Loe raamatut: «Чёрный корсар. Уровень 1 / Il Corsaro Nero»

Font:

© Ной А. И., адаптация текста, комментарии, упражнения, словарь, 2024

© ООО «Издательство АСТ», 2024

Capitoli I—IV

I filibustieri della Tortue

Una voce robusta, che aveva una specie di vibrazione metallica, si è alzata dal mare:

– Uomini del canotto! Alt! o vi mando a picco1!..

Il piccolo battello, con solo due uomini a bordo, avanzava faticosamente tra le onde. I due marinai hanno immediatamente fermato i remi, guardando con apprensione davanti a loro e concentrandosi su un'ombra enorme. Erano entrambi sulla quarantina2, con lineamenti energici e angolari, le barbe folte e irte, che probabilmente non avevano mai conosciuto il pettine e la spazzola.

– Guarda un po', Carmaux, – ha detto l'uomo apparentemente più giovane. – Guarda attentamente, tu che hai la vista più acuta di me. È questione di vita o di morte.

– Vedo che è una nave e anche se non è distante più di tre colpi di pistola, non saprei dire se proviene dalla Tortue o dalle colonie spagnole.

– Saranno amici?.. Uhm! Osare avvicinarsi così vicino, quasi sotto i cannoni dei fortini, con il rischio di incontrare qualche squadra di navi da guerra che scortano un galeone pieno d'oro!..

– In ogni caso, ci hanno visto, Wan Stiller, e non ci permetteranno di scappare.

La stessa voce di prima, potente e sonora, è risuonata di nuovo nell'oscurità:

– Chi vive?

– I Fratelli della Costa! – avevano esclamato.

Poi uno di loro chiamato Carmaux ha detto:

– Io riconosco la voce che ci ha portato queste buone notizie.

– Chi è? – ha chiesto l'altro, che stava remando con grande forza.

– Solo un uomo tra tutti i valorosi della Tortue potrebbe avvicinarsi così tanto ai forti spagnoli.

– Chi?..

– Il Corsaro Nero.

– Spirito santo!.. Lui!.. Proprio lui!..

– Che brutta notizia per quel coraggioso marinaio! – ha sospirato Carmaux. – Ed è davvero morto!..

– Forse sperava di arrivare in tempo per salvarlo dai soldati spagnoli, vero, amico?

– Sì, Wan Stiller.

– Ed è il secondo che gli appendono!..

– Sì, il secondo. Due fratelli, entrambi appesi alla forca maledetta3!

– Si vendicherà, Carmaux.

– Sì, e noi saremo con lui. Il giorno in cui vedrò quel governatore di Maracaibo essere punito sarà il più bello della mia vita e spenderò i due smeraldi che tengo nei miei pantaloni. Saranno almeno mille piastre che dividerò con i miei compagni.

– Ah!.. Te lo dicevo io? È la nave del Corsaro Nero!..

La nave, che poco prima non si riusciva a vedere bene a causa dell'oscurità, si trovava a breve distanza dalla piccola barca.

Era uno dei velieri utilizzati dai filibustieri della Tortue per cacciare i grandi galeoni spagnoli che trasportavano i tesori dell'America Centrale, del Messico e delle regioni equatoriali. Dodici cannoni sporgevano dalle finestre della nave pirata, minacciando da entrambi i lati, mentre sul ponte superiore si trovavano due grossi cannoni da caccia4, destinati a spazzare i ponti a colpi di mitraglia. Il legno corsaro si era fermato per aspettare il canotto, ma sulla prua si vedevano, illuminati da una lanterna, dieci o dodici uomini armati con fucili, pronti a sparare al minimo sospetto.

I due marinai del canotto, arrivati sotto il bordo della nave a vela, hanno preso una corda che era stata lanciata loro insieme a una scala di corda, hanno assicurato l'imbarcazione, hanno ritirato i remi e poi sono saliti sul ponte con agilità sorprendente. Due uomini, entrambi con fucili puntati su di loro, mentre un terzo si avvicinava, illuminando i nuovi arrivati con una lanterna.

