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Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti, vol. 4

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Tessarini (Carlo) da Rimini, godè in Italia di gran rinomanza come compositore, e come violinista, fu per molti anni maestro di concerto e primo violino della cattedrale di Urbino: nel 1762 portossi a Amsterdam, dove la sua musica strumentale ebbe un grandissimo incontro per il gusto moderno, con cui era scritta, e molta ve ne ha quivi impressa, come anche ad Urbino e in Parigi. Pubblicò altresì in Amsterdam: Nuovo metodo di apprender per teorica, in un mese di tempo, a suonar di violino, diviso in tre classi, con lezioni a 2 violini, 1762.

Testori (Carlo Giovanni), maestro di musica e professore di violino in Vercelli, è autore di un'opera quivi pubblicata col titolo: La Musica ragionata, espressa famigliarmente in dodici passeggiate a dialogo, in 4º, 1767, con 22 carte di rami. L'autore dice, che avendo avuto due maestri di composizione, non ebbe dall'un di essi che sei lezioni, dall'altro nove, e tutti e due si fa così si dee far così, e o le loro ragioni, egli soggiunge, non furono abbastanza per me, od io non bastava per loro, e così lasciando la cosa a suo luogo, non ne feci altra. Si mise egli a leggere varj libri, che trattavan di musica, massime per comporre, e benchè il titolo promettesse assai inoltrandosi nel leggerli vi trovò un numero infinito di regole senza vedere un principio d'onde derivassero. Leggendo attentamente queste regole trovonne molte tra di loro contradicenti. Formossi egli dunque da se stesso un metodo, dedotto da alcuni principj, che ben meditando sull'arte dispose gradatamente in buon ordine, e procurossi così il vantaggio di capire il buono, e scartare il cattivo negli scritti altrui. Incontratosi poi nel Trattato dell'Armonia di M. Rameau, dice egli di averlo non solo inteso bene dalla prima lettura, ma di averne eziandio capito lo spirito, per avere egli già battuta la medesima strada. Chechè sia di ciò, l'A. nella sua opera ha saputo farne buon uso, non adottando del Rameau che alcuni buoni principj di pratica: non ha saviamente fatto uso di calcoli aritmetici, che non son punto necessarj al fine ch'egli si propone; ed ha solo sparso il suo libro di esempj chiari, e di semplici dimostrazioni affine di formare in brieve tempo, e senza molta fatica de' ragionevoli compositori di musica. Quel che reca alcun fastidio ai suoi leggitori si è la prolissità e la bassezza del suo stile, onde dommi a credere che questa sia stata la ragione del poco spaccio del suo libro. Nell'avvertimento al lettore egli prometteva di dar fuori pure un altro Trattato della misura, e dello scrivere sotto le parole coll'adattamento al senso di esse. Non sappiamo però ch'egli ciò avesse messo in effetto.

Tevo (Zaccaria), francescano di Venezia e professore di musica, pubblicò quivi nel 1706 un'eccellente opera intitolata: Musico testore, in 4º, ove trovansi molte profonde riflessioni sulla teoria, e sulla pratica della musica. Chiama egli testore il musico che vuol formare a texendo, perchè insegna la maniera di tesser un pezzo di musica di qualunque genere egli sia. Egli sostiene il sentimento di coloro, che non niegano agli antichi la cognizione del contrappunto, o dell'armonia simultanea, sentimento il più abbracciato oggigiorno. L'opera di Tevo è stata lodata da' più dotti scrittori di musica, particolarmente italiani, e francesi.

Thiemé (Federico) musico tedesco, che ha passato in Francia la più gran parte di sua vita, e dove si sono impresse molte sue composizioni musicali. Egli pubblicò in oltre nel 1801 a Parigi, Nouvelle théorie du mouvement des airs, contenant le projet d'un nouveau chronomètre. Quest'opera non sorpassa la mediocrità.

