Il Gioco Di Casper

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Capitolo Tre

La mattina dopo alle 9, una giovane donna entrò al Blue Parrot. Andò al tavolo di Bell e gli diede un fascio di buste bianche.

“Dio, quanto odio questo posto.” I suoi capelli color champagnele fluttuavano sulle spalle.

“L’hai già detto ieri notte, Leticia, e anche quella prima ancora.”

Leticia


“Perché non possiamo lavorare fuori da un parrucchiere o una sala da bowling?” Indossava dei jeans e una maglietta Bianca con scritto ‘Sì, corro come una ragazza. Prova a starmi dietro’ sulla schiena.

“No—”

Lei lo interruppe. “Lo so. Niente soldi in quei posti.”

“Giusto. Come va il progetto Kessler?”

“Con dieci giorni di ritardo sulla tabella di marcia,” disse.

“Qual è il problema?”

“Una cattiva pianificazione da parte tua.”

“Sei stata tu a stabilire il diagramma di flusso e la tabella di marcia,” disse lui.

“Certo, ma chi ha deciso il budget?”

“Uhm, il manager?”

“Giusto di nuovo. Ecco arrivare uno dei tuoi asinelli.”

Bell alzò la mano per farle cenno di tacere.

Gigi non tacque. “È chi penso che sia? Chi è?”

Leticia la fissò.

“Sii gentile, Gigi,” disse Bell. “Lei è il mio assistente esecutivo. Torna al tuo sgabello e aspetta come gli altri.”

“Manca solo un minuto alle nove,” disse Gigi. “Se mi dai la mia busta, risolverò il tuo sciocco enigma e andrò a prendere la vincita da Blinker.”

“Quando mi vedrai dirigermi all’uscita sul retro, potrai unirti ad altri undici giocatori.”

“Undici. Bene. Bel piatto stasera.”

“Vai.”

“Non essere sgarbato,” disse Gigi. “Lei deve essere Leticia.” Le porse una mano.

Si strinsero la mano. “Come conosce il mio nome?” chiese Leticia.

“Quando ho chiesto a Bell che aspetto aveva, lui mi ha detto che era una donna più bella di me.”

Leticia rise. “Bene.” Lasciò andare la mano di Gigi e guardò Bell. “Sono sicura che l’abbia detto.”

“È vero.” Si voltò verso Bell. “Ok, Bell, io vado. Cerca di sbrigarti.” Tornò al bar.

“Devo sistemare il progetto Kessler per te?” chiese Bell.

“No,” disse Leticia. “Ma avremo bisogno di altri ventimila dollari entro la fine del mese.”

“Dannazione. Ok. Ti ho appena mandato per mail le specifiche del prossimo.”

“Meraviglioso. Stai iniziando un nuovo progetto senza aver finite il Kessler.”

“Sì. Ora, sbrigati prima che quei tizi al bar ti facciano proposte indecenti.”

“Sciocchezze. Sono fuori da questo schifo.”

Bell prese le buste e andò verso il retro del locale.

Mentre camminava undici giocatori, compresa Gigi, lo seguirono.

“Bene, gente.” Bell tirò fuori le buste. “Leggetele e piangete.”

Tutti aprirono la propria busta.

“Che diavolo?” sussurro Gigi.

“Già,” disse uno degli uomini. “Idem.”

“Sarò al mio tavolo se qualcuno indovina.”

Bell li lasciò per consegnare un altro set di buste a un secondo tavolo, poi a un terzo.

* * * * *

Una ragazza magra dai capelli castani era seduta vicino a Bell quando uno dei giocatori si avvicinò al tavolo.

L’uomo era vicino ai cinquanta, calvo, e aveva una notevole pancia da birra.

“L’ho risolto, Bell. Sono il primo?” Sorrise alla bella ragazza castana.

Lei ghignò. “Sembra assetato.”

“E lei?”

“Diavolo, certo.”

“Sei il primo, Frankie,” disse Bell. “Cosa sei riuscito a fare?”

Frankie gli porse il suo foglio.

“Ehi,” disse la ragazza, “è uno degli enigmi di cui mi parlavi?” Si chinò mentre Bell apriva il foglio.

