Baldassarre.
Gaspare Garbini.
Il dottore Orazio.
Hermann Steiger, guida.
Carletto, cameriere.
Emilia, moglie di Baldassarre.
Livia, giovine vedova.
È possibile trovare una buona guida?
All'Hôtel du Mont-Rose a Gressoney sempre: ce ne abbiamo oggi appunto una famosa.
Bravo.
Uno svizzero patentato… Lo faccio salire?
Fallo salire. (Carletto esce, entra Baldassarre).
Garbini!
Baldassarre! (A parte) Oh mio Dio!
Tu sei qui?
Arrivo.
Chi ne capisce nulla? Ci troviamo a Pegli, prometti a mia moglie di rimanerci un mese…
E poi mi seccavo.
L'Emilia era in collera con te!..
Me lo dice lui! (Forte) Sono andato a Baden.
Qualche donnetta…?
Per carità! Le fuggo anzi le donne!
Fai male.
Oh! pigliano fuoco troppo presto. Non si può dir loro una mezza parola che non attecchisca.
È vero.
Figurati che a Pegli… io facevo per ridere…
Volevo dire… e hai trovato…?
Un vulcano.
Chi era?
Che diamine gli dicevo adesso! (Forte) E l'Emilia è con te?
Pur troppo! Vado ad avvertirla.
No, lascia.
Ora rimani con noi?
Riparto domattina.
Per dove?
Pel Monte Rosa.
Non ci siamo?
All'albergo. Io vado sul vero.
Sul vero Monte Rosa?
Già.
Sul vero Monte Rosa?
Sì.
Tu? una mezza botte?
La botte è piena di vino buono.
Lo spanderai per istrada. Mia moglie non ti lascierà partire.
Ragione di più… cioè… Sono irremovibile: aspetto la guida.
Ma ci sono i ghiacciai.
Bravo. Io fuggo i vulcani.
Che idea.
Ecco la guida.
Voi siete la guida?
Che cos'è?
Il mio libretto. Hermann Steiger guida di Zermatt.
Scusa, veh!
Fai, fai.
Vorrei fare un'ascensione.
Si può fare.
Al Monte Rosa.
Si può fare.
Domani.
Da Zermatt sarebbe più corta.
Ma siccome non ci siamo a Zermatt… quante ore di cammino?
Eh! secondo le gambe. Da Gressoney al Lyskamm dodici ore, otto dal Lyskamm al Riffel, e dodici dal Riffel alla punta.
Vale a dire in tutto?
Trentadue ore. In montagna si fanno in un giorno.
Ah! (a Baldassarre) Trentadue ore di cammino!.. E pericolo?.. (a Steiger).
No. Dipende dalla montagna.
Ah dipende…?
Se la montagna è buona, con molta prudenza, una buona corda, un bel tempo, non patir vertigini, uno stomaco di ferro, dei polmoni d'acciaio, ci si va benissimo.
E se la montagna è cattiva?
Bisogna vederla.
Voi l'avete già fatta l'ascensione al Monte Rosa?
Che cosa è?
Il mio libretto. Hermann Steiger, guida di Zermatt. Era io che accompagnavo sir Braddon quando è caduto.
Caduto?
In un crepaccio.
Garbini… (ride).
E si è fatto molto male?
Male no. Abbiamo parlato, lui dal fondo ed io di su.
Ah! ah!
Ma non c'è stato più verso di cavarlo.
Eh?
Ride! E fu nel salire al Monte Rosa che…?
Sì signore. Le farò vedere il luogo preciso.
Ci passeremo?
Sicuro; traverseremo lo stesso crepaccio.
Traverseremo lo stesso crepaccio? – (a Baldassarre) Traverseremo lo stesso crepaccio. – E in che modo lo traverseremo?
Secondo. Se è coperto, a piedi.
Così?
Sulla neve.
E sotto la neve?..
Bella roba!
E se non è coperto?
Se si potrà saltarlo lo salteremo.
Acrobata!
Io per il primo, e poi aiuterò lei colla corda.
Quanto darei per vederti.
E se non si potrà saltarlo?
Lo si gira. O in un modo o in un altro bisogna passarlo.
Meno male. Mi rincrescerebbe rinunziarci. Quanto sono profondi i crepacci?
Cinquanta, cento, duecento metri.
Ride! Che ci trovi da ridere?
Nulla, nulla, tira innanzi.
Se credi che mi spaventi quello che racconta!
Il signore non ha paura della montagna.
Non ho paura, lo si vede. Dunque siamo intesi, domattina.
Alle due dopo mezzanotte.
Così presto?
Per arrivare al ghiacciaio prima che il sole ammollisca la neve.
E quanto al prezzo?
Sì, lo so. Hermann Steiger, guida di Zermatt, e poi…?