Tiedemann professore di lingue dotte a Cassel, nel 1779 scrisse delle Osservazioni sulla Musica di Pitagora, che Forkel ha inserite nel t. 3 della sua biblioteca di musica.

Tigrini (Orazio), canonico di Arezzo, pubblicò in Venezia nel 1588 Compendio della musica, nel quale si tratta dell'arte del contrappunto, diviso in 4 Libri in 4º. La seconda edizione è del 1602.

Timoteo, poeta musico di Mileto, fornito di un singolar talento dalla natura venne a darne in Atene i suoi primi saggi: ma sonato avendo dinanzi al popolo, gli Ateniesi lo fischiarono. Scoraggiato da questo primo incontro, pensava di rinunziare alla musica per la quale credeva già di non avere disposizione alcuna, quando Euripide, più perspicace della moltitudine talmente lo consolò e fecegli animo, che obbliar gli fece la sua disgrazia. Egli diessi di poi interamente a coltivar la sua arte, e giunse col suo genio a fare una rivoluzione nella musica de' Greci. Ad imitazion di Terpandro aggiunse quattro nuove corde alla lira, e trasse dal nuovo istromento un'armonia sì penetrante, sì dolce, che il Senato di Sparta, riguardando siffatta innovazione come pericolosa a' costumi condannò con un rigoroso decreto conservatoci da Boezio i nuovi progressi dell'arte, e l'artista insieme. (V. l'artic. Cleaver, nel 2º tom.). Si pensava già al riferir di Ateneo, di tagliar quelle nuove corde secondo il decreto, quando si accorse Timoteo di una statua di Apollo, la di cui lira aveva l'ugual numero di corde della sua: mostrolla ai giudici, ed ei fu assoluto. Proseguì a perfezionare allora l'antica musica, e vien riguardato qual inventore del genere cromatico, e di un canto più scientifico e più variato. La sua riputazione tirò alla sua scuola un'infinità di scolari. Egli esiggeva doppia paga da quegli, che venivano per imparar da lui a suonar di flauto, o la lira, dopo avere avuto un altro maestro: e davane per ragione, che un abil maestro, succedendo a de' precettori semidotti, ha doppiamente ad affaticarsi, con fare obbliare al discepolo quel che aveva appreso male, e con nuovamente istruirlo. Egli morì in età di 90 anni cinque secoli innanzi G. C. Si sa la bella ode di Dryden, nella quale il poeta celebra con entusiasmo i sublimi talenti di Timoteo, e M. Delille nel suo poema de l'Imagination chant V, se non che ambidue lo han confuso con un altro Timoteo posteriore a costui.

Timoteo di Tebe, cel. musico e suonatore di flauto nella corte del grande Alessandro, fiorì alcun tempo dopo del precedente. Chiamato alle nozze di Alessandro con Rossane, Timoteo ne fece l'apertura accompagnando con la tibia un inno ad Apollo (V. Plutarc. de nupt. Alex.), e talmente fecesi ammirare da quel conquistatore, che volle presso di se ritenerlo per sempre. Egli aveva il talento di eccitare, o di calmare in questo principe il suo umore guerriero. Se gli attribuiscono dei libri sulla musica, che non sono giunti sino a noi.

Tinctor, o Teincturier (Giovanni), di Nivelles nel Brabante, fu dapprima cappellano e musico del re di Sicilia, come nelle sue opere si chiama egli stesso, e quindi nella sua patria canonico e dottore in dritto. Fu egli che fondò in Napoli, mentre era in corte del re Ferdinando, insieme con Gaffurio e Garnerio, quella cel. scuola di musica, che fu in quel tempo sommamente utile ai progressi dell'arte in Italia. A quest'oggetto egli scrisse più opere sulla teoria e la pratica della musica in latino idioma, assai puro per quel secolo: a lui si deve il primo Dizionario di musica col titolo di Terminorum musicæ definitorium, e quest'opera è altresì il primo trattato dell'arte, che siasi onorato colle stampe di Napoli, e da lui dedicato a Beatrice di Aragona figlia di Ferdinando verso il 1478. Forkel l'ha fatto ristampare nella sua Letteratura generale della musica a Lipsia 1792. Questo dizionario, dove sono spiegati i termini dell'arte in uso ne' secoli di mezzo, è di un'estrema importanza per la sua storia: pare che i più accurati bibliografi in musica, come Sammler, Doni, Zarlino, Bottrigari non ne abbiano avuto notizia: e sino al P. Martini, Burney e Forkel se n'era quasi del tutto perduta la memoria. Le altre opere di questo dotto autore del secolo 15 sono rimaste manoscritte.