– Chi siete? – ha chiesto loro.

– Per Belzebù, mio patrono!.. – ha esclamato Carmaux. – Non riconoscete gli amici?..

– È il biscaglino Carmaux!.. – ha gridato l'uomo con la lanterna. – Come sei ancora vivo, quando alla Tortue ti credevano morto?.. Ehi! Un altro ritornato!.. Non sei tu l'amburghese Wan Stiller?

– In carne ed ossa5, – ha risposto.

– Sei riuscito a scappare anche tu dalla forca?..

– Eh!.. La morte non mi voleva ed io ho pensato che era meglio vivere qualche anno ancora.

– E il capo?..

– Silenzio, – ha detto Carmaux.

– Puoi parlare: è morto?

– Banda di corvi!6 Avete finito di gracchiare?.. – ha gridato la voce metallica, rivolta agli uomini del canotto.

– Tuoni d'Amburgo!.. Il Corsaro Nero!.. – ha borbottato Wan Stiller, con un brivido.

Carmaux, alzando la voce, ha risposto:

– Eccomi comandante.

Poi un uomo è sceso dal ponte e si è avvicinato a loro, tenendo una mano sulla impugnatura di una pistola alla sua cintura. Era vestito interamente di nero con un'eleganza insolita per i filibustieri del grande Golfo del Messico, che di solito si accontentavano di pantaloni e camicia, prestavano più attenzione alle armi che all'abbigliamento. Portava una giacca di seta nera con ornamenti dello stesso colore, pantaloni di seta nera stretti da una larga cintura decorata, alti stivali e un grande cappello di feltro con una lunga piuma nera che scendeva fino sulle spalle. Quell'uomo aveva un aspetto un po' triste, con un volto pallido e una barba nera. Aveva però lineamenti bellissimi: un naso regolare, due labbra piccole e rosse come il corallo, una fronte ampia solcata da una leggera ruga, due occhi neri che sembravano spaventare anche i più coraggiosi filibustieri di tutto il golfo. I due uomini del canotto, quando l'hanno visto arrivare, si sono guardati con preoccupazione e hanno sussurrato:

– Il Corsaro Nero!

– Chi siete voi e da dove venite? – ha chiesto Il Corsaro: si è fermato davanti a loro con la mano sempre sulla pistola.

– Noi siamo due filibustieri della Tortue, due Fratelli della Costa, – ha risposto Carmaux.

– E venite?

– Da Maracaibo.

– Siete fuggiti dalle mani degli spagnoli?

– Sì, comandante.

– A qual legno appartenevate?

– A quello del Corsaro Rosso.

Il Corsaro Nero, udendo quelle parole, è trasalito, poi è rimasto in silenzio per un momento, guardando i due filibustieri.

– Al legno di mio fratello, – ha detto poi, con la voce tremante.

Ha afferrato bruscamente Carmaux per un braccio e l'ha portato verso la poppa, quasi tirandolo per forza. Arrivati sotto il ponte di comando7, ha alzato lo sguardo verso un uomo che si trovava in piedi lassù e ha detto:

– Incrocerete sempre al largo8, signor Morgan; gli uomini devono restare pronti con le armi e gli artiglieri con le micce accese; mi avviserai di tutto ciò che potrebbe succedere.

– Sì, comandante, – ha risposto l'altro. – Nessuna nave o barca si avvicinerà senza il Suo consenso.

Il Corsaro Nero è sceso nel suo quartiere generale, tenendo sempre Carmaux per il braccio, è entrato in una piccola cabina ammobiliata con eleganza e illuminata da una lampada dorata, anche se sulle navi filibustiere era vietato tenere accesa qualsiasi luce dopo le nove di sera, poi ha indicato una sedia e ha detto brevemente:

– Ora parlerai.

– Sono pronto a rispondere ai tuoi ordini, comandante.

Invece di interrogarlo, il Corsaro lo fissava intensamente, con le braccia incrociate sul petto. Era diventato più pallido del solito, quasi livido, mentre il petto si sollevava sotto frequenti sospiri. Due volte aveva provato a parlare, ma poi aveva preferito tacere. Finalmente, facendo uno sforzo, ha chiesto con voce sorda:

– Hanno ucciso mio fratello, il Corsaro Rosso, è vero?