“Sì.” Si voltò in modo che lei non potesse vedere, poi lesse silenziosamenteprima l’enigma, poi la risposta di Frankie. ‘Il padre di Will ha cinque figli; Mercutio, Tybalt, Capulet, Montague… chi è il quinto figlio?’

‘Romeo,’ era la risposta che Frankie aveva scritto sul foglio.

“Mi spiace, Frankie,” disse Bell. “Sbagliato.”

“Cosa? Questi quattro tizi vengono da—”

“Non dire altro,” lo interruppe Bell. “Questa ragazza potrebbe decider di unirsi al prossimo gioco. Non vogliamo darle degli indizi prima che si iscriva, no?”

“Immagino di sì.”

“Quando vedrai il vaso di Blinker vuoto, potrai tornare a vedere la risposta.”

“Va bene.” Frankie sorrise alla ragazza. “Non aveva detto qualcosa riguardo a un drink?”

“Sì, l’ho detto. Vada al bar, ordini un pink daiquiri per me e il drink per lei. Sarò lì tra un minuto.”

“Ce l’hai, dolcezza.”

“Sì, ce l’ho, Frankie. Ed è ‘Candi’ con la ‘i.’ Sono dolce e gustosa, proprio come un dolce vero.”

Frankie sorrise e s e ne andò.

“Quindi ha perso mille dollari?” chiese Candi.

“Sì. Ora ha visto come funziona?” chiese Bell.

“Certo. Mi faccia vedere il foglio di Frankie, e potrei partecipare al prossimo gioco.”

“Mi spiace.” Bell piegò il foglio e lo mise sotto il computer. “Regole del Ringmaster.”

“Bè, peccato.”

“Vuole un enigma di esempio?” chiese lui.

“Okay.”

Disegnò il triangolo con le due line che lo attraversavano e le due verticali su un tovagliolo. “Quanti triangoli vede?”

Prima che potesse rispondere, Gigi si avvicinò al tavolo. “Vedo che il vaso è ancora pieno di soldi.”

Bell annuì mentre prendeva il foglio che lei gli porgeva. Lesse la risposta e scosse la testa. “Mi spiace.”

“Cosa? È ovvio. I quattro uomini vengono da”

“No,” disse Bell. “Non di fronte a una nuova giocatrice.”

“Oh. Ma penso comunque di aver ragione.”

“Quando il vaso sarà vuoto lo scoprirai, e ti prenderai a schiaffi da sola.”

“Dodici triangoli,” disse Candi.

“Ha,” Gigi rise, “diciotto.”

“Non può essere.” Cominciò a contare di nuovo i triangoli.

“Si tenga i soldi, ragazza,” disse Gigi. “Questo gioco non è per i deboli di cervello.” Li lasciò per aspettare il risultato al bar.

Altri due uomini si avvicinarono al tavolo e diedero entrambi la stessa risposta sbagliata.

“Non possono essere diciotto,” disse Candi.

Bell le indicò tutti i triangoli.

“Dannazione, è difficile.” Fissò il disegno sul tovagliolo.

“Enigma piuttosto difficile, stasera,” disse qualcuno.

Bell alzò lo sguardo per vedere un uomo piccolo e magro che doveva avere più di settant’anni.

Porse il foglio a Bell.

“Congratulazioni, Wally. Vai a prendere la vincita da Blinker.”

“Sì! Lo sapevo.”

Tutti i giocatori guardarono Wally contare la vincita, poi il vaso vuoto tornò sulla sua mensola.

“Qual è la risposta?” chiese Gigi quando si avvicinò al tavolo di Bell.

Bell le porse il foglio di Wally.

“certo, diavolo.” Gigi rise. “Era proprio sotto i miei occhi per tutto il tempo. Le prime parole dell’enigma, ‘il padre di Will.’ Ovviamente Will è il quinto figlio. Buon per il Ringmaster.”

“Forse dovresti scoprire nuove forme di intrattenimento,” disse Bell.

“Sì, lo farò, dopo che vincerò domani sera.” Aprì la borsetta mentre andava da Blinker al bar.

Candi contò mille dollari in banconote da venti. “Sono per il gioco di domani.”

“Okay, ma tolga quel mucchio di soldi dal tavolo. Vada a darli a Blinker. Poi si occupi di Frankie prima che si sbavi addosso.”