Tissot (Samuele-Augusto), cel. dottore in medicina, in molte delle sue opere parla degli effetti della musica sul corpo dell'uomo, e divide la musica medicinale in incitativa, e calmante. (V. Lichtenthal p. 57, e 79). Merita altresì che si legga un suo piccol libro intitolato: Essai sur la mue de la voix.

Titon du Tillet (Evrard), morto in Parigi nel 1762. Egli conservò sino alla fine de' suoi giorni un vivo gusto per le belle lettere: nel suo Parnasse français, Paris 1732 in fol. si trovano molte osservazioni sulla poesia e sulla musica, e le notizie necrologiche de' musici francesi. I supplementi ch'egli pubblicò in un altro volume in fol. giungono sino al 1760, e contengono la storia de' musici in quest'intervallo defunti. Il suo stile è negletto, e monotono.

Toderini (l'ab. Giambattista), precettore dei figlio dell'ambasciadore di Venezia a Costantinopoli, ove dimorò per sei anni, è autore di un'opera in 3 vol. intitolata: Letteratura turchesca, Venezia 1787. Nel primo tomo egli tratta della Musica de' Turchi, e mostra esser falso contro l'asserzione di Dunbar, e Niebuhr inglesi che i turchi di distinzione disdegnino di apprender la musica: essi evitano soltanto di farsi sentire in pubblico. I turchi, egli dice, hanno preso dai Persiani la loro musica; il Sultano mantiene un numeroso coro di musici, i quali fanno sentirsi in occasione di solennità. Al serraglio vi ha una musica da camera, che il Sultano fa eseguire più volte per settimana: vi fa alle volte introdurre eziandio i più distinti musici della città Greci, Armeni, Giudei o Turchi. Toderini dà alla fine di questo volume un saggio della musica turchesca. La sua opera è stata tradotta in tedesco dal professore Hausleutner a Stuttgard, ed in francese dall'ab. de Cournand a Parigi.

Toepfer (Carlo), precettore nel ginnasio d'Eisenach, è autore di un'opera in tedesco che ha per titolo: Elementi per imparare la musica, e principalmente il cembalo, con una introduzione critica, Breslavia 1773 in 4º.

 

Tolemaide di Cirene, donna seguace della filosofia di Pitagora, secondo l'uso di questa scuola coltivò anche la musica. Porfirio ne' Comenti sugli armonici di Tolomeo, cita alcuni di lei scritti sulla musica (V. Fabric. Bibl. Gr. t. 2).

