Pazza Di Te

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Capitolo quattro
Julie

Lascio l'ufficio di Danny a testa alta e mi sento potente. È incredibile quello che un vestito nuovo e un trucco perfetto possono fare per l'autostima di una donna. So bene che non dovrei sentirmi sicura e bella solo dopo essere passata per la mano della Fata Madrina... o del Genio della Lampada, visto che è di George la responsabilità della mia trasformazione! Beh, non importa chi sei, è molto facile dimenticare quanto si vale. Soprattutto quando si ama qualcuno cui non frega niente di te. Mi prometto che da oggi in poi avrò nuove regole di condotta stabilite per me e farò del mio meglio per rispettarle:

Regola n°1: amare me stessa più di chiunque altro;

Regola nº 2: credere di più in me stessa e valorizzare la mia bellezza;

Regola n. 3: inseguire ciò che voglio e realizzare i miei sogni.

E, sentendomi forte, sicura e invincibile, inizio a seguire le mie nuove regole e a prendere il controllo della mia vita e del mio destino. Bacio i miei amici e mi dirigo verso il lato del palco, aspettando il segnale.

Quando mi vedono, i ragazzi della band sembrano sorpresi. Sorrido un po' e mi metto accanto ad Alan, che mi tiene la mano, cercando di rassicurarmi.

- Va tutto bene? - domanda mentre sente la mia mano irrigidirsi.

- Sì, sono un po' nervosa, ma va bene. - Professionale, Julie. Sii professionale, ripeto a me stessa.

- Rilassati, sei bellissima e andrà tutto bene. Ho chiesto a Rafe di presentarci in un modo diverso - riesce a malapena a completare la frase, quando Rafe annuncia sul palco "Juliette & The Band".

Wow! Ora sì, la band ha un nome figo. E con il mio nome per primo! Rimango impassibile all'esterno, ma dentro sto ballando la Macarena e sono così felice.

Saliamo insieme sul palco, salutando il pubblico. Prima di iniziare, Alan fa un breve annuncio.

- Buona sera a tutti! È un piacere avervi qui. - Le donne urlano come pazze. - Quelli di voi che vengono sempre ai nostri spettacoli possono aver trovato strano il nome della nostra band, ma vorremmo condividere con voi che, da oggi, abbiamo guadagnato un grande elemento di forza con Juliette che si unisce al gruppo. Speriamo che lo spettacolo vi piaccia e che vi divertiate!

Mi guarda con un sorriso sensuale sulle labbra. Ricambio il sorriso, un po' goffamente, e saluto il pubblico, posizionandomi davanti al microfono.

I ragazzi iniziano a suonare la canzone che ho scelto per l'apertura. Chiudo gli occhi e mi isolo completamente dal pubblico. Sento le farfalle nello stomaco, ma è una bella sensazione. La parte migliore del cantare le canzoni che amo è esattamente il fatto che mi coinvolgono di più, trasmettendomi tutta l'emozione. Sento il segnale e comincio, con un tono molto morbido e affascinante, a cantare i primi versi della canzone:

Three little birds, sat on my window

And they told me I don’t need to worry.

Summer came like cinnamon, so sweet,

Little girls double-dutch on the concrete.

Avverto un brivido percorrere il mio corpo dalla testa ai piedi. Il pubblico inizia ad applaudire. La musica continua e improvvisamente mi rendo conto che il bar è completamente silenzioso. Apro gli occhi e mi rendo conto che la maggior parte dei presenti mi sta fissando. Non stanno fischiando o lanciando lattine sul palco. Deve essere un buon segno, giusto?

Sorrido a malincuore e chiudo di nuovo gli occhi, immergendomi nei versi della canzone. Mentre pronuncio le ultime parole, il pubblico esplode in un applauso, cogliendomi di sorpresa e rendendo orgogliosi Alan e i ragazzi.

Andiamo avanti, alternando canzoni più lente ad altre più vivaci, e la folla non smette mai di ballare. Dopo aver suonato She'll Be Loved, Alan annuncia una pausa di venti minuti, che gradisco molto, visto che sto morendo di sete e di caldo.

Fuori dalla vista della folla, i tre mi abbracciano felici.

- Julie, è stato fantastico! Il nostro spettacolo non ha mai avuto un'energia come questa! –dice Brian, il batterista, abbracciandomi.

- Congratulazioni. Non pensavo che ce l’avresti fatta, ma mi hai sorpreso - Levi, il bassista, mi fa l'occhiolino.