Candi rise. “Già, non lo sa ancora ma sta per spendere mille dollari in divertimento e giochi.”

* * * * *

La sera seguente, Leticia sedeva con Bell al tavolo.

Gigi si avvicinò a loro un minuto prima delle nove. “Quante buste, Leticia?”

Leticia la fissò mentre beveva la sua birra.

“Sedici,” disse Bell. “E ciao anche a te.”

“Ciao, e salve alla tua cosiddetta assistente.”

“Posso picchiarla, Bell?” chiese Leticia.

“Sì, ma non stasera.”

Gigi sorrise a Leticia. “Sta facendo diventare qualcuno un bel cobra.”

“Forse un serpente a sonagli con i denti a forma di dollari.”

“Piantatela,” disse Bell. “Pronta a giocare?” Si alzò dal tavolo.

“Diavolo, certo.” Gigi lo seguì mentre si dirigeva al tavolo sul retro. Altri quindici clienti li seguirono.

“Mi state prendendo in giro?” disse Gigi dopo aver aperto la sua busta.

“Non è così facile come pensi.”

Bell corse da altri due gruppi di persone. Non appena si sedette vicino a Leticia, Wally si avvicinò al tavolo.

Porse il foglio a Bell. “È un cinquanta e cinquanta, quindi ne ho semplicemente scelta una. Sono primo, vero?”

“Sì, sei primo, ma la risposta è sbagliata.”

“Maledizione. Sapevo che avrei dovuto scegliere la gallina.”

Altri due uomini si avvicinarono al tavolo.

“Mi spiace, ragazzi. Sbagliato per entrambi.”

Wendy portò la risposta a Bell.

“No. Sarai più fortunate la prossima volta, Wendy.”

“Andrò a uccidere un pavone.” Se ne andò al bar.

“Forse lo abbiamo fatto troppo difficile,” disse Leticia. “Uh-oh, eccone altri tre.”

Tutti avevano sbagliato.

“Oh, ottimo,” disse. “Ecco arrivare la tua puttana preferita.”

“Il vaso è ancora pieno,” disse Gigi. “Quante risposte sbagliate finora?”

“Sette,” disse Bell.

“Anche questo era ridicolmente semplice o incredibilmente intelligente,” disse Gigi.

“Qual è la sua ridicola risposta?” chiese Leticia.

Gigi sorrise e lesse dal suo foglio. “Quale è venuto prima, l’uovo o la gallina? E scommetto che quei sei perdenti hanno lanciato in aria una monetina e hanno scelto l’uno o l’altra. Giusto?”

Bell annuì.

“La mia risposta è che nessuno dei due è venuto prima.”

“Ti spiacerebbe spiegare come sei arrivata a questa conclusione?” chiese Bell.

“Sia l’uovo che la gallina si sono sviluppati insieme, e discendono da un piccolo dinosauro oviparo.”

“Oh cielo!” disse Leticia.

 

“Giusto,” disse Bell. “Il nome del piumato amico della gallina è Archaopteryx. Vai a prendere i tuoi sedicimila sacchi.”

“Speravo davvero che scegliesse l’uovo.” Leticia guardò Gigiandare a cercare Blinker.

“Va tutto bene, pasticcino, sappiamo chi sono i veri vincitori.”

Capitolo Quattro

Il giorno seguente, Bell sedeva al suo tavolo all’una di pomeriggio, fissando una giovanissima ragazza bionda.

Sedeva di fronte a lui, con le braccia incrociate, accigliata.

Lui cercò di uguagliare il suo cipiglio.

Lei fisso il proprio telefono, sorrise, e premette un bottone.

‘KA-POW!’ si sentì dal cellulare di lui. “Accidenti!” Bell lo prese e osservò lo schermo.

“Bell, Bell, Mister Liberty Bell,” la ragazza canticchiò un motivetto. “Viso così duro e aspro che rompe lo specchio. Io penso che sarà la tua Destroyer a cadere.”

Lui guardò la sua Destroyer Avenger inclinarsi e piegarsi in basso verso poppa. Premette un bottone del cellulare, poi cantò, “Millie, Millie, Miss Sciocca, assomiglia così tanto a un pirata, i bambini la chiamano Billy.” Premette un altro pulsante.

‘BOOM!’ La ragazzina fissò il suo cellulare, a bocca aperta.