Tolomeo (Claudio), cel. matematico di Alessandria nell'Egitto fiorì verso l'anno 130 dell'era cristiana. Egli coltivò la musica, che presso gli antichi sappiamo aver fatta parte delle mattematiche, e de' studj de' filosofi. Abbiamo di lui Tre libri degli Armonici, sopra i quali vi fece Porfirio de' lunghi Comenti. Il D. Wallis li ha tradotti in latino, e col testo greco promesso dal Meibomio pubblicolli a Oxford, dapprima in 4º, nel 1682, e quindi nel 1699 in fol. con una sua appendice: De veterum Harmonica ad hodiernam comparata. Il dottissimo ab. Requeno dopo un profondo esame della dottrina di Tolomeo e de' suoi Comentatori, “I moderni credono, egli dice, che la musica debba più a Tolomeo che a nessun altro de' Greci; ma dall'esame de' greci armonici, e da' miei sperimenti sul greco sistema si conchiude, che nessun altro rovinò tanto l'antico sistema, nè autorizzò col calcolo armonico tanti errori su gli intervalli consoni, quanto Tolomeo. Egli era uomo molto erudito ed accreditato nel calcolo, ed un grande ingegno. Il suo eccellente ingegno lo avrebbe condotto a fare delle dimostrazioni verissime intorno agli intervalli delle sei consonanze, se il fondamento della misura del tuono, con cui le computò, fosse stato vero, anch'esso: ma le fece falsissime per l'insussistenza del principio, da cui fu guidato. Il credito non di manco del suo sapere autorizzò questi computi a tal segno, che Boezio suo seguace giunse fino a sistemare i suoi errori, e a dimostrarli col metodo geometrico in diversi teoremi. Il dotto Zarlino gli copiò e li difese, e Rousseau li trascrisse dal Zarlino: I commentarj di Porfirio sono degni dell'autore dell'Isagoge de' cinque predicabili, celebrati tanto da' nostri scolastici. Porfirio muove disputa contro Tolomeo per avere definito il suono per quantità, essendo, dice egli, una qualità. Lo riprende inoltre per aver egli confuso il suono con la voce; e fuori di qualche erudizione, che allora poco si valutava, e adesso si stima molto, Porfirio ed i suoi commentarj su Tolomeo sono poco pregevoli.” (Saggi ec. t. 1). Veggasi ancora la confutazione della dottrina di Tolomeo che ne ha fatta questo dotto critico nel t. 2 de' suoi Saggi pratici, part. 2, c. 3. Nelle Memorie di Gruber per la letteratura della musica trovansi eziandio delle ricerche critiche molto interessanti sui libri armonici di Tolomeo. “In molti punti, dice l'ab. Andres, Tolomeo si rende inintelligibile, e passa in altri da' ragionamenti e dimostrazioni in sogni e delirj” (Dell'Acustica c. 8). Reca quindi meraviglia come l'inglese Burney lo chiami il più dotto, più preciso, e più filosofico scrittore in questa materia (History of music c. V).

Tomeoni (Florido), nato in Lucca, ma stabilito attualmente in Parigi da più di venti anni, come compositore e professore di musica, nel 1799 pubblicò quivi: Teoria della musica vocale con osservazioni sulla pronunzia delle due lingue italiana e francese, in 8º. Quest'opera contiene delle giudiziose riflessioni sulle due scuole di musica dell'Italia, e della Francia; vi si veggono le ragioni della superiorità degli Italiani nell'arte musicale, ed i mezzi di giungere alla perfezione, che eglino hanno acquistata nell'esecuzione.

Tonelli (Antonio), nato a Carpi nello stato di Modena, studiò in Bologna la musica, ove fecesi un nome celebre pe' suoi talenti. Nominato all'impiego di maestro di canto nel collegio di Parma, ottenne per la sua virtù la protezione del duca. Dopo un soggiorno di 15 anni in quella città, per la stranezza del suo pensare, partì subitamente senza danaro, senz'equipaggio, con un solo abito nero, e 'l suo violino, che eccellentemente sonava: portossi in Danimarca, e vi restò per tre anni. Nel 1720 tornò in Italia come ne era sortito, sfornito di tutto, e ricusò lungo tempo i beneficj de' principi, che offrivangli a gara ottimi stabilimenti, ma egli non volle fissarsi mai in verun luogo. Non fu che nel 1760, che si stabilì finalmente nella patria in qualità di maestro di cappella della cattedrale di Carpi, ove morì li 26 dicembre del 1765, dopo aver dichiarati suoi eredi i poveri incurabili di Faenza. Egli lasciò manoscritto un Trattato della musica. Coltivava altresì la poesia, e si hanno di lui alcuni eccellenti pezzi satirici, sparsi in diverse raccolte.

