallo che divulgasse a tutto il campo la notizia del buon successo ottenuto, mandò un ordine generale a' suoi di attraversare la fossa e attaccar battaglia su tutti i punti. Indi corse di galoppo col suo corpo d'armati per far impeto sull'ala destra degli inimici.

In questo mezzo Claverhouse fe' il possibile per richiamar l'ordine fra suoi, venuti, com'è naturale, in tutto quello scompiglio che è l'effetto solito delle pugne intraprese contro regola e tornate con isvantaggio. I cacciatori da lui posti entro le macchie non si stavano dal molestare il nemico con un fuoco regolare e ben ordinato, perchè Claverhouse aspettava sempre di vedere le conseguenze della fazione da lui ordinata a Bothwell per movere indi contro i Puritani il restante del reggimento.

In quell'istante gli si presentò innanzi un dragone coperto di sudore e di sangue, e il cui cavallo, col non potere tirar fiato dava a divedere che non era venuto di passo.

»Ebbene! quai notizie abbiamo Holliday? (chiese il colonnello, che conoscea di nome tutti gli uomini del suo reggimento) ov'è Bothwell?»

»Morto, rispose Holliday, e più d'un valoroso in sua compagnia.»

»Il re ha dunque perduto un prode soldato, soggiunse colla solita sua indifferenza Claverhouse. Il nemico, non ne dubito, avrà compito egli il giro della palude.»

»Sì, e con una grossa banda di cavalleria comandata da Burley, da quel diavolo incarnato che uccise Bothwell.»

»Zitto là! lo interruppe Claverhouse, zitto là! vi proibisco il dirlo a chichessia. – Maggiore Allan, è duopo ritirarsi, la necessità ne costringe a tale partito. – Lord Evandale, richiamate i cacciatori, ed ordinate il reggimento in tre corpi. Allan comanderà il primo, voi rimarrete al centro, io starò al retroguardo, per tenere cotesti malandrini in faccende sintantochè abbiam raggiunto di nuovo lo spianato della montagna. Non perdete tempo. Vedo in moto tutta la loro linea, e certo or s'accingono a traversare il fossato.»

»E che diverrà intanto di Bothwell e del Suo squadrone?»

»Silenzio!» il colonnello interruppe Evandale, indi fattosegli all'orecchio: »Bothwell, disse, sta adesso al servigio d'un altro padrone. – Su via, miei signori! non abbiam tempo da perdere, ordinate il reggimento. Una ritirata, nol nego, è cosa nuova per noi, ma ne verrà il giorno di ricattarci.»

Allan ed Evandale si preparavano ad eseguire tale comando, allorchè una porzione de' Puritani avendo già superata la fossa, movea, mandando grida spaventevoli contro i Reali. Claverhouse raccolse attorno di sè coloro ch'ei conoscea per li più valorosi, e a capo d'essi fece impeto su questo antiguardo nemico, parte uccidendone e parte rispingendone verso la fossa, che intanto era stata varcata da tutta la fanteria Puritana. Allora Burley incominciò l'assalto sulla sua destra, e Haxton di Bathillet a capo del suo squadrone di cavalleria faceva altrettanto sulla sinistra.

Il maggiore e lord Evandale in veggendo che il colonnello e la sua poca truppa stavano per essere inviluppati, misero a banda le idee di ritirata, e ordinarono ai propri corpi il marciare in avanti per torgli d'impaccio. Ma si fatto comando non venne generalmente eseguito. I soldati avean già visti i preparamenti d'una ritirata, e molti di loro non vollero essere gli ultimi ad operarla; quindi il declivo della collina scorgeasi tutto coperto di fuggiaschi, i quali non pensavano che a mettersi in sicurezza.

Non poterono dunque raggiugnere il colonnello se non se con un piccolo drappello d'uomini risoluti, che unirono i propri agli sforzi di lui per coprire la ritirata de' fuggitivi. Non fuvvi mai occasione in cui Claverhouse avesse dovuto far mostra d'intrepidezza cotanta. Egli era capo di tutti i fuochi da esso ordinati; e poichè il suo cavallo nero, e il pennacchio bianco lo additavano meglio ai nemici, ed era inoltre il principale scopo dell'odio loro, ei vedea ciascun colpo indirigersi contro di lui, e udiva le palle che gli fischiavano parallelamente alle orecchie senza dare a scorgere nè inquietudine nè turbamento. E non avendo egli riportata veruna ferita, i Puritani che il credean fatto invulnerabile dal demonio, asserivano di veder le palle, allorchè lo colpivano, tornare addietro a guisa di gragnuola ripercossa ad una rupe di granito. Altri, convinti che il ferro ed il piombo non avessero forza sopra di lui, rompevano le proprie monete d'argento per caricarne gli archibusi.

Claverhouse combattea pertanto con tutti gli svantaggi che vanno uniti ad una ritirata in disordine; poichè gli era stato impossibile l'instituire una linea di battaglia; onde quella pugna avea piuttosto l'apparenza d'una mischia, in mezzo a cui ciascuno combattea dal sito ove il caso lo avea collocato. Le file de' dragoni si diradavano ad ogn'istante, e quai rimanevano morti, e quai si davano alla fuga.