“Boom, Boom,” disse Bell. “Sembra che la tua Carrier Eisenhower abbia appena incontrato la sua fine, la sua fine.”

“Porca miseria!” disse Millie.

“Bada a come parli, ragazzina,” disse qualcuno.

Alzarono lo sguardo dai cellulari per vedere Jennifer avvicinarsi al tavolo.

“Oh, bene,” disse Bell a Millie. “Ora finalmente mi libererò di te.”

“Mamma, mi ha affondato le mie migliori astronavi.”

“Oh, poverina.” Bell le sventolò i pugni davanti agli occhi. “L’ammiraglio Millie Bligh sta per mettersi a piangere.”

La dodicenne premette un bottone sul cellulare. Io posso anche mettermi a piangere, ma una delle tue navi sta andando a fondo. Dì al tuo Submarine Styx di guardarsi le spalle.”

‘BLAST, BANG, CRASH,’ si sentì dagli altoparlanti del telefono di lui. “Maledizione. Questa ragazzina non dovrebbe essere a scuola?” Bell alzò lo sguardo dal telefono per sorridere a Millie.

“Sto facendo scuola di guerra navale a te,” disse lei.

“Questa sembrava più una lotta tra due ombelichi,” disse Bell.

“Grazie per aver badato alla mia bambina, Bell,” disse Jennifer. “La signora Stratford è dovuta andare a una visita di controllo stamattina. È tornata ora.”

“Ha.” Millie rise. “Ci si potrebbe chiedere chi abbia badato a chi.”


Millie Fischer


“Bene, è finita,” disse Bell. “La tua nave dei rifornimenti Marilyn Gotham sta andando a fondo.”

Jennifer si sedette accanto a Bell. “Ti ho mai ringraziato per il mio posto di lavoro in cucina?”

Bell guardò i suoi occhi castani contornati da piccolo rughe, poi le sue labbra piegate in un sorriso. “Non penso,” sussurrò.

“Bè, dovrò trovare un modo per dimostrarti il mio apprezzamento.”

“Non vedo l’ora.”

“Penso che mi metterò a vomitare,” disse Millie.

“Per favore,” disse Bell senza guardarla, “non sul tavolo o sulla borsa.”

“La porto a casa,” disse Jennifer, “poi tornerò per l’evento di stasera.”

“Ti piace essere un’assistente pasticcere?” chiese Bell.

“Lo adoro, e Maxine, il sous chef, dice che potrò lavorare come pasticcere tra pochi mesi.”

“Dopo,” disse Millie, “avrà il tuo lavoro. Ding, dong, Bell, whose odor we hate to smell (il cui odore odiamo annusare).”

“Oh, quanto adoriamo Millie, che vorrei fosse morsa da un collie.”

“Un collie?”

Bell si strinse nelle spalle. “Fa rima.”

“A malapena.”

Jennifer diede un colpetto sulla spalla di Bell e si alzò dal tavolo. “Pronta per andare a casa, piccola?”

Millie prese il telefono, si alzò dal tavolo, poi si avvicinò per baciare Bell sulla guancia.

“Tieni le tue zampacce lontano dalle mie navi,” disse lui.

“E tu tieni lontano gli occhi da mia madre.” Ghignò. “Ciao ciao, Mister Bell, and watch out for an incoming shell (e guardati le spalle da un incombente conchiglia).”

Dopo che le due se ne furono andate, aprì il suo iPad per lavorare sul progetto Ashton.

Cinque minuti dopo, il suo telefono tornò a farsi sentire. ‘BOOM! BOOM! BOOM!’

“Porca merda. Tutte e tre le mie navi?”

* * * * *

“Sei arrivata presto oggi,” disse Bell.

“Semplicemente non riuscivo a stare lontano da te,” la bella biondina si sedette accanto a lui. “Wow, che bella casa.”

“Sì, Gigi, ma non è ancora una casa. Solo schizzi a matita e cianografie.” Si allungò per toccarle i capelli. “Bel cambiamento. Mi piacciono le ciocche più scure sotto.”

“Grazie.” Si sistemò i lunghi ricci dietro le spalle. “Le porte del garage che si aprono di lato rendono più grande il retro della casa. Quanti metri quadri di spazio calpestabile sono?”