– Sì, Comandante, – ha risposto Carmaux, con un sospiro. – Hanno ucciso anche l'altro fratello, il Corsaro Verde.

Un grido rauco è uscito dalle labbra del comandante. Carmaux l'ha visto impallidire terribilmente e portarsi una mano sul cuore, e sedersi su una sedia, nascondendo il viso con la larga tesa del cappello.

– Io temevo di giungere troppo tardi, ma mi resta la vendetta. L'hanno fucilato?

– Appiccato, signore.

– Sei sicuro di questo?

– L'ho visto con i miei occhi appeso alla forca in Plaza de Granada.

– Quando l'hanno ucciso?

– Oggi, dopo mezzogiorno. Quando il laccio stringeva, ha ancora trovato la forza di sputare in faccia al governatore.

– A quel cane di Wan Guld?

– Sì, al duca fiammingo.

– Ancora lui! Sempre lui!.. Ha giurato un odio feroce contro di me? Un fratello ucciso a tradimento e due appesi da lui!

– Erano i due corsari più coraggiosi del golfo, signore.

– Ma rimane la mia vendetta!.. – ha gridato il filibustiere con una voce terribile. – No, non morirò senza aver prima sterminato quel Wan Guld e tutta la sua famiglia e aver dato fuoco alla città che governa. Maracaibo, sei stata fatale per me; ma anch'io sarò fatale per te!..

‹…›

Una spedizione audace

Il Corsaro è comparso sul ponte. Indossava abiti scuri, si era appesa al fianco una lunga spada, ed alla cintura un paio di grosse pistole ed uno di quegli acuti pugnali spagnoli. Sul braccio portava un ampio ferraiolo, nero come il vestito. Si è avvicinato all'uomo sul ponte di comando, che doveva essere il comandante in seconda9, e ha scambiato alcune parole con lui, poi ha detto brevemente ai due filibustieri:

– Partiamo.

– Siamo pronti, – ha risposto Carmaux.

Sono scesi nel canotto, che era stato preparato. Il Corsaro si è avvolto nel suo ferraiolo e si è seduto a prora, mentre i filibustieri hanno preso i remi per iniziare la faticosa manovra. Di tanto in tanto guardava verso la sua nave che lo seguiva sempre, poi tornava a guardare verso sud. I due filibustieri arrancavano da un'ora quando il Corsaro Nero, che finora era rimasto immobile, si è alzato bruscamente. Una luce brillava sull'acqua, verso sud-ovest, a intervalli di un minuto.

– Maracaibo, – ha detto il Corsaro con voce cupa.

– Sì, – ha risposto Carmaux, girandosi.

– Quanto distiamo?

– Forse tre miglia, capitano.

– Allora a mezzanotte saremo lì.

– Sì.

– C'è qualche nave di guardia?

– Quella dei doganieri.

– Dobbiamo evitarla.

– Conosciamo un posto dove possiamo sbarcare tranquilli.

– Avanti.

– Una cosa, capitano.

– Dimmi.

– È meglio se la nostra barca non va troppo vicino.

– Ha già cambiato rotta e ci aspetterà al largo, – ha risposto il Corsaro.

È rimasto in silenzio per qualche istante, poi ha ripreso:

– È vero che c'è una flotta nel lago?

– Sì, comandante, quella dell'ammiraglio Toledo che sorveglia Maracaibo e Gibraltar.

– Ah!.. Hanno paura? Ma l'Olonese è alla Tortue e tra noi due la affonderemo. Pazienza ancora qualche giorno, poi Wan Guld saprà di cosa siamo capaci noi.

Dopo mezz'ora, la costa era vicina, a tre o quattro gomene. La spiaggia era piena di alberi chiamati paletuvieri. Questi alberi crescono vicino all'acqua e causano malattie come la febbre gialla. Più lontano, c'era una vegetazione alta con grandi foglie piumate. Carmaux e Wan Stiller hanno rallentato la voga e hanno guardato la costa. Avanzavano con cautela, cercando di non fare rumore e osservando in tutte le direzioni. Avevano paura di essere sorpresi.