Tanto che durò questa scena di tumulto e di confusione, cui accresceano orrore le grida de' feriti, e i barbari urlamenti dei Presbiteriani; e il fracasso de' non mai muti archibusi, Evandale non potè starsi dall'ammirare l'imperturbabile calma del colonnello. La sua fisonomia in quell'istante non discerneasi da quella del mattino, allorchè facea colezione con lady Margherita. Nè era certamente ch'ei non s'accorgesse del disordine impadronitosi del suo campo.

»Qualche minuto ancora, ei dicea placidamente ad Evandale, e tutto il reggimento è perduto. Ritiratevi insieme ad Allan, unite ciascuno per parte vostra i fuggiaschi, e riordinateli alle falde della montagna; io terrò ancora per qualche poco a bada il nemico, e vi raggiugnerò, se mi riesce. Voi però non pensate a soccorrermi, ma a salvare il reggimento, e se soggiaccio, direte al re ed al Consiglio privato che soggiacqui compiendo quant'era mio debito.»

Intantochè questi due ufiziali eseguivano l'ordine dato da Claverhouse, egli postosi a capo di circa venti dei migliori fra que' soldati che mai non l'avevano abbandonato, fece un impeto sì vigoroso ed improvviso, per cui disordinatesi le file de' nemici incominciarono a dare addietro. Avendo in quell'istante riconosciuto Burley, gli si fe' contro, e gli menò un colpo tanto violento sull'elmo, che il trasse giù dell'arcione. Ma in questa foga d'inseguire il nemico essendosi troppo inoltrato il colonnello, si trovò circondato da tutte le bande.

Il maggiore già era corso affrettatamente verso lo spianato della montagna per raunare que' dragoni che nella premura di ripararsi colà lo avevano preceduto. Evandale rimasto alle falde raccozzava coloro che erranti per quella valle paludosa, cercavano di raggiugnere le alture. Vide egli il pericolo del suo colonnello, e in allora inteso unicamente a salvarlo, comandò ai soldati che aveva raccolti di ritornare all'assalto. Una parte di essi ubbidì; ma altri si diedero a fuggir verso il monte; ciò non di meno gli bastarono i pochi che lo seguirono a trar d'impaccio Claverhouse. E veramente il soccorso di Evandale non potea giugnere più necessario; perchè in quel punto un contadino, dopo avere colla sua falce ferito il cavallo del colonnello, si preparava ad una seconda prova, mandatagli a vuoto da Evandale che con un colpo di sciabola lo atterrò.

Usciti della mischia Claverhouse ed Evandale, si guardarono attorno. La divisione di Allan tenea già il pendio opposto delle montagne, perchè l'autorità stessa del maggiore non fu valevole a rattenere i fuggitivi. E quelli parimente che ricusarono seguire Evandale davano opera ad uscire di quei pantani per toccare una volta le alture; talchè questi due ufiziali superiori non aveano miglior difesa di una ventina di uomini in tutto. Alcuni squadroni si battevano tuttavia a destra e a sinistra, piuttosto per assicurarsi una fuga che mossi da una speranza benchè menoma di vittoria.

»Che facciam colonnello?» disse Evandale a Claverhouse.

»Che cosa possono fare venti uomini contro mille? rispose il colonnello. Noi siam rimasti gli ultimi sul campo di battaglia. Non è una vergogna il fuggire dopo aver combattuto con valore, e quando non rimangono modi a resistere di sorte alcuna. Salvatevi miei amici, e vi riordinerete tutti dietro lo spianato del monte. – Andiamo, Milord, partiamo.»

Detto ciò, fe' sentir lo sprone al cavallo, e l'animal generoso parve dimenticar la ferita nè accorgersi del sangue che perdeva; e addoppiò d'ardore come se avesse saputo che dalla velocità del suo correre dipendea la salvezza del proprio padrone.

In cotal guisa i Puritani rimasero padroni del campo, e le grida di trionfo risonarono per tutte le loro file, allorchè videro Claverhouse darsi alla fuga.

1Anche prima di Walter Scott tutti gli scrittori drammatici (e in certo modo ai drammatici appartengono i romanzieri) se sonosi attenuti alla verità nel mettere in azione i Puritani, loro han sempre attribuito questa specie di scritturale linguaggio; e il nostro Alfieri, allorchè introduce Lamorre a rimproverare Maria Stuarda rendutasi cattiva moglie, lo fa esclamare »Oh nuova »Figlia d'Acab! già l'urla orride sento, »Già di rabidi cani ecco ampie canne, »Cui tuoi visceri impuri esser den pasto.» N. del T.
2Fra i tanti pregi drammatici e pittoreschi di Walter Scott, sommo è pur quello di non dimenticare mai in qualunque circostanza della lor vita i caratteri attribuiti ai suoi personaggi. Bothwell, che come diceva Claverhouse a pag. 170 del primo tomo stava sempre a cavallo de' suoi antenati, a cavallo d'essi spira l'ultimo fiato. – N. del T.