“Circa settantacinque.”

“Cucina a isola. Carina.”

“Certo, ma il cablaggio è un po’ complicato.”

“Fallo passare dalla lastra. Si può far correre una conduttura in PVC quando sistemerete l’impianto idraulico e i tubi di scarico nel calcestruzzo.”

“Buona idea,” disse Bell. “Come fai a sapere delle condutture in PVC?”

“Ho fatto un semestre di idraulica.”

Nadia si avvicinò al tavolo. “Che cosa posso portarle, Gigi?”

“Solo succo d’arancia, Nadia. Troppo presto per la roba forte.”

“Okay. Posso sostituire la tua soda con una fresca, Bell?”

“Certo, grazie.”

Nadia se ne andò per preparare i drink.

“Per chi stai progettando questa casa?” chiese Gigi.

“Uhm, un cliente.”

“Davvero? Allora sei architetto nel tempo libero?”

“Libero da cosa?”

“Essere il conduttore del gioco per il Ringmaster, immagino. Cos’altro sei?”

Nadia portò loro i drink, e Gigi le diede venti dollari.

“Li tenga,” disse Gigi. “Sta risparmiando per la retta, vero?”

“Al momento in realtà sto risparmiando per laConEd prima che mi stacchino la luce.”

“Buona idea,” disse Gigi. “Se le dessero una paga decente, potrebbe risparmiare per l’università.”

Nadia guardò Bell. “Sono felice che mi paghino diciotto dollari l’ora, più le mance.”

“Hmm, non male. Chi è il manager? Forse potrei trovare un lavoro part time.”

“Il dovere mi chiama.” Nadia corse verso un tavolo vicino.

“Pensi che potrei trovare lavoro part time, Bell?” chiese Gigi.

“No. Troppo qualificata.”

“Lo prendo come un complimento.”

“E infatti lo era.”

“Vedo che il vaso di Blinker è già pieno.”

“Settemila, finora. Giochi stasera?”

“Diavolo, certo. Ho già guadagnato quindicimila dollari con il tuo gioco. Potrei anche vincerne altri. Mi piacerebbe ritirarmi dagli affari.”

* * * * *

Leticia portò le buste alle nove.

“Ehi, vecchio,” disse. “Come va?”

“Bene,” disse, “finché non mi hai chiamato vecchio.’”

Leticia lo abbracciò e appoggiò la testa sulla sua spalla. “‘Vecchio’ non sempre significa ‘vecchio.’”

“Questo mi fa stare meglio, o quasi.”

“Quante stasera?” chiese Gigi quando si avvicinò al tavolo di Bell.

Leticia si stucco da Bell. “Pensavo che avesse lasciato la città.”

“L’ho fatto, ma Bell mi ha pregato di tornare.” Gigi sorrise. “Sa, la gelosia è un brutto sentimento.”

“Già,” disse Leticia. “Ma la porta bene.”

“Ha. Come disse il mio amico Shakespeare, ‘La grazia e la bellezza non hanno bisogno dell’avarizia.’”

“No, in realtà disse, ‘Il ripugnante maiale può anche mettersi il rossetto e il mascara sulle labbra per assomigliare a una farfalla, ma noi non vedremo altro che un maiale carino’.”

“Pensa che Giulietta fosse un maiale?”

“Penso che Giulietta fosse una stupida. Si è uccisa per un uomo,” disse Leticia. “Nessun uomo vale la propria vita.”

Gigi guardò Bell. “E lui?”

“Oh, questa è una questione diversa.” Leticia abbracciò Bell. “Se morisse, berrei l’infido veleno, e anche volentieri. Poi giacerei felicemente al suo fianco finché l’eternità non abbia compiuto il suo flusso malvagio.”

Bell le mise un braccio attorno alle spalle. “Ohh.”

“Oh, santo cielo,” disse Gigi. “Quanto sarà grande la mia vincita stasera?”

“Tredicimila.” Bell tirò su il fascio di buste. “Pronta a giocare?”

“Diavolo, sì.”

Al tavolo sul retro, distribuì tredici buste, poi corse ad altri due gruppi in attesa.

Presto, cinque giocatori si avvicinarono al suo tavolo. Tutti avevano dato la risposta sbagliata.

