Ah! la buon'acqua! Carletto, del fuoco subito, una grossa fiammata, una fiammata enorme che bruci la casa. Ah! la buon'acqua. Ah! la buon'acqua!!
Il signore non è salito al Monte Rosa?
No, no, non ci sono salito al Monte Rosa e non ci salirò mai, mai. Presto il fuoco, o divento un sorbetto! No, non ci sono salito al vostro Monte Rosa, al vostro maledetto, al vostro infernale Monte Rosa!
Ecco.
Ah! Ah! Ah! Dio ti ringrazio! Venite qui voi (a Steiger), fatevi asciugare.
Grazie (non si muove).
C'è posto per tutti due.
Non occorre.
Come non occorre? Se grondate come me…
Io la conosco l'acqua della montagna.
Oh! la conosco ancor io, e per bene (si guarda). Come farò a levarmi gli stivali! – Carletto…
Mi comanda.
Dammi il mio alpenstok.
Eccolo.
Questo è il simbolo dell'alpinismo, non è vero?
Il simbolo?..
Sì, l'insegna, la divisa degli alpinisti.
Ah! sissignore.
Bene, spezzalo in due.
Ma…
Spezzalo in due col ginocchio, così… (fa il gesto).
Se al signore non serve più…
Ne dubita! Ebbene?
Ebbene, se volesse farmene un regalo…
Hai delle voglie…?
Oh non signore! lo venderò a qualche turista.
Il mio bastone? Che abbia da essere complice di un'altra ascensione? Quanto lo venderesti?
Una lira.
Tieni, sono due: rompilo.
Grazie! (lo spezza). Così?
Sì, dammelo (mette i due pezzi sul fuoco). E così possa incenerirsi per sempre…
Se il signore desidera offrirmi un bicchiere di cognac…
Lo desidero, amico mio. – Carletto…
E gli altri?
Chi, gli altri?
Quei signori!
Dormono.
Dormono! Hanno dormito, hanno riposato la notte intera, come prescrivono le leggi della natura! Che ore sono? (guarda). Le otto: ho camminato sei ore!
A quest'ora saremmo al secondo piano del ghiacciaio.
Ah sì?.. e poi negano la Provvidenza!
A mezza strada dal Lyskamm.
Che bella cosa non esserci!
Il signore si è lasciato impaurire per un po' di piova.
Impaurire no… me l'ha tolta la paura. Amico mio! Quanto ho benedetta quell'acqua! alle prime goccie ho ordinato il front indietro. Si era appena arrivati sul ghiacciaio. Non ho il rimorso d'essermi bagnato un solo capello nell'andata… l'ho pigliata sì, ma nel ritorno.
Il signore non è del Club Alpino?
No, sarò il fondatore d'un club per la pianura.
È una cosa che segue tutti i giorni in montagna. È piovuto mezz'ora, e di nuovo il sole.
Anche ieri sera un acquazzone.
L'ho sentito da stare in letto.
Non tutti all'albergo possono dire altrettanto.
Cioè?
Qualcheduno l'ha pigliata.
L'acqua di ieri sera? Chi?
Una signora ed un signore.
Chi sono questi miei colleghi? Dimmelo, dimmelo.
La signora non l'ho ravvisata; l'ho veduta stando in cucina che entrava correndo, e la si è chiusa in camera.
Diamine! E il signore è entrato con lei?
Dieci minuti dopo; ma in uno stato…!
E l'hai ravvisato, lui?
Il signor Baldassarre.
Davvero? A che ora?
Alle otto e mezzo.
Diamine!
Il signore non comanda altro?
No, altro.
Il signore capisce che ho perduta la giornata. Ho ricusato due inglesi.
Mi muto d'abito, e poi torno ed accomoderemo.
Sissignore.
Tieni, Carletto; il vestito ce l'ho da cambiarmi, ma il cappello è uno solo; fallo seccare (glie lo dà).
C'è un forno apposta, e in dieci minuti…
Bravo! – Ah! dacchè gli altri sono anche a letto, non dire nulla della mia spedizione.
Che non abbiano a riderne.
Sei intelligente. Dirai che non mi sono svegliato in tempo.
Stia tranquillo (Garbini entra in camera).
Di che paese è quella marmotta?
Chi lo sa?
Dev'essere uno spiantato.
Perchè?
Perchè è un lusso da gran signore quello di rompersi la testa (per partire).
Non ne avranno di bisogno. – Dove vai?
All'altro albergo a pescare inglesi.
Quelli l'arrischiano la testa.
Come se non l'avessero. – Oh bada, vien gente.
To' portami giù al forno il cappello del tuo alpinista; io devo badare qui.
Bene (via).
Carletto?
Mi comandi.
Dormono tutti ancora?
Nessuno ha dato segno di vita.
Non vorrei che ne avesse sofferto.
Il signore ha dormito bene?
Benissimo.
Buono, eh, il letto? (maliziosamente).
Oh! perchè mi guardi così, e ridi?
Io rido?
Sì, tu, e mi secchi.
Dopo l'umido di ieri sera…
Di'?.. mi pare che hai dello spirito.
Oh! ben levata?
E lei?
Benissimo.
Ho fatto tardi, ma quel tempaccio…
È vero.
Che fosse lei… la… (s'accosta).
Che fai lì?
Metto ordine.
Va via.
Ma…
Levi tanta polvere.
Se non spazzolo.
Andiamo… quando dico…
Sissignore. (uscendo, fra sè) Era lei. (via).
Ha dormito bene?
Un sonno solo.
Non le ha dato fastidio quell'umidaccio?
Oh le stanze sono riparate bene. – E lei? Come è stato contento della sua serata di ieri?
Me lo domanda! Ho maledetto il tempo… ma…
Ha preso acqua?
Oh molta!
Chissà com'è andata? (forte) Diceva che ha maledetto il tempo, ma…
Ma ho benedetto il genere umano!
Grazie per quel che me ne tocca. – Dunque in complesso?
In complesso spero… che… il primo passo… chiami il secondo.
È sempre intenzionata di partire oggi?
No, domani o dopo.
Grazie!
Ma…
Ed io spero che… quanto era disposta a concedermi ieri… non vorrà negarmelo…
Oh! la stia tranquillo. Quanto era disposta a concederle ieri, non glielo negherò mai!
Avevo una tal paura che ne avesse sofferto…!
Sofferto?..
Buon giorno, signora Livia.
Garbini! non sei partito!
Non mi hanno svegliato in tempo.
L'avrei giurato.
Oh come è andata? (forte) E la signora Emilia?
Si sta vestendo, credo. Non mi ha lasciato entrare in camera sua.
Le è passato il mal di testa?
Credo di sì.
Vuol dire che si potrà fare la nostra solita passeggiata.
C'è un freddo…!
Che ne sai tu?
Mi sono affacciato alla finestra vestendomi.
Bisognerà coprirsi per andar fuori?
Oh sì, molto.
Vado a mettermi il mantello.
Vuole che…
No, faccio in un momento. (via).