Era mezzanotte quando il canotto si è fermato tra i paletuvieri. Il Corsaro è saltato a terra e ha legato la barca ad un ramo.

– Lasciate i fucili, – ha detto a Wan Stiller e Carmaux. – Avete le pistole?

– Sì, capitano, – ha risposto Carmaux.

– Sapete dove siamo?

– A dieci o dodici miglia da Maracaibo.

– La città è dietro questo bosco?

– Sì, al margine della foresta.

– Possiamo entrare questa notte?

– No, capitano. Il bosco è troppo fitto. Possiamo attraversarlo solo domani mattina.

– Allora dobbiamo aspettare fino a domani notte?

– Sì, capitano. Entrare a Maracaibo di giorno sarebbe troppo pericoloso.

Il Corsaro è rimasto in silenzio, pensieroso, poi ha detto:

– E mio fratello, possiamo trovarlo?

– Sì, rimarrà esposto sulla forca sulla Plaza de Granada tre giorni, – ha detto Carmaux.

– Allora abbiamo tempo. Conosci qualcuno a Maracaibo?

– Sì, un negro che ci ha dato questa barca. Vive in una capanna vicino alla foresta.

– Possiamo fidarci di lui?

– Sì, capitano.

– Andiamo.

I tre filibustieri camminavano in silenzio. Avevano paura non solo delle persone, ma anche degli animali della foresta: giaguari e serpenti velenosi chiamati jaracarà, che sono difficili da vedere perché hanno il colore delle foglie secche. Avevano camminato per circa due miglia quando Carmaux, che era davanti, si è fermato subito e ha preso una delle sue pistole.

– È stato un giaguaro o un uomo? – ha chiesto il Corsaro.

– Forse un giaguaro, ma anche una spia, – ha risposto Carmaux. – Qui non si sa mai cosa può succedere domani.

Il Corsaro è girato intorno a un grande albero e si è fermato tra grandi foglie, cercando di vedere qualcosa nella scuro. Il rumore delle foglie si è fermato, ma è sentito un suono metallico e poi un colpo.

– Fermi! Qualcuno ci sta spiando e vuole sparare.

– Forse ci hanno visti arrivare? – ha detto Carmaux preoccupato.

Il Corsaro ha preso la spada con la mano destra e la pistola con la sinistra, cercando di non fare rumore. Improvvisamente Carmaux e Wan Stiller hanno visto il Corsaro saltare su una persona nascosta tra i cespugli. L'attacco del Corsaro era così rapido che la persona è caduta a terra.

– È uno dei nostri nemici, – ha detto il Corsaro che si era curvato.

– Un soldato di Wan Guld, – ha risposto Wan Stiller. – Che cosa faceva qui?

Lo spagnolo, che era stato colpito, cominciava a svegliarsi.

– Sono caduto tra le mani del diavolo? – ha borbottato con paura.

– Sì, – ha detto Carmaux. – Ci chiamate diavoli.

Lo spagnolo tremava di paura.

– Non aver paura, per ora, – ha detto Carmaux, ridendo. – Risparmia la paura per dopo.

Poi Carmaux ha guardato il Corsaro e ha chiesto:

– Dobbiamo ucciderlo?

– No, – ha risposto il capitano.

– Lo leghiamo all'albero?

– Nemmeno.

– Forse è uno di quelli che hanno ucciso i Fratelli della Costa e il Corsaro Rosso, capitano.

Gli occhi del Corsaro Nero brillavano di rabbia, ma subito si sono calmati.

– Non voglio la sua morte, – ha detto. – Può esserci utile.

– Allora leghiamolo bene, – hanno detto i filibustieri.

– Ora vediamo chi sei, – ha detto Carmaux.