Il sesto fu William Loman, un operatore di borsa per la Whiskin-Cowen Securities.

“Congratulazioni, signor Loman,” disse Bell. “Ha dato la risposta esatta.”

Gigi e Wendy si avvicinarono al tavolo.

“Non dirmelo,” disse Wendy. “Quel piccolo gigolo ha vinto?” Appoggiò una spalla contro William Loman.

“Sì,” disse Bell. “Fammi vedere la tua risposta, Wendy.” Aprì il foglio. “No, mi spiace. E tu, Gigi?”

Gli diede il suo foglio. “Ha davvero importanza, ora?”

“Certo che importa, e avevi dato la risposta esatta.”

“Fammi vedere.” Wendy allungò la mano per prendere il foglio di Gigi e lo lesse ad alta voce. “Due professori universitarisi trovano su un marciapiede, in attesa di attraversare la strada. Un cartello sull’altro lato della strada riportava una freccia che indicava la loro destra e la scritta ‘senso unico.’ Uno dei due aveva un dottorato in matematica, esperto nell’insegnamento della trigonometria e di calcolo. L’altro era esperto in filosofia e dotato nel ragionamento e nella formulazione d’ipotesi astratte. Scesero dal marciapiede per attraversare la strada. Un’auto in velocità colpì e uccise uno dei professori. Quale?’” Lesse la risposta di Gigi. “È morto il professore di matematica perché, essendo abituato alla precisione della matematica, ha guardato alla sua sinistra prima di entrare nella strada a senso unico. Mentre il professore di filosofia, abituato a risolvere problemi complessi e postulati illogici, ha guardato da entrambi i lati e ha visto l’auto che procedeva sul lato sbagliato della strada sconosciuta.” Sorrise e prese sottobraccio l’operatore di borsa. “Ha impegni per stasera, Willy?”

Capitolo Cinque

Gigi arrivò al bar intorno alle otto e mezza di sera. Un’alta donna castana entrò insieme a lei.

“Eccoci, Bell. Facciamo iniziare la festa.” Gigi si sedette accanto a lui e fece cenno alla donna di sedersi dall’altro lato del tavolo.

“State facendo una festa insieme?” Salutò la ragazza castana con un cenno del capo.

Lei sorrise. I suoi capelli castani erano lunghi ricci fluenti del color della cannella, con qualche accenno di viola.

“Già. Stiamo facendo gli sconti prendi due, paghi uno.”

“Penso che avrete una nottata ricca di impegni,” disse Bell.

“Savannah vuole giocare al tuo giochino.”

“Solo su invito,” disse lui.

“L’ho invitata io.”

“Come sai che non è un poliziotto sotto copertura?”

“Ha ha. Ecco dove l’ho incontrata, sotto le coperte. Mostrale il tuo triangolo.”

Bell disegnò velocemente il triangolo. “Quanti triangoli vede?”

Savannah avvicinò a sé il tovagliolo e iniziò a contare.

“Abbiamo bisogno di altri giocatori, Bell, così che io possa vincere altri soldi e ritirami.”

“Spero che ti stia tenendo da parte un piccolo gruzzolo,” disse. “Sono solo impaziente di portare nuove persone.”

“La New York Lottery ripaga tre milioni di dollari al giorno. Pensi che si preoccupino del tuo giochetto?”

“Probabilmente no, ma il fisco vorrebbe esserne informato.”

“Sedici,” disse Savannah.

“Quasi,” disse Gigi. “Ma non abbastanza.”

“Cosa?” Cominciò a contarli daccapo.

“Quanti soldi ci sono nel vaso?” chiese Gigi.

“Quattordicimila.”

“Oh, merda,” disse Savannah. “Ce ne sono altri due. Diciotto.”

“Esatto,” disse Gigi. “Vedi, Bell, è abbastanza intelligente per il tuo gioco.”

“Va bene,” disse lui. “Date i soldi a Blinker, e manderò un messaggio al Ringmaster per le buste.”

“Andiamo a trovare Blinker, Savannah,” disse Gigi. “Poi faremo un triangolo o due.”

“Potrebbe essere un rapporto a cinque o sei?”

* * * * *

Leticia arrivò appena prima delle nove con le buste. Dette a Bell un foglio di carta con l’enigma perché potesse controllarlo.