- Eri incredibile sul palco... e la tua voce faceva impazzire tutti i ragazzi al bar. Incluso me- mi sussurra Alan all'orecchio e mi bacia il collo.

Sento un brivido. Non c'è da stupirsi se le donne urlano quando lui si presenta. Se non fossi innamorata di Danny e non fossi sicura al cento per cento che Alan mi avrebbe mangiato il cuore dopo avermi divorata, mi sarei sciolta ai suoi piedi e mi sarei unita alla schiera delle conquiste di Alan Hunt.

- Grazie - dico a tutti, allontanandomi dal tocco seducente di Alan. - È stato fantastico. Non posso dirvi quanto sono entusiasta e felice. - Sorrido loro e chiedo il permesso di parlare con Rafe, che ci viene incontro.

- Julie, che spettacolo! La gente è pazza di te. Danny mi ucciderà, ma sono sicuro che sia stata la decisione migliore che io abbia mai preso. - Ride e mi abbraccia con forza. Rafe è così dolce, anche con i suoi modi seri.

- Grazie! Detto da te, è un super complimento. Grazie mille per avermi permesso di farlo. Ho bisogno di bere un po' d'acqua e volevo parlare con George e Jo prima di tornare sul palco.

- Sì, certo, certo. Sono al bar. Vado a parlare con i ragazzi.

Bacio Rafe e vado direttamente al bar. Lungo la strada, la gente mi sorride ed io rispondo felicemente.

Mi guardo intorno e vedo George che mi saluta come un pazzo. Comincio a ridere. Ha un aspetto esilarante, come una bambina che ha appena ricevuto una Barbie nuova.

— Ragazzina! Sei uno schianto! Sei bellissima! Diva! Tutto! - Rido a crepapelle mentre lui mi abbraccia molto forte.

— Grazie, George. Dov'è Jo? Raccontami tutto! Ti è piaciuto? Non ero stonata? Ero così nervosa...

— Jo è uscita per rispondere al suo cellulare. È stata un po' misteriosa con quel telefono, sai? Ha detto che era lavoro. Lavorare di sabato, quasi a mezzanotte? Lo so... ma sei stata grande! Hai cantato benissimo. Tutti erano entusiasti, lodavano la tua voce. Ragazzina, se non fossi gay, ti prenderei io. Non ho mai saputo che fossi così sexy.

Sorrido, pensando a quanto sia bello realizzare uno dei miei sogni, fino a quando una piccola nuvola scura attraversa la mia mente.

- Spero che Danny non mi proibisca di continuare a cantare qui. Ne sarei devastata.

- Potrebbe provarci, ma dopo stasera, se non canti qui, potrai farlo ovunque. Sono sicuro che la tua performance sarà sulla bocca di tutti per molto tempo.

Annuisco. George ha assolutamente ragione. Se Daniel non vuole che continui a cantare qui, peggio per lui.

- A proposito-continua - Alan non ti ha tolto gli occhi di dosso. Se fossi in te, approfitterei di quel corpo sexy e tatuato per recuperare. Ne ho sentite di tutti i colori su come suona la chitarra, se capisci cosa voglio dire.

Accidenti, questo commento mi fa quasi sputare l'acqua che sto bevendo.

- George! Aspetta che abbia finito il mio drink prima di dire cose del genere, - mi lamento, ridendo, mentre cerco di ricompormi. È molto difficile essere una signora accanto a George.

- Non avresti dovuto nemmeno iniziare a bere. Te l'ho detto: bere senza brindare, vent'anni senza dare. Sei rimasta a secco per chissà quanto tempo. Aspetta un minuto e ti porterò dell'acqua per salvarti da questa maledizione.

Alza gli occhi al cielo e va dal barman, come se mi stesse facendo un enorme favore.

Rido così tanto che i miei occhi si riempiono di lacrime. Devo scuotermi per evitare di piangere e di rovinare il mio trucco.

Jo arriva proprio in quel momento, con la faccia mezza rossa. Sta arrossendo? Davvero? Non l'ho mai vista così imbarazzata. Prima che io possa aprire la bocca per parlare, lei mi salta addosso.

- Amicaaa! Eri bellissima! Ho pianto quando hai cantato la prima canzone! - dice, e ci abbracciamo, felici. George si avvicina e anche lui ci abbraccia. Sono sicura che sembriamo tre pazzi davanti al bar.

- Ok, un'acqua a testa, perché la nostra diva del pop non può bere alcolici per non rovinare la sua performance.

Alziamo le nostre bottiglie e brindiamo.