Toscanello (Orazio), uno di quegli eruditi cinquecentisti italiani, che tentarono di ristabilire l'antico genere enarmonico de' Greci, ma ponendo per base le corde diatoniche, e cromatiche de' moderni, e facendone lo sperimento sul nostro clavicembalo, presero moltissimi abbagli. Orazio pubblicò la sua Arte metrica in Venezia nel 1567. “Su tali principj o su tali supposizioni lascio alla considerazione degl'intelligenti armonici qual conto debba farsi delle loro dotte dicerie, e de' loro tomi in foglio sopra il cromatico o enarmonico de' Greci. Non sono però affatto indegni que' soggetti di stima, mentre, cercando essi l'antica musica, avanzaronsi nella moderna, e rischiararon con la loro pratica varie corde dubbiose della nostra armonia.” Questo si è il savio giudizio che reca di tali opere il Requeno t. 2, p. 125.

Tosi (Pierfrancesco), socio dell'accademia filarmonica di Bologna, si rese illustre sui principj dello scorso secolo per la sua eccellente maniera di cantare, e come compositore e scrittore eziandio. Fu applaudito ne' più gran teatri d'Italia, e d'oltramonti. Quanz il conobbe a Londra nel 1724, benchè in un'età molto avanzata: ma stimato ancora pel suo raro merito. Lasciò quindi il teatro, e consacrossi a formar degli allievi nel canto. La sua opera pubblicata in Bologna, col titolo di Opinioni de' cantori antichi e moderni, o sieno Osservazioni sopra il canto figurato, 1723, è molto pregiata non solo in Italia, ma altresì in Germania ed in Francia (V. Enciclop. metod. art. Aria). Agricola nel 1757 la tradusse in tedesco, con aggiungervi delle interessanti note.

Traetta (Tommaso), uno de' più celebri scolari di Durante, e de' migliori compositori pel teatro nello scorso secolo, nacque a Napoli nel 1738. In età di anni 21, sortì dal conservatorio della Pietà, e due anni dopo scrisse il Farnace per il gran teatro di S. Carlo, di cui fu così brillante il successo, che gli si fecero comporre altre sei opere di seguito sì serie che buffe. In Roma scrisse l'Ezio: e tutti i gran teatri dell'Italia facevano a gara per averlo. Dopo averli tutti percorsi, si attaccò egli al servigio della corte di Parma: fu richiesto in Vienna, e vi scrisse due grandi opere con cori e balli, l'Ifigenìa e l'Armida. Il successo ne fu prodigioso. Dopo la morte dell'infante D. Filippo, Traetta portossi in Venezia, ove se gli affidò il conservatorio dell'Ospidaletto, ma non vi si trattenne lungo tempo. Due anni dopo l'Imperatrice Caterina II lo chiamò a Pietroburgo per succedere a Galuppi, e nei sette anni del suo soggiorno nella Russia vi scrisse sette opere, e molte cantate. Dopo la prima rappresentazione della sua Didone dicesi che l'imperatrice mandogli in dono una scatola d'oro col di lei ritratto, e dentro un biglietto scritto di sua mano, in cui gli diceva, che Didone morendo avevagli fatto quel legato. L'Inghilterra volle anche averlo, ma provò quel clima assai nocivo alla sua salute, e dopo un anno tornò in Italia per guarirsi. Il male tuttavia fu incurabile, ed egli venne a morire in Napoli nel 1779, compiti appena i 40 anni dell'età sua. Traetta musico profondo e melanconico, riesce soprattutto eccellente negli effetti pittoreschi, e patetici dell'armonia. Le migliori sue opere passar possono per altrettanti modelli di musicale poetica, e come esemplari di correzione e di grazia. “Bisognerebbe, dice l'elegante Arteaga, aver approdato or ora da qualche Isola boreale scoperta dal celebre viaggiatore Cook per ignorar i talenti, e la scienza del sempre bello, e qualche volta sublime Traetta.” (Rivol. t. 2). M. Ginguené rapporta il seguente aneddoto, all'art. crier dell'Enciclop. metodica. Nella Sofonisba di Traetta, questa Regina framettendosi tra 'l suo sposo, e l'amante, Ah! barbari che fate? dice loro: Se di sangue dissetarvi bramate – Ferite, uccidetemi, ecco il mio seno, e come eglino sono ostinati a partire per battersi, ella esclama: Dove andate? Ah! no. A quell'Ah! vien interrotta la musica. Il compositore, vedendo che quì gli era d'uopo esimersi dalla regola generale, e non sapendo come esprimere il grado della voce, che dar doveva l'attrice, mise sulla nota sol, tra due parentesi: (Un urlo francese). Traetta intendeva molto bene, che urlo francese era il più acuto grido che formar possa la voce dell'uomo.