Ha acceso una torcia e l'ha avvicinata al viso dello spagnolo. Il prigioniero era un uomo di circa trent'anni, lungo e magro, con un viso angoloso, coperto da una barba rossiccia10 e due occhi grigi, pieni di paura. Indossava una casacca di pelle gialla, pantaloni larghi a righe nere e rosse e stivali di pelle nera. Aveva un elmetto d'acciaio con una vecchia piuma e una spada lunga alla cintura.

‹…›

Il prigioniero

Ad un cenno del capitano, Wan Stiller e Carmaux hanno alzato il prigioniero e l'hanno messo seduto ai piedi di un albero, ma senza slegargli le mani. Erano sicuri che non avrebbe provato a scappare. Il Corsaro si è seduto davanti a lui, su una grande radice che sembrava un serpente. I due filibustieri si sono messi a guardia.

– Dimmi, – ha detto il Corsaro dopo un po'. – Mio fratello è ancora lì?

– Sì, – ha risposto il prigioniero. – Il governatore ha ordinato di lasciarlo appeso per tre giorni e tre notti, prima di gettare il corpo nella foresta per gli animali.

– È possibile rubare il corpo?

– Forse, di notte c'è solo una sentinella a sorvegliare la Plaza de Granada. Quindici impiccati non possono scappare.

– Quindici! – ha esclamato il Corsaro, con rabbia. – Wan Guld non ne ha risparmiato nessuno?

– Nessuno.

– Non teme la vendetta dei filibustieri della Tortue?

– Maracaibo è ben protetta da truppe e cannoni.

Il Corsaro ha sorriso con disprezzo.

– Cosa ci fanno i cannoni a noi? – ha detto. – Le nostre spade sono migliori. Lo avete visto all'assalto a San Francisco di Campeche, a San Agostino della Florida e in altri combattimenti.

– È vero, ma Wan Guld è al sicuro in Maracaibo.

– Ah sì? Bene, lo vedrò quando parlerò con l'Olonese.

– Con l'Olonese! – ha esclamato lo spagnolo, spaventato.

– Cosa facevi in questo bosco?

– Sorvegliavo la spiaggia.

– Da solo?

– Sì, da solo.

– Avevate paura di un attacco da parte nostra?

– Non lo nego, avevamo visto una nave sospetta nel golfo.

– La mia?

– Se voi siete qui, quella nave doveva essere la vostra.

– E il governatore si sarà preparato.

– Ha fatto di più; ha mandato qualcuno a Gibraltar per avvertire l'ammiraglio.

Questa volta era il Corsaro a provare una leggera paura, o almeno preoccupazione.

– Ah! – ha esclamato, diventando pallido. – La mia nave è in pericolo?

Poi alzando le spalle, ha detto:

– Quando le navi dell'ammiraglio arriveranno a Maracaibo, io sarò già a bordo della Folgore.

Si è alzato velocemente, e con un fischio ha chiamato i due filibustieri. Ha detto brevemente:

– Partiamo.

– E di quest'uomo, che cosa facciamo? – ha chiesto Carmaux.

– Portatelo con noi; la vostra vita dipende dalla sua, se scappa.

Si sono messi in cammino uno dietro l'altro, Carmaux davanti e Wan Stiller ultimo, dietro al prigioniero. Cominciava ad albeggiare. La luce rosa del mattino invadeva il cielo e il bosco. Le scimmie, numerose nell'America meridionale, specialmente in Venezuela, si svegliavano, riempiendo la foresta di grida strane. Gli uccelli mescolavano le loro grida con quelle delle scimmie. Fra le foglie delle piante, fra i boschetti di fiori profumati e le belle palme, c'erano piccoli pappagalli. I filibustieri e lo spagnolo erano abituati alle grandi foreste. Non si fermavano a guardare gli alberi, le scimmie, o gli uccelli. Camminavano velocemente, cercando un passaggio aperto dagli animali o dagli indiani, per uscire dalla foresta e vedere Maracaibo.

Dopo due ore di cammino, Carmaux si è fermato e ha indicato a Wan Stiller un gruppo di piante.

– È qui, Wan Stiller? – ha chiesto Carmaux.

– Mi sembra di sì.

