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Dopo il veglione o viceversa

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Vi perdonerò se avara
non sarete voi con me…
 
Lei
 
Che volete? Non comprendo.
 
Lui
 
Un bacino… Non fa male!
 
Lei
(stringendosi nelle spalle)
 
Ve lo do.
 
(per cortesia lo bacia, in fretta, sul mento.)
Lui
 
Io ve lo rendo.
 
(la bacia sulla guancia.)
Lei
 
Non c'è sugo…
 
Lui
 
Sì che c'è!
 
(e tenta di abbracciarla.)
Lei
 
Ma, signora! Che vi piglia?
 
Lui

(impappinandosi, cerca di giustificarsi)

 
Mi sembrate… una mia zia…
 
Lei
 
In che cosa mi somiglia?!
 
Lui
(abbracciandola forte)
 
Una vera simmetria!
 
Lei
 
Basta!.. basta!.. Non stringete…
 
Lui
 
Non la vedo da tanti anni!..
 
Lei
 
Ma, in sostanza, voi… chi siete?
 
Lui
(confuso)
 
Io?.. Non sono… nei miei panni!..
 

(Corre, alla sua volta, dietro il paravento, portando seco gli abiti d'uomo che Lei indossava.)

Lei
 
E dite: m'è concesso
saper che fate, adesso?
 
Lui
 
Io voglio del mio sesso
riprendere possesso.
 
Lei
(meravigliata)
 
E che vuol dire questo?!
 
Lui
 
Mi svesto… e mi rivesto…
 
Lei
 
Se vengo, vi molesto?
 
Lui
(con entusiasmo)
 
Venite pur…
 
Lei
(diffidente)
 
No!.. Resto.
 

(Ricomincia la mimica. Lei, come ha fatto Lui, punta dalla curiosità, cerca di vedere quel che avviene dietro il paravento; ed osserva, inquieta, la roba che Lui, svestendosi, le fa piovere addosso, cioè il domino, il mascherino, la parrucca, le imbottiture con cui aveva improvvisate le forme di donna.

Finalmente, vengono giù la gonna e la sottana. Lei, sempre più curiosa, sale sopra la seggiola, vede… e dà un grido quasi di spavento. Quindi scende precipitosamente, e, indignata, aspetta.)

Lui

(comparisce, pavoneggiandosi, vestito degli abiti maschili di Lei, che gli vanno male; e, poichè Lei ha un gesto d'ira e di sdegno, le si ginocchia ai piedi.)