Trasillo, greco scrittore di musica, filosofo platonico, e matematico, familiare dell'Imperatore Tiberio, vien citato con elogio come dotto musico da Plutarco, da Nicomaco, da Teone di Smirna e da Porfirio; il quale ne' suoi Comenti sugli armonici di Tolomeo fa menzione di un suo Trattato dell'Eptacordo. Svetonio rapporta, che Trasillo come matematico fu in Roma molto onorato da Tiberio, sino a dargli alloggio nel palazzo. (Vit. Cæsar, in Tiberio n. 14).

Trejer (Padre maestro), valoroso contrappuntista di Firenze e autore di quel curiosissimo canone a quattro, intitolato il Ponte di santa Trinità di Firenze. Sanno i Fiorentini, che su quel bellissimo ponte accorrono li venditori d'ogni genere di frutta e di utensigli, e vi fanno un chiasso del diavolo per tirare ciascuno a se stesso i passeggieri. Questo frastuono di voci e caratteri diversi prese egli facetamente ad imitare con tanta precisione, che a chi l'udiva sembrava proprio di trovarsi in quel luogo, e vi sentiva per sino il romore delle carrozze, non che le grida de' barcaruoli d'Arno, miste a quelle de' venditori. (V. Carpani Haydine lett. 7).

Trento (Vittorio), compositore italiano dei nostri giorni per teatro rinomatissimo, per un gusto tutto nuovo nelle sue produzioni, e per l'originalità e le grazie del suo strumentale, onde a ragion, io credo, che detto ei venga dagl'intendenti l'Haydn e il Mozart dell'Italia. Le sue sinfonie sono pregiatissime per la novità, e brio, e vivacità de' motivi: per lo più vi dà egli principio da un Grave, ove impiegando tutte le ricchezze delle transizioni armoniche, e scorrendo per varj tuoni o modi, interessa non meno il cuor che l'orecchio, comecchè ambi alletti e soddisfaccia. Il suo stile è dignitoso, elegante metodico, e di tale forza a resistere più che ogn'altro all'instabilità del gusto italiano. Nel magazzino di musica del Ricordi in Milano trovansi di lui impressi Gli assassinj ossia Quanti casi in un giorno, Teresa vedova, le astuzie di Ficchetto oltre a più canzonette con accompagnamento di forte piano stampate in Londra, e altrove.

Trichet (Pietro), avvocato di Bordeaux, morto a Parigi nel 1644, di 57 anni. Nella Biblioteca di S. Genovefa si conserva un di lui Trattato manoscritto sugli stromenti di musica.

Triklir (Giovanni) nato a Dijon nel 1750, mostrò sin da' primi anni molta abilità sul violino, e in età di 15 anni portossi a Manheim per perfezionarvisi. Fece quindi tre viaggi in Italia, ove acquistò molti lumi per la sua arte, e nel 1783 di ritorno in Alemagna entrò al servigio dell'Elettor di Sassonia. Egli era allora uno de' più gran virtuosi sul violoncello, e uno de' migliori compositori eziandio su questo istromento. Deesi a lui l'invenzione del microcosmo musicale, pel cui mezzo possono mettersi gli stromenti da corda al sicuro delle variazioni dell'aria. Terminò egli questa sua scoperta l'anno 1785, con l'ajuto di M. Hennequin a Dresda, e la sottomise allora al giudizio de' Signori Schuster, Babbi, Uhlig e Caselli. Egli è morto verso il 1806.