In quel momento, si sono uditi dei suoni melodiosi, come un flauto.

– Cos'è questo suono? – ha chiesto il Corsaro, alzando la testa.

– È Moko che suona il flauto, – ha risposto Carmaux, sorridendo.

– Chi è Moko?

– È il negro che ci ha aiutato a fuggire. La sua capanna è tra queste piante.

– Perché suona?

– Sta addestrando i suoi serpenti.

– È un incantatore di serpenti?

– Sì, capitano.

– Ma il suo flauto può tradirci.

– Glielo prenderò e manderemo i serpenti nella foresta.

Il Corsaro ha fatto cenno di andare avanti, ma ha estratto la spada per precauzione. Carmaux è entrato nelle piante e si è fermato, gridando di stupore e di paura.

Davanti a una capanna fatta di rami intrecciati, coperta di foglie di palma, sedeva un uomo. Era molto forte e alto, con spalle larghe e muscolose braccia e gambe. Seduto su un tronco d'albero, suonava un flauto fatto di bambù. Davanti a lui c'erano otto o dieci serpenti pericolosi. Il negro, sentendo il grido di Carmaux, ha alzato gli occhi e ha guardato il filibustiere. Ha detto con stupore:

– Siete voi?.. Ancora qui… Vi credevo già nel golfo, al sicuro dagli spagnoli.

– Sì, siamo noi, ma non mi muovo finché quei brutti rettili sono qui.

– Le mie bestie non fanno male agli amici, – ha risposto il negro, ridendo. – Aspetta un momento e li porterò via.

Ha preso un cesto di foglie, ha messo dentro i serpenti e l'ha chiuso con un sasso. Poi ha detto:

– Ora puoi entrare senza paura nella mia capanna. Sei solo?

– No, sono con il capitano della mia nave, il fratello del Corsaro Rosso.

– Il Corsaro Nero?.. Lui qui?..

Il Corsaro è arrivato con il prigioniero e Wan Stiller. Ha salutato il negro con un cenno della mano e è entrato. Ha detto a Carmaux:

– È questo l'uomo che ti ha aiutato a fuggire?

– Sì, capitano.

– Odia gli spagnoli?

– Come noi.

Il Corsaro ha guardato il negro e poi ha detto tra sé:

– Ecco un uomo che potrà aiutarci.

‹…›

Un duello fra quattro mura

Maracaibo non aveva più di diecimila abitanti, ma era una delle città più importanti della Spagna sulle coste del Golfo del Messico. Maracaibo si trovava in una bella posizione, alla fine del Golfo di Maracaibo, vicino allo stretto che porta al grande lago con lo stesso nome. Le prime persone che erano arrivate a Maracaibo hanno costruito belle case. C'erano anche alcuni palazzi costruiti da architetti spagnoli venuti in America per trovare fortuna.

Quando il Corsaro e i suoi due compagni, Carmaux e il negro, sono entrati a Maracaibo senza problemi, le strade erano ancora popolate e le taverne erano affollate. Il Corsaro camminava lentamente, con il cappello sugli occhi e avvolto nel mantello. Sono arrivati alla Plaza de Granada, che era il centro della città. Il Corsaro si è fermato a un angolo di una casa e si è appoggiato al muro. La piazza era molto triste e spaventosa. C'erano quindici forche davanti a un palazzo sul quale ondeggiava la bandiera spagnola, pendevano quindici cadaveri umani. Questi cadaveri indossavano vestiti strappati, tranne uno che portava un costume rosso fuoco e stivali alti.

Carmaux si è avvicinato al Corsaro e ha detto con voce triste:

– Ecco i nostri compagni.

– Sì, – ha risposto il Corsaro con voce sorda. – Chiedono vendetta e l'avranno presto.

Ha fatto uno sforzo e si è staccato dal muro. Ha chinato la testa per nascondere la sua emozione e è entrato rapidamente in una posada11. Hanno trovato un tavolo vuoto e il Corsaro si è seduto senza alzare la testa. Carmaux ha urlato:

– Porta il tuo miglior vino Xeres, locandiere! Ho una sete che potrebbe asciugare tutta la tua cantina!

