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Maschere: Dramma in un atto

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Il Pretore

Va bene, va bene.

(Per la porta a destra escono il Pretore e il Cancelliere)

SCENA III

LUIGI e FRANCESCA
Luigi

Francesca…

Francesca

Signore. (Resta indietro.)

Luigi

Fatti avanti.

Francesca

Son qua.

Luigi

Tu, già, non sai niente.

Francesca

Niente.

Luigi

Non sai perchè si è uccisa la tua padrona?..

Francesca

Come posso saperlo io, che sono la serva?

Luigi

(fingendo) Ha avuto forse dei dispiaceri in questi giorni?

Francesca

Dispiaceri? E che dispiaceri? Nessuno.

Luigi

È accaduto qualche cosa a Ida?

Francesca

Alla signorina Ida! Ma che vi pare? Quell'anima di Dio era la gioia della mamma!

Luigi

E da quanto tempo la mamma non era andata a trovarla in collegio?

Francesca

Da domenica. Sicuro! Ogni domenica ci andava. Era il suo primo pensiero.

Luigi

Sicchè, in otto mesi, in otto lunghi mesi ch'io sono stato lontano dalla casa mia, nessun dispiacere, nessun disappunto, nessuna noia… e tutto è andato bene.

Francesca

Sissignore.

Luigi

E stamattina, prima che la tua padrona si avvelenasse, tu non hai sospettato niente, non ti sei accorta di niente?

Francesca

Eh! se ci fossi stata io in casa… Chi sa!

Luigi

Tu non c'eri?

Francesca

No che non c'ero.

Luigi

Dov'eri andata?

Francesca

A portare una lettera al collegio.

Luigi

Avrà scritto alla figlia annunziandole il suicidio; e tu le hai portata una tale lettera?!..

Francesca

Che ne sapevo io? Quando scriveva, proprio là, povera signora, l'ho vista con la faccia più tranquilla del solito…

Luigi

E solamente la lettera alla figlia ha scritta? (Pausa) Rispondi!

Francesca

Io poi certamente non potevo andare a vedere i fatti suoi.

Luigi

È giusto! È giusto! Ma… hai detto d'aver consegnato una sola lettera…

Francesca

Nossignore, io non ho detto questo.

Luigi

E quante ne hai consegnate?

Francesca

Una al collegio… È la verità.

Luigi

Una al collegio?

Francesca

Sissignore.

Luigi

E… e l'altra?.. A un parente?

Francesca

Voi stesso lo capite: a un parente.

Luigi

(contenendosi) Ma parla, parla! Perchè bisogna affaticarsi a tirartele di bocca le parole? A quale parente?

Francesca

Al signor Paolo, al vostro socio, che per voi è più che un parente… Che c'è di male?

Luigi

(là per là ne ha un'impressione mista: il nome del socio non gli desterebbe nessun sospetto se la serva non si fosse imbarazzata. Ripete quasi fra sè:) Che c'è di male! Difatti… che c'è di male?.. (Poi, fissando qualche idea nel cervello) Paolo… (A Francesca) Tu, però, non volevi dirmelo.

Francesca

Io!

Luigi

Non volevi dirmelo.

Francesca

Credevo che…

Luigi

Che credevi? Che credevi?

Francesca

Certe volte la fantasia cammina… Ma io vi giuro che sono innocente!..

Luigi

(dopo breve silenzio) Non volevi dirmelo… (Fra sè:) Paolo!..

Francesca

(intimorita, vuole svignarsela) Se mi date licenza, io vado a mettere davanti al letto, almeno per ora, le due candele che ho comprate… Qua non ce n'era più neanche mezza…

Luigi

(se la fa avvicinare) Senti.

Francesca

Comandate.

Luigi

(sottovoce, minacciosamente) Vattene da questa casa, e non ci rimettere più il piede.

Francesca

E che ho fatto io?.. Perchè debbo essere scacciata? Io sono innocente!..

Luigi

Zitta, non gridare… Io non ti scaccio… Fingerai d'andartene per volontà tua. Ti pago tre mensili, ma vattene!

Francesca

Quand'è così, me ne vado.

Luigi

(convulso, misteriosamente, cava dal portafogli il danaro e glielo mette nelle mani.) A te… Prendi… E via!

Francesca

Ma prima d'andarmene voglio vederla un'altra volta. (Piagnucolando) E poi… m'ha lasciato… due vesti… perchè le fui sempre fedele… Sono parole sue… E se mi date il permesso, io me le vado a prendere…

Luigi

Le fosti fedele?.. Il compenso è meritato… Pigliati le vesti, pigliati quello che vuoi… Ma bada: (sempre sottovoce) tu non parlerai più di lei, non parlerai più di me, con nessuno. Hai capito bene?

Francesca

Sissignore.

Luigi

Va.

Francesca

(entra nella stanza mortuaria.)

SCENA IV

LUIGI, solo

(In preda alle smanie più roditrici, volge lo sguardo intorno, rovista nella scrivania, esamina i foglietti, le buste, la carta asciugante. Nel cestino piglia qualche pezzo di carta, lo guarda e mormora:) Nulla… Nulla… (Indi, si avvicina al caminetto e vi scorge della carta quasi tutta divorata dalle fiamme) Ah!.. (Ne raccoglie un po' e, con uno sforzo di pazienza, cerca di leggere su qualche piccolissimo lembo non interamente incenerito.) Caratteri di lei! (Riflettendo) Lettere restituite e bruciate… (Riesce a leggere soltanto alcune sillabe) «io… non… sono…» E più nulla! Nulla!.. (Guarda qualche altro pezzettino) «se… il… tuo…» (Ripete, riflettendo acutamente e tormentosamente:) «se il tuo…» – «se il tuo»… (Ma non riesce a raccapezzarsi, e, assorto, muove appena il capo come se dicesse ancora tra sè: nulla! nulla!)