1. Penny

2. Nichelino

3. Centesimo

4. Quarto di dollaro

5. Mezzo dollaro

6. Dollaro d’argento

7. Banconota da due dollari


‘Quale occupa la decima posizione?’

 

‘Ci sono due possibili risposte, ma solo una è accettabile.’


“Bene,” disse Bell. “Siamo pronti.”

Dopo che gli enigmi furono distribuiti, sei persone si avvicinarono al tavolo. Tutte con la risposta sbagliata.

Gigi e Savannah portarono i propri fogli al tavolo di Bell.

“No, mi spiace,” disse Bell. “Sbagliate entrambe.”

“Ma questa è logicamente la decima posizione,” disse Savannah.

“Logicamente, sì. Ed è una delle due risposte estate, ma non quella che volevo.”

“E qual è?” chiese la ragazza.

“Devi aspettare che qualcuno indovini prima di sapere la risposta esatta,” disse Gigi.

“Bè, peccato. Okay, mentre aspettiamo andrò a parlare con quel grasso ragazzo ricco. Ci fissa da quando siamo entrate.”

* * * * *

Bell guardò i clienti osservare il nuovo progetto della casa.

Entrò una donna dai capelli rossi con indosso un vestito nero, girò per il locale, poi vide il tavolo di Bell.

Lui finse di non vederla.

“Mi stava guardando,” disse lei.

“Ogni uomo qua dentro la stava guardando.”

“Lo so. È una maledizione. Ma lei è l’unico a essere solo.”

“Questa linea di condotta funziona davvero?”

“Sempre.”

Si tolse una ciocca di capelli dalla guancia. Il suo orecchino sinistro era un grande cerchio d’oro, largo dieci centimetri, mentre all’orecchio destro aveva una semplice ametista incastonata d’oro.

“Si sieda.” Si spostò un po’.

“Santo cielo, Bell,” disse Gigi quando si avvicinò al tavolo. “Ti lascio solo per cinque minuti, e ti sei già trovato una nuova donna.” Si sedette di fronte a loro e mise il drink sul tavolo.

“Mi spiace,” disse la rossa. “Voi siete…?”

Mosse il dito avanti e indietro tra loro.

“Sì, lo siamo.” Gigi sorrise.

“No,” disse Bell, “assolutamente no.”

“Ce l’ho fatta!” Una bella ragazza di circa trentacinque anni porse il proprio foglio a Bell.

“Scommetto che hai sbagliato, Savannah,” disse Gigi.

“Solo perché tu non ce l’hai fatta, non significa che siamo tutti stupidi.”

Bell lesse la risposta, “Diciotto dollari e novantuno centesimi. Hai indovinato, Savannah.”

“Cosa!?” Gigi afferrò il foglio di carta. “Come può essere?”

“Facile,” disse Savannah. “Somma i soldi delle prime sette posizioni, più il valore di quelli nella posizione otto e nove, e si ottiene diciotto e novantuno.”

“Bè, andrò all’inferno,” disse Gigi. “Il Ringmaster sta diventando sempre più complicato.”

“Quanto ho vinto?” chiese Savannah.

“Sedicimila,” disse Bell.

“Sì!” Corse a cercare Blinker.

“Sedicimila?” disse la rossa.

Gigi annuì.

“Dollari?”

“Sì.”

“Per cosa?” Prese il foglio e dette un’occhiata. “Bè, era facile.”

“Certo,” disse Gigi, “una voltache conosci la risposta.”

“Qual era la tua risposta?”

“Una banconota da venti dollari.”

“È una risposta stupida,” disse la rossa.

“E tu sei una brutta puttana dipinta che non sa neppure appaiare gli orecchini.”

La rossa si tolse i capelli dalla guancia e fissò Gigi.

Bell spostò lo sguardo dall’una all’altra.

“E tu chi sei?” chiese la rossa. “Madre Teresa vestita da adolescente e con gioielli falsi?” Fissò Gigi. “Con un’acconciatura degli anni ottanta.”

Gigi girò l’anello attorno al dito. “In realtà, sono io quella che ha vinto undicimila dollari, due giorni fa.”

“Buon per te. Ti ci vorrebbe un anno per guadagnare altrettanto in questo posto.” Indicò con una mano gli uomini al bar.