Il locandiere ha portato subito una bottiglia di ottimo vino.

– Per mille pesci, – ha detto Carmaux, toccando il negro. – Il padrone è in piena tempesta. Non vorrei essere uno spagnolo ora. Venire qui è stato coraggioso, ma lui non ha paura.

Carmaux ha guardato intorno con curiosità e un po' di paura. Ha visto cinque o sei persone con coltelli grandi che lo guardavano.

– Mi stanno ascoltando? – ha detto al negro. – Chi sono?..

– Baschi al servizio del12 Governatore.

– Non ho paura dei loro coltelli.

Queste persone hanno gettato le sigarette che stavano fumando e hanno bevuto alcune tazze di Malaga. Poi hanno cominciato a parlare ad alta voce, e Carmaux poteva sentire tutto.

– Avete visto gli appiccati? – ha chiesto uno.

– Sì, sono andato a vederli anche stasera, – ha risposto un altro. – È sempre un bello spettacolo vedere quelle canaglie! Ce n'è uno che fa molto ridere con la lingua fuori dalla bocca.

– Ed il Corsaro Rosso? – ha chiesto un terzo. – Gli hanno messo in bocca una sigaretta per farlo più ridicolo13.

– Io voglio mettergli un ombrello in mano, così domani si ripara dal sole. Lo vedremo…

Carmaux, molto arrabbiato, ha colpito il tavolo con un pugno forte, facendo traballare le tazze.

– È facile deridere i morti. Deridere i vivi è meglio, miei cari signori!

I cinque uomini si sono alzati sorpresi. Uno di loro ha chiesto:

– Chi siete voi, caballero14?

– Io sono un uomo che rispetta i morti, ma che sa bucare la pancia anche ai15 vivi.

I cinque bevitori hanno scoppiato a ridere16. Carmaux è diventato ancora più arrabbiato. Poi ha respinto uno dei cinque e ha gridato:

– Il lupo di mare mangerà il lupicino di terra!..

L'uomo è caduto addosso ad un tavolo, ma si è alzato subito e ha preso il coltello. Stava per attaccare Carmaux, quando il negro è balzato fra i due litiganti con una sedia di legno e ferro.

– Fermo o ti colpisco! – ha gridato al uomo armato.

I cinque baschi si sono spaventati e sono indietreggiati. Quindici o venti bevitori che erano in una stanza vicina, udendo quel baccano, si sono arrivati, preceduti da un uomo armato di uno spadone, con l'ampio cappello piumato ed il petto racchiuso entro una vecchia corazza di pelle di Cordova.

– Che cosa succede qui? – ha detto l'uomo, tirando fuori la spada.

– Succedono, mio caro caballero, – ha detto Carmaux, inchinandosi in modo buffo, – certe cose che non vi riguardano affatto.

– Non sapete chi sono io! – ha gridato l'uomo. – Sono don Gamaraley Miranda, conte di Badajoz, nobile di Camargua, e visconte di…

– Di casa del diavolo, – ha detto il Corsaro Nero, alzandosi e guardando l'uomo. – E così, caballero, conte, marchese, duca, eccetera17?..

Il signor di Gamara e di altri luoghi è arrossito18 e poi è impallidito. Ha detto, tremando:

– Non so chi mi ferma dal uccidervi come il Corsaro Rosso.

Questa volta il Corsaro Nero è diventato pallido. Con un gesto ha fermato Carmaux e ha tirato fuori la spada, dicendo:

– Il cane sei tu e chi andrà a tenere compagnia agli appiccati sarà la tua anima dannata.

Gli spettatori si sono allontanati. Il Corsaro Nero e il conte si sono preparati a combattere.

– Un momento, caballero, – ha detto il conte. – Voglio sapere il vostro nome.

– Sono più nobile di te, ti basta?

– No, è il nome che voglio sapere.

– Lo vuoi?.. Ma peggio per te, poiché non lo dirai più a nessuno.

