Il Cappello E Le Scarpe Magiche

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Il Cappello E Le Scarpe Magiche
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Maria Grazia Gullo - Massimo Longo

Il cappello e le scarpe magiche

Copyright © 2021 M.G.Gullo – M.Longo

L'immagine di copertina, le illustrazioni e la grafica sono state realizzate e curate da Massimo Longo

Tutti i diritti riservati.

Il cappello e le scarpe magiche

Sulla strada di Campobello, un bambino monello, ma molto intelligente, si aggirava moggio moggio per le vie con le mani in tasca. Il suo umore era nero, la sua ultima pagella era stata pessima e i genitori lo avevano punito togliendogli il Tablet e tutti i cartoni in TV.

Gli risuonavano ancora nelle orecchie le parole del papà mentre gli portava via i suoi giochi preferiti: “Non riavrai tutto questo fino a quando metterai la testa a posto”.

Anche la mamma, che di solito era sempre permissiva, aveva perso le staffe: “Com’è possibile? Con la tua intelligenza portare a casa una pagella così brutta?”

Alf però, questo era il suo nome, non si rassegnava.

“Non è mica colpa mia” si ripeteva in testa “Tutto è noioso e a cosa serviranno poi tutte quelle cose da imparare? Posso fare benissimo da me” Insomma, invece di pentirsi, Alf continuava sui suoi passi.

Mentre attraversava il corso centrale della piccola città in cui abitava, sentì un fischio. Così si voltò per vedere da dove provenisse. Non riuscì a capirlo e riprese il suo cammino quando ne arrivò un altro.

Ehi, tu! ….

Il fischio e la voce provenivano proprio dal vicolo, vicino ad un cassonetto verde dei rifiuti.

Ehi, tu! – chiamò ancora la voce.

Alf, non vedendo nessuno, si avvicinò…

Ehi, tu! - sentì per la terza volta.

Alf controllò intorno al cassonetto e anche questa volta non vide nessuno. Si girò di spalle per andarsene, ma lo sentì ancora.

Ehi, tu! Guarda in basso, siamo qui!

Alf guardò bene intorno, ma vide solamente un paio di scarpe da tennis di pelle bianche e rosse abbandonate ai piedi del cassonetto e pensò che un tempo sicuramente erano state molto belle.

Ehi, tu!

Alf sobbalzò, non credeva ai suoi occhi, la punta della scarpa destra si era mossa mentre diceva “Ehi” mentre dalla sinistra uscì il suono “tu”. Possibile? Così si strofinò gli occhi.

Ehi, tu! Sai che è da maleducati non rispondere? – rifecero quelle.

Dite a me?

Si a te, ci siamo solo noi nel vicolo. Sei tonto?

Come vi permettete! - esclamò offeso Alf.

Ok, scusaci, non hai mai visto parlare delle scarpe?

No! – rispose ancora stupito Alf.

Ah! Ecco. Portaci con te e dacci una pulita e te ne saremo grate.

Grate? Quante siete?

Six e Dix - dissero la scarpa sinistra e subito dopo la destra – Piacere.

Piacere – disse Alf.

Ah! Ecco, un po' di educazione la conosci allora.

Certo! – disse offeso Alf – Vi lascerò qui, non vorrete che mi metta a pulire delle scarpe vecchie come voi!

Vecchie? Siamo solo sporche!

Come volete, ma non lavorerò né vi farò favori...

Sei un pigro - disse Dix

A queste parole Alf girò le spalle e fece per andarsene.

No! Non andare via! Possiamo darti un aiuto, siamo scarpe veramente efficienti.

Non ho bisogno di aiuto…ma se potessi esprimere un desiderio…

No! Quella e la lampada… - esclamò Dix

Allora addio...

Possiamo farti correre veloce come mai prima d’ora, quale bambino non vorrebbe essere il più veloce?

Veloce? Quanto veloce?

Più di quanto tu possa immaginare!

Mmm... forse fate al caso mio…

Allora, affare fatto?

Affare fatto! - confermò Alf felice come una Pasqua.

Afferrò le scarpe e corse a casa, arrivato riempì la vasca e le buttò dentro.

Attento, così ci affoghi! - urlarono le scarpe affondando nell’acqua e sapone mentre Alf le strofinava.

Come siete lamentose!

Scommetto che non dici così quando la tua mamma ti strofina la testa…- lo rimbeccarono.

Zitte! La mamma potrebbe sentirvi...

Infatti, la voce sospettosa della mamma non tardò ad arrivare dal corridoio:

Alf! Alf, con chi parli in bagno?

Tranquilla mamma, faccio il bagno...

Il bagno? – la mamma si stupì perché di solito doveva convincerlo a forza.

Si, il bagno.

Bene – disse la mamma contenta che finalmente si occupasse della sua igiene personale senza che lei dovesse richiamarlo.

Finito il lavaggio le scarpe erano lucide e brillanti, sembravano proprio nuove.

La taglia però non era la sua e questo lo preoccupò.

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