Bevo l'acqua velocemente, prima che George mi faccia ridere con qualche altro commento assurdo. Mentre guardo verso il backstage, Alan mi fa segno che è ora di tornare.

- Devo andare.

- Ragazzina, posso richiedere una canzone? - chiede George, facendo la sua espressione disperata cui non riesco a dire di no.

- Certo. Che cosa vuoi che canti?

- Fever, un classico.

- Oh, George. Sei così prevedibile. Solo tu potevi chiedermi di cantare un pezzo di Madonna.

- La adoro! La mia diva preferita. - Mi fa l'occhiolino. - Dopo di te, ovviamente.

Mi allontano da loro, ridendo, e ritorno sul palco con i miei compagni della band. Prima che lo spettacolo riprenda, avverto Alan della richiesta di George.

- Perfetto, Julie. Vogliamo cantarla in coppia?

- OK.

Cominciano a suonare Fever, con un tocco più acustico. Mi posiziono davanti al microfono e Alan comincia a cantare i primi versi:

You give me

You give me fever

Never know how much I love you

Never know how much I care

Wow, questa canzone è sexy! Automaticamente, continuo a pensare a Danny e ai suoi profondi occhi verdi. Alan mi dà lo spunto per iniziare a cantare la mia parte. Con gli occhi chiusi, immagino di cantare solo per Danny. La mia voce esce più roca, e sono stupita di quanto mi senta sexy.

 

Mentre finisco la mia parte, passo il turno ad Alan, che segue la canzone, guardandomi come se stesse pensando a cose indecenti. Abbasso lo sguardo, imbarazzata, e sento la mia faccia diventare rossa.

Romeo loved Juliet

Juliet, she felt the same

When he put his arms around her

He said Julie, baby, you’re my flame

He gave her fever

Ah, dannazione! Ucciderò George. Avevo dimenticato che la canzone menzionava il mio nome! Quando Alan canta “Julie, baby, you're my flame”, mi fa l'occhiolino, come se pensasse davvero che io sia la sua ispirazione, e il pubblico si scatena.

Mi giro verso il pubblico e seguo la canzone, sperando che finisca presto perché, dall'eccitazione di Alan che interpreta la seducente pop star che sembra incarnare così bene, penso che finirà per tirarmi tra le braccia e baciarmi proprio qui sul palco, davanti a questa folla. Allora Danny mi proibirà di cantare!

Lasciamolo fare, mi suggerisce il mio lato ribelle.

Continuiamo la canzone e cantiamo insieme gli ultimi versi. Quando finiamo, riceviamo una standing ovation. Sento gridare "bello" per Alan e "sei uno schianto" per me. Ma quello era George, credo.

Cattivo!

Lo spettacolo continua senza altre situazioni imbarazzanti. Non sono abituata a un uomo bellissimo e tatuato che mi fissa come se fossi un grande e appetitoso dessert.

Alla fine della serata, dopo aver terminato lo spettacolo, saluto la band mentre smonta l'attrezzatura e mi dirigo verso la sala, dove incontro Rafe.

- Julie, sei stata perfetta. Non credo che abbiamo mai avuto una folla così grande! Ho fatto dei conti preliminari e abbiamo già battuto il nostro record. Beh, congratulazioni. Chiuderò i conti prima di andare a casa e potrai ritirare la tua quota domani, ok?

- Cosa? - La domanda sfugge dalle mie labbra prima che possa fermarmi. Doh, Julie, era ovvio che avresti ricevuto qualcosa per aver cantato stasera. Paghiamo sempre i musicisti.

La risposta di Rafe non fa che riaffermare la mia ingenuità.

- Naturalmente. Pensavi di cantare gratis?

Rido e lo abbraccio, ringraziandolo di nuovo per l'opportunità.

Cammino verso il bar per incontrare i miei due migliori amici, che sembrano molto "allegri".

- Prendi un prosecco con noi, Julie Fever- dice George con un sorriso malizioso.

- Quale prosecco! Ho finito. Ho bisogno di andare a casa, fare una doccia e tenere le gambe sollevate. E tu sei in debito con me per aver scelto quella canzone! Pensavo che Alan mi sarebbe saltato addosso.

George e Jo scoppiano a ridere e lui ci abbraccia entrambe.

- L'abbiamo pensato tutti, ragazzina. Andiamo.

Torniamo a casa in macchina, ridendo e parlando dei momenti migliori della serata.

Arrivo a casa, faccio una doccia e indosso una maglietta di Garfield. Poi mi sdraio sul letto e mi rendo conto che stanotte potrò avere un sonno tranquillo e felice, visto che la casa accanto è completamente silenziosa.

