Dice quel motto antico:
«ciò che si lascia è perso.»
(Poi Lei, accennando a Lui, e Lui, accennando a Lei:)
E che farà
quando per forza
comparirà
da questa scorza
l'imprevedibile
che dentro sta?
Si morderà
le dieci dita
e imparerà
che nella vita
rompe le scatole
la realtà.
Toglietevi la maschera,
scopritevi il visino.
Dagli occhi l'indovino:
dev'essere divino!
Datemi il buon esempio,
gentil giovanottino.
È troppo sibillino
cotesto mascherino.
Almen fate ch'io guardi
un sol piedino vostro.
No, no, no, no!.. Più tardi…
Più tardi ve lo mostro.
Avete, tale e quale,
l'aria d'una novizia!
Ma pure, in generale,
è sempre l'uom che inizia!
E allora, o dolce incognita,
sta ben: vi servirò.
(Voltando le spalle e preparandosi a togliersi la maschera – tra sè:)
Ho quasi quasi scrupolo
di aver tardato un po'.
Sbrigatevi! Sbrigatevi!
Frenate l'ansietà.
(fingendo un accento di ansia infrenabile)
Non posso… Il cor mi palpita…
(buttando via il mascherino e sbottonando il domino, appare vestita da uomo, in frak e cravatta bianca: ma le forme del corpo ed il viso rivelano la perfetta muliebrità.)
Son donna: eccomi qua!
Oh che fortuna!
Donna?
Ma sì! Donna! Donnissima!
Non sa sotto la gonna
che pezzo d'uomo c'è!
Ne siete ben sicura?
O bella!.. Sicurissima!
Graziosa è l'avventura!
Donna!?..
Credete a me.
In questa trappola
che lei parò,
lei stessa capita,