Tritta (Giacomo), attualmente maestro di contrappunto nel R. Collegio di musica in Napoli, fu allievo del cel. Sala. Nel 1787 scrisse la Vergine del Sole, nel quale dramma vi ha un duetto, ed un terzetto di una estrema bellezza. Nel 1788 compose la musica della Molinarella. Nel magazzino del Ricordi in Milano vi ha di lui in oltre Il Cartesiano fantastico, e le trame spiritose.

Tromlitz (Giorgio), uno de' primi virtuosi sul flauto nella Germania, e cel. nella costruzione di tali stromenti, benchè la delicatezza della sua salute lo avesse obbligato dopo il 1780 a non più suonarlo. Egli diessi allora all'istruzione di un gran numero di allievi nell'università di Lipsia; e nel 1786 pubblicò quivi una Dissertazione sul flauto e sulla maniera di suonarlo: di cui ve ne ha una seconda edizione del 1790. Nel magazzino di Cramer trovansi di lui impressi Concerti di flauto, che sono assai ricercati.

 

Trydell (John), musico di Londra, ove nel 1769 diè per le stampe: Two essays on the theory, and practice of music, cioè Due Saggi sulla teoria e la pratica della musica. Il primo contiene gli elementi musicali, e 'l secondo i principj dell'armonia, della composizione e del basso continuo.

Turini (Ferdinando), veneziano, nipote del rinomato Berton, benchè avesse avuta la disgrazia di divenir cieco nel 1772, nel fiore dell'età, fu non di meno uno de' migliori organisti dell'Italia. Compose molti intermedj e cantate, alle quali lo stesso Sassone non potè ricusare la sua approvazione.

Turki (Daniele) fece i suoi studj nell'università di Lipsia dopo il 1773, e coltivò insieme la musica. Il cel. Hassler gli diè lezioni di cembalo sulla maniera di Emman. Bach. Turki si applicò quindi alla composizione: e dopo il 1781 ha dato molti corsi pubblici di quest'arte nell'università di Halle, dove pubblicò le seguenti opere: Dei principali doveri di un organista, 1787. Scuola di cembalo per i maestri, e per i principianti con note critiche 1789. Introduzione allo studio del basso continuo in 8º; la seconda edizione è del 1800, in Lipsia. Quest'opera è pregiatissima. Vi sono di lui impresse eziandio molte sonate per cembalo assai stimate.

Turn-Taxis (il conte di), direttore generale delle poste italiana e tedesca in Venezia, era il protettore e l'allievo dell'illustre Tartini, col quale mantenne sempre un commercio non interrotto di lettere intorno alla musica, di cui erane distintissimo amatore. Allorchè Rousseau si fè lecito nel suo dizionario di musica di fare alcune osservazioni critiche sul sistema di Tartini, egli ne prese vigorosamente la difesa: e venendo a morte il Tartini lasciò in sua cura tutti i suoi manoscritti. Il dottor Burney, che conobbe questo conte ancor giovane nel 1770 in Venezia, lo annovera tra' migliori allievi del medesimo, comecchè il di lui strumento favorito fosse il cembalo, ed ammirò il numero delle messe, de' mottetti, e degli oratorj da lui composti. (Present state of music in Italy).

Turner (William), dottore in musica a Londra, e compositore al suo tempo pregiatissimo sul gusto italiano, morì nel 1740. Egli è inoltre autore di un'opera intitolata: A philosophical essay on music; cioè Saggio filosofico sulla musica, in 4º, senza data.