Cento lire in oro. Tariffa.
Caro!
Ne va della vita.
Siamo intesi. A domattina.
Sissignore. (S'avvia).
Steiger?.. Sir Braddon, è vero, quell'inglese?..
Sissignore.
E… è morto?
Pare. Di là non è uscito.
Potete andare.
A domani.
A domani. (Steiger esce).
Ecco come sono fatto io; mi piglio di questa sorta di spassi.
Gaspare, se hai sofferto qualche gran dispiacere puoi confidarmelo, siamo amici vecchi e la parentela che ti unisce a mia moglie raddoppia i diritti dell'amicizia. Forse è la provvidenza che mi ha messo sul tuo cammino.
Adesso rido io.
Non farmi il cinico. Uno non si abbandona ad una estremità simile a quella che stai meditando senza una seria ragione.
Quanto all'estremità non ci ho nulla a ridire, ma la ragione c'è.
Sentiamo.
M'annoio.
Sei stanco d'essere al mondo?
No, anzi. – Di tutte le cose che ci compensano della morte, trovo che la vita è la migliore. Sono stanco di prevedere sempre quello che farò.
Non è una ragione per rompersi il collo, la cosa più prevedibile di tutte.
Mi faresti la grazia di trovare delle immagini più sorridenti?
Fai a modo mio. Ci sono passato ancor io per quello stadio, ed ho trovato lo specifico. Segui il mio esempio.
Prender moglie?
No. Meglio il Monte Rosa.
Eppure capisco che finirò lì.
Per carità!
Oh Dio, ci sono delle mogli che non vogliono bene al marito… Sono casi rari.
E ce ne sono di quelle che gliene vogliono troppo!
Più rari ancora.
Non è vero! Non è vero!
Che aria volpina.
Te lo confido perchè mi sei amico, perchè vai via, e per indicare un rimedio al tuo male. Io tradisco mia moglie.
Anche tu?
La tradisco indegnamente. Faccio male, lo so; ma non ne potevo più. Ero come te, mi seccavo… Quella poveretta non sa farsi valere. È bella, è buona, non m'infastidisce col troppo zelo, non mi tiene legato, ne soffre, capisco che ne soffre, ne soffre in secreto…
E gli è che lo crede!
Tutte buone ragioni, ma mi seccavo. Ho cominciato ad ingannarla, e sono l'uomo più felice del mondo. Imita il mio esempio!
Non posso tradire una moglie che non ho.
Ti dico una cosa nera per un marito: tradisci la donna degli altri!
E non temi che alle volte tua moglie…
Che!
Per darti una distrazione…
Che!..
O se venisse a scoprire?..
Sono due sole le vie che conducono allo scoprimento di questi secreti: le confidenze e le lettere. Ora, io di confidenze non ne faccio a nessuno.
Bravo!
E di lettere… (ne trae una di tasca) Guarda, scritta in rotondo e senza firma.
E come farà a capire…?
Glie la do in persona.
È qui?
Già.
Maritata?
Vedova, ma c'è quasi un marito.
Qui anche lui?
Già, il dottore Orazio.
La signora Livia?
Sst!
Baldassarre!
Gaspare!
Ti restituisco il consiglio. Vieni con me al Monte Rosa; sei matto, è innamorata di Orazio, ti riderà alle spalle, e alla tua età…
Eh! eh! eh!
Ma insomma, a che punto sei?
Certe cose non si dicono.
Tanto inoltrato? E Orazio non dice nulla, geloso com'è?
Non vede nulla.
Non ha mai sospettato dei vostri convegni?
Convegni… convegni proprio non ce n'è stati.
Ah!
Non ce n'è ancora stati.
Corrispondenza…?
Questa è la prima. Non farmi dire.
Dichiarazioni reciproche di…
C'è bisogno della parola?
Occhiate?.. Occhiate?! E hai dei rimorsi? Ma, Baldassarre, ma vieni qui… delle occhiate? Ma ti pare? A' tuoi tempi non so, ma adesso le occhiate le danno per nulla le donne… per nulla.
Vedremo domani.
Domani?
Domani parte. Quel dottore gliene deve aver dette tante!.. Oggi le consegnerò la mia lettera… No, no… non ti darei retta; tu non sai come stanno le cose. Le consegno la lettera…
Nella quale…?
Le chieggo un appuntamento.
Guarda, quasi m'indurresti a rimanere.
Fallo. Occupati di mia moglie che non s'avveda di nulla.
No; lasciami partire, credilo. Non sai che servizio ti rendo coll'andarmene.
Che servizio?
Ti risparmio forse… una scioccheria.
Scettico!
Le signore…!
Qui, dietro di me, che non ti vedano. Voglio far loro una sorpresa.
Giovinotto! (Rimane nascosto dietro Baldassarre).