Il Corsaro Nero gli ha sussurrato alcune parole in un orecchio. L'avventuriero ha mandato un grido di stupore e ha fatto due passi indietro, spaventato. Il Corsaro Nero ha iniziato l'attacco e il conte doveva difendersi.

I bevitori hanno formato un cerchio attorno ai duellanti. Carmaux e il negro erano in prima linea19, ma non sembravano preoccupati. Quell'uomo era forte e robusto, ma il Corsaro Nero era veloce e agile. Non dava al conte un momento di tregua. La spada del Corsaro Nero brillava e colpiva con forza.

Il Corsaro sembrava aver appena tirato fuori la spada. Si muoveva con molta velocità, attaccando sempre più forte l'avversario. Solo i suoi occhi mostravano la sua rabbia. Non toglieva mai lo sguardo dall'avversario. Gli spettatori si erano allontanati per fare spazio ai due combattenti. L'avventuriero si ritirava, avvicinandosi al muro.

Carmaux cominciava a ridere, prevedendo la fine dello scontro.

All'improvviso, l'avventuriero si è trovato addosso al20 muro. È impallidito e grosse gocce di sudore sono apparse sulla sua fronte.

– Basta… – ha detto con voce debole.

– No, – ha risposto il Corsaro. – Il mio segreto deve morire con te.

L'avversario ha attaccato disperatamente con tre o quattro colpi.

Il Corsaro li ha parati velocemente.

– Ora ti inchioderò sulla parete, – gli ha detto.

L'avventuriero, pazzo di spavento, ha cominciato a urlare.

– Aiuto!.. Lui è il Co…

Non ha finito. La spada del Corsaro gli è entrata nel petto, inchiodandolo nella parete. Un getto di sangue è uscito dalle sue labbra e poi lui è caduto al suolo con un grande rumore, rompendo la lama della spada.

‹…›

1.mandare a picco – потопить
2.essere sulla quarantina – приближаться к сорока годам
3.la forca maledetta – проклятая виселица
4.cannoni da caccia – кормовые орудия
5.in carne e ossa – собственной персоной / во плоти
6.Banda di corvi! – Воронье!
7.ponte di comando – командный мостик
8.incrociare al largo – прочесывать море
9.il comandante in seconda – помощник капитана
10.rossiccio – рыжеватый
11.posada (исп.) – гостиница / постоялый двор
12.al servizio di – на службе у
13.ridicolo – смешной, смехотворный
14.caballero (исп.) – господин
15.bucare la pancia a qd – выпустить кишки кому-либо
16.scoppiare a ridere – разразиться хохотом
17.eccetera – и так далее
18.arrossire – краснеть
19.essere in prima linea – быть в первых рядах
20.addosso a – вплотную к
Vanusepiirang:
16+
Ilmumiskuupäev Litres'is:
28 jaanuar 2025
Kirjutamise kuupäev:
1898
Objętość:
170 lk 1 illustratsioon
ISBN:
978-5-17-165853-3
Kohanemine:
А. И. Ной
Allalaadimise formaat:
Tekst, helivorming on saadaval
Keskmine hinnang 4,4, põhineb 50 hinnangul
Tekst, helivorming on saadaval
Keskmine hinnang 4,7, põhineb 49 hinnangul
Tekst, helivorming on saadaval
Keskmine hinnang 4,5, põhineb 153 hinnangul
18+
Tekst, helivorming on saadaval
Keskmine hinnang 4,8, põhineb 155 hinnangul
Tekst, helivorming on saadaval
Keskmine hinnang 4,1, põhineb 45 hinnangul
Tekst, helivorming on saadaval
Keskmine hinnang 4,4, põhineb 88 hinnangul
Tekst, helivorming on saadaval
Keskmine hinnang 4,6, põhineb 34 hinnangul
Tekst, helivorming on saadaval
Keskmine hinnang 4,5, põhineb 252 hinnangul
Tekst
Keskmine hinnang 4,5, põhineb 2 hinnangul
Tekst
Keskmine hinnang 4,6, põhineb 54 hinnangul
Audio
Keskmine hinnang 4,7, põhineb 13 hinnangul