Capitolo cinque
Daniel

Non riesco a crederci. Dopo ore di visite alle proprietà, incontri con proprietari, broker e investitori, e poi anche una cena d'affari troppo lunga per i miei gusti, riesco finalmente a entrare nella stanza d'albergo per fare la doccia e riposare.

Avevo bisogno di essere doppiamente concentrato, dato che Zach era fuori tutto il tempo a parlare al telefono o a mandare messaggi. Alzo gli occhi al cielo, ricordando il numero di volte che l'ha fatto. Il ragazzo mi accompagna per aiutarmi e ha la testa da un'altra parte. Avrei dovuto portare Rafe, che è più organizzato.

Mi abbandono a un grande sbadiglio mentre mi stiracchio, stanco.

Sono sempre stato molto più efficiente di notte che di giorno. Ecco perché svegliarmi presto per viaggiare e trascorrere la giornata sbrigando queste faccende burocratiche mi distrugge di gran lunga più che trascorrere la notte al bar.

E devo confessare che stare lontano dall’“After Dark” mi fa davvero male. Il bar è la mia vita. Non ho figli, né sono sposato (grazie al cielo!). Il centro della mia vita è la mia attività, che sta crescendo in modo promettente, e una relazione seria non fa parte dei miei piani.

Non proprio.

Ehi, non criticatemi né alzate gli occhi al cielo. Ne ho abbastanza dei rimproveri di mia madre questa mattina:

- Mamma? Sto entrando, - ho detto, dopo aver bussato alla porta della cucina e girato la maniglia. Come il solito, era aperto.

- Ciao, figlio mio! Sei già in piedi così presto? - Mia madre mi ha abbracciato in mezzo alla cucina e mi ha spinto su una sedia, per farmi fare colazione.

- Sono venuto solo per darti un bacio. Parto per un viaggio con Zach per vedere alcune proprietà immobiliari. Penso che abbiamo trovato quello che cercavamo per espandere l’“After Dark”.

- È fantastico, tesoro. Prendi un caffè e mangia qualcosa. – esclama, mettendomi davanti un piatto con un panino e una tazza piena di caffè nero. -Non mangi bene, stai sveglio tutta la notte... Figlio mio, devi prenderti cura di te stesso. Devi prenderti cura di te stesso, crescere, crearti una famiglia...

- Mamma...

- Niente “mamma”. Hai quasi 28 anni. Non pensi che sia il momento di trovarti una bella ragazza? Sposarti, darmi dei nipotini? Ogni giorno che passa, la giovinezza sparisce.

- Mamma, ti ho detto che non voglio sposarmi...

- Daniel, è ora che tu ripensi alla tua vita. - Oh, merda. Mi ha chiamato con il mio nome completo. Siediti, arriva la bomba. - Quelle ragazze che ti stanno addosso al bar non ci saranno più quando avrai 50 anni. Ascolta quello che ti dice tua madre. E ora mangia, perché so che starai in giro tutto il giorno e non mangerai.

Nonostante tutte le sue argomentazioni circa il fatto che io stia diventando vecchio - a ventisette anni, per la miseria - ancora non m’interessa una relazione seria. L’“After Dark” è la mia vita e non sono disposto a condividere il mio tempo alla ricerca del successo con nessuno. Preferisco lasciare il discorso dei nipoti e del matrimonio alle mie sorelle, Jo e Julie.

Lo so, lo so, Ju non è la mia vera sorella, ma è cresciuta con me ed è stata allevata dai miei genitori dopo la morte dei suoi. Ben presto, è diventata una mia responsabilità come mia sorella. Confesso che quando eravamo più giovani, provavo un sentimento speciale per lei, fino a quando John, il mio migliore amico del liceo, mi sorprese a guardarla come un cane guarda il pollo nel forno, e disse che era disgustoso quello che stavo facendo, che avrei dovuto proteggerla dai ragazzi come me, non sbavarle addosso. Dopo tutto, era mia sorella. I suoi argomenti erano molto convincenti. In definitiva, mi sentivo un pervertito per essere attratto dalla ragazza che viveva sotto la protezione dei miei genitori. Così ho soffocato il mio desiderio e ho fatto quello che ogni fratello maggiore avrebbe fatto: ho protetto Julie il più possibile.

Finora ha funzionato bene.

