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Giulia E tu?

Antonio Oh, io stavo sempre in guardia.

Giulia Si sarà accorto della tua diffidenza!

Antonio Se sospettava di già!

Giulia Si sarà confermato nel sospetto. Poi, null’altro?

Antonio Sì… La prima notte, all’albergo (ha voluto prendere una sola stanza a due letti), eravamo coricati da un pezzo, s’accorse che non dormivo, cioè… s’accorse no: eravamo al bujo! Lo suppose. E bada; figurati, io non mi movevo, lì di notte… nella stessa camera con lui, e col sospetto che egli sapesse… figurati! tenevo gli occhi sbarrati nel bujo, in attesa… chi sa! per difendermi… A un tratto, nel silenzio, sento proferire queste precise parole: «Tu non dormi ».

Giulia E tu?

Antonio Nulla. Non risposi. Finsi di dormire. Poco dopo, egli ripeté: «Tu non dormi». Io allora lo chiamai: «Hai parlato?» gli domandai. E lui: «Sì, volevo sapere se dormissi». Ma non interrogava dicendo: «Tu non dormi», proferiva la frase con la certezza ch’io non dormivo, ch’io non potevo dormire, capisci? O almeno, m’è parso così.

Giulia Nient’altro?

Antonio Nient’altro. Non ho chiuso occhio due notti.

Giulia Poi, con te, sempre lo stesso?

Antonio Sì. Lo stesso.

Giulia Tutte queste finzioni… lui! Se ci avesse visti…

Antonio Eppure s’è voltato, scendendo…

Giulia Ma non si sarà accorto di nulla! Possibile?

Antonio Nel dubbio…

Giulia Anche nel dubbio, tu non lo conosci! Dominarsi così, lui, da non lasciar trapelar nulla. Che sai tu? Nulla! Ammetto pure che ci abbia visti, mentre tu passavi e ti chinavi verso me… Se fosse nato in lui il minimo sospetto… che tu mi avessi baciata… ma sarebbe risalito… oh sì!… pensa come saremmo rimasti! No, senti, no: non è possibile! Hai avuto paura, nient’altro! Andrea non ha ragione di sospettare di noi. M’hai trattata sempre familiarmente davanti a lui.

Antonio Sì, ma il sospetto può nascere da un momento all’altro. Allora, capisci? mille altri fatti avvertiti appena, non tenuti in alcun conto, si colorano improvvisamente, ogni accenno indeterminato diventa una prova, e il dubbio, certezza: ecco il mio timore.

Giulia Bisogna esser cauti…

Antonio Ora? Te l’ho sempre detto!

Giulia Mi rinfacci adesso?

Antonio Non rinfaccio nulla. Non te l’ho detto mille volte? Bada… e tu…

Giulia Sì… sì…

Antonio Non so che gusto ci sia, lasciarsi scoprire così… per nulla… per una imprudenza da nulla… come tre sere fa… Sei stata tu…

Giulia Sempre io, sì…

Antonio Se non era per te…

Giulia Sì… la paura.

Antonio Ma ti pare che ci sia da stare allegri, tu e io? tu specialmente!

Pausa. Passeggia per la stanza, poi fermandosi:

La paura! Credi che non pensi anche a te? La paura… Se pensi questo…

Pausa. Si rimette a passeggiare.

Ci fidavamo troppo, ecco! E adesso tutte le nostre imprudenze, tutte le nostre pazzie mi saltano agli occhi, e mi domando come ha fatto a non sospettare di nulla finora! E come no? Amarci qui… sotto gli occhi suoi, si può dire… traendo profitto di tutto, della minima occasione… anche se lui si allontanava un po’; ma anche lui presente, qui, coi gesti, con gli occhi… Pazzi!

Giulia (dopo una lunga pausa) Mi rimproveri adesso? È naturale. Ho ingannato un uomo che si fidava di me più che di se stesso… Sì, la colpa è mia, infatti, principalmente mia…

Antonio (la guarda, fermandosi, poi rimettendosi a passeggiare, dice brusco) Non ho voluto dir questo.

Giulia Ma sì, ma sì, lo so io! E guarda, puoi anche aggiungere che con lui ero fuggita da casa mia, e che lo spinsi io, quasi, a fuggire, io, perché l’amavo, e poi l’ho tradito con te! È giusto che ora tu mi condanni, giustissimo!

Venendo a lui con febbre:

Ma io, senti, io ero fuggita con lui perché l’amavo, non per trovare qua tutta questa quiete… tutta questa agiatezza in una nuova casa. Avevo la mia; non sarei andata via con lui… Ma lui, si sa, doveva scusarsi davanti agli altri della leggerezza commessa, lui: uomo serio, posato… eh già! la follia era fatta, rimediarvi adesso! riparare, e subito! Come? Col darsi tutto al lavoro, col rifarmi una casa ricca, piena d’ozio… Così, ha lavorato come un facchino; non ha pensato che a lavorare, sempre, non desiderando altro da me che la lode per la sua operosità, per la sua onestà… e la mia gratitudine anche! Già, perché sarei potuta capitar peggio. Era un uomo onesto, lui, mi avrebbe rifatta ricca, lui, come prima, più di prima… A me, questo, a me che ogni sera lo aspettavo impaziente, felice del suo ritorno. Tornava a casa stanco, affranto, contento della sua giornata di lavoro, già in pensiero delle fatiche del domani… Ebbene, alla fine, mi sono stancata anch’io di dover quasi trascinare quest’uomo ad amarmi per forza, a rispondere per forza al mio amore… La stima, la fiducia, l’amicizia del marito pajono insulti alla natura in certi momenti… E tu te ne sei approfittato, tu che ora mi rinfacci l’amore e il tradimento, ora che il pericolo è venuto, e hai paura, lo vedo, hai paura! Ma che perdi tu? Nulla! Mentre io…

Si copre il volto con le mani.

Antonio (dopo breve pausa) Consigli a me la calma… Ma se ho paura… – è per te… per i tuoi figli.

Giulia (fiera, pronta con un grido) No, tu non nominarli!

Poi, rompendo in lacrime:

Poveri innocenti!

Antonio Adesso piangi, me ne vado…

Giulia Eh, ora sì! ora non hai più nulla da fare qua.

Antonio (pronto, grave) Sei ingiusta! T’ho amata, come tu m’hai amato – lo sai! – T’ho consigliato prudenza… Ho fatto male? Più per te che per me. Sì, perché io, nel caso, non perderei nulla – l’hai detto tu.

Breve pausa, poi, pigiando su le parole:

Non t’ho mai rimproverato, né rinfacciato niente: non ne ho il diritto…