Accendo il computer mentre mi tolgo la camicia e le scarpe. Mi servirebbe proprio una bella doccia. Frugo nella mia valigia alla ricerca di un paio di mutande quando sento il suono dell'email che mi avverte che ho dei messaggi non letti. Sono sorpreso quando vedo la quantità di notifiche dalla pagina Facebook del bar. Oh, mio Dio! È scoppiata una bomba lì dentro?

Apro Facebook, sentendo già che mi sta per scoppiare il mal di testa. Scorro lo schermo e sono sotto shock. Il numero di check-in al bar è infinitamente più alto che qualsiasi altra notte.

Scorro lo schermo e leggo i commenti:

Lucy Smith: Serata meravigliosa con voi amici! L’“After Dark” ha spaccato con il bellissimo Alan.

Michael Lewis: Spettacolo eccellente! Congratulazioni ai ragazzi dell’AD!

Anne McCarty: La miglior serata di sempre!

Luc Robs: Cos'è la voce di quella ragazza sexy che canta all’AD?

Aspetta un attimo. Sexy? C'è qualcosa che non va. Snash e The Band non hanno "fighe" tra di loro. Mi domando se hanno invitato qualcuna a suonare stasera con loro.

Scorro un po' più in basso e trovo un post del cantante:

Snash: Amici, dico addio all’AD. Vado in India per trovare il mio equilibrio e la pace interiore.

Oh, cazzo! Abbiamo perso il cantante della band e Rafe non mi ha nemmeno chiamato? E chi è la ragazza sexy che cantava al suo posto? Prendo immediatamente il mio cellulare per chiamare Rafe e vedo cinque messaggi non letti:

Rafe: Amico, chiamami. Ci sono problemi.

Rafe : Danny, dovrò adottare delle misure estreme. Snash se n’è andato poco prima dello spettacolo. Chiamami!

Rafe : Chiamami, DANNAZIONE!!!

Rafe : Cazzo. Ne parleremo, quando tornerete. T’incazzerai, ma non avevo scelta. Ho trovato una sostituta di Snash.

Rafe : Sono elettrizzato. Pienone. È stato un successo. Restate dove siete e me la caverò meglio con voi lontano. :D

Ora sono curioso. Mi chiedo chi abbia assunto?

Un link sulla timeline del bar cattura la mia attenzione. "Juliette & The Band che cantano Fever all'After Dark". Oh, bene, qualcuno ha registrato lo spettacolo della nuova band.

La qualità del video non è molto buona, sembra girato con un telefono cellulare. La persona che l'ha filmato era molto vicina al palco. Si concentra su quell'idiota di Alan, che inizia a cantare per primo. Lui, purtroppo, è un idiota che devo sopportare, anche se si comporta come uno stronzo, incantando costantemente le fan e portandone sempre qualcuna nel suo camerino. Riuscite a credere che un idiota con i capelli così abbia delle fan?

Il video continua fino a quando una voce femminile roca e sexy inizia a cantare. La telecamera si gira verso di lei e... Porca puttana! Una bionda bella, calda e sexy ha gli occhi chiusi e ondeggia il suo corpo al ritmo della canzone.

Sento un brivido correre lungo la schiena e l'eccitazione s’impadronisce di me. Era da molto tempo che non mi sentivo così. Non so nemmeno se mi sono mai sentito così. In realtà, l'ho fatto, ma ho dovuto soffocarlo. Non avrebbe mai funzionato. Naturalmente ho avuto molte esperienze, esco con molte belle donne, ma quel tipo di desiderio, quello che mi fa annodare lo stomaco e sentire come se mi avessero dato un pugno nel petto, è più raro. La sensazione che ho è che stia cantando solo per me. Sono sicuro che ogni uomo nel bar stasera si sia sentito allo stesso modo. La canzone continua e mentre la bionda canta la canzone sexy duettando con quell'idiota di Alan, non riesco a smettere di immaginare le cose che quella bocca deve essere capace di fare.

Continuo a fissare lo schermo e mi acciglio. Ha un aspetto vagamente familiare. Mi chiedo se sia già stata al bar. Non credo. Non dimenticherei mai di aver visto una donna come lei. La bionda continua a cantare, con gli occhi chiusi e un piccolo sorriso sul viso, emanando sensualità in modo sottile, quasi come se non fosse consapevole di ciò che può provocare negli uomini.

La canzone finisce e così il video. Ora, oltre ad essere stanco, sono eccitato e infastidito. Mi alzo dalla sedia, mi tolgo i pantaloni e vado in bagno. Ora, più che mai, ho bisogno di una doccia. Fredda, preferibilmente.