“Pagherò un mese di affitto stasera.”

“Io pago l’affitto per un anno stasera,” disse la rossa.

“Facile quando vivi in un parcheggio per roulotte.”

“Ah, davvero?”

“Uhm,” disse Bell, “Odio dover interrompere questa affascinante conversazione, ma—”

“Oh, sta zitto, Bell.” Gigi guardò la rossa.

“Mi parli del gioco, Bill.” La rossa si girò verso di lui.

“Non è ‘Bill,’” disse lui, “è ‘Bell.’”

“È stato dato alla luce in una chiesa quando le campane hanno iniziato a suonare,” disse Gigi.

“Avete visto chi ha vinto?” chiese Wendy quando si avvicinò al tavolo.

“Sì, Savannah,” disse Gigi. “Sedicimila.”

“Chi è lei?” Wendy sedette accanto a Gigi e indicò la rossa.

“Una nostra concorrente.”

Wendy rise. “Con quel vestito addosso?”

Il vestito nero della rossa era esaltato da una collana di smeraldo incastonata d’oro. Il rossetto era color talpa, e le ciglia, abbondantemente truccate, sembravano lunghe un paio di centimetri.

“Perché i proprietari permettono alla gentaglia di entrare, Bell?” chiese la rossa. “Sminuisce molto il locale.”

“Sono felice che tu non le abbia permesso di giocare, Bell,” disse Gigi. “Non c’è spettacolo più triste di una prostituta che piange quando perde. Quel mascara spesso le arriverà alle ginocchia, come il suo seno.”

La rossa le sventolò il foglio davanti agli occhi. “Dovrebbe essere qualcosa di più difficile per suscitare il mio interesse.”

“Oh, davvero?” Gigi prese un tovagliolo, poi afferrò la penna di Bell per disegnare qualcosa. “Quanti triangoli vedi?”

La donna prese il tovagliolo per osservare il disegno da vicino.

“Portiamo con noi Lester e il ragazzo grasso e andiamocene da qui,” disse Savannah. “L’aria a questo tavolo è diventata sporca e opprimente.”

La rossa le lanciò un’occhiata, poi tornò a contare i triangoli.

“Sì, hai ragione,” disse Gigi. “Ci vediamo tra un’ora, Bell.”

“Diciotto,” disse la rossa.

“Eh?” Gigi si sedette di nuovo al suo posto.

“Diciotto triangoli. Giusto, Bell?” chiese la rossa.

Bell sorrise e annuì.

“Okay, ci sto. Quant’è la posta?”

“Non sei ancora stata invitata,” disse Wendy.

“E inoltre,” disse Gigi, “giocare ti costerà mille dollari.”

“Mil—” Deglutì. “Va bene.” Aprì la sua borsetta gioiello nera.

“Un attimo,” disse Bell. “Come si chiama?” Iniziò a digitare qualcosa sul telefonino.

“Amber Cherry.”

Entrambe le altre donne risero.

Amber si strofinò il naso col dito medio.

Bell mandò un messaggio. “È per il Ringmaster. Gestisce lui il gioco.”

“Il Ringmaster?” chiese Amber.

“È professore alla New York University,” disse Gigi. “Dove, tra l’altro, sto studiando.”

“Per cosa? Per fare l’estetista?”

“Non sei capace neppure di dire trucco, figuriamoci una parola di otto lettere.”

“Nove lettere. Fai sembrare tutte le stupide bionde un Einstein drogato.”

“Bene,” disse Bell dopo aver guardato il cellulare. “Può partecipare.”

“Oh, santo cielo,” disse Gigi.

“Sì!” disse Amber. “Ecco la mia quota per domain sera.”

“Penso che sia una buona circostanza, Gigi,” disse Wendy. “Altri mille dollari da vincere per una di noi due.”

“Non dia i soldi a me.” Bell spinse via la mano di Amber. “Li dia a Blinkeral bar.”

Dopo che Amber se ne fu andata per andare a cercare Blinker, Wendy disse, “Ha risolto l’enigma dei triangoli molto in fretta.”

“Lo so.”Gigi sospirò. “Vieni, mettiamoci al lavoro.”

* * * * *

Erano quasi le 2di notte, orario di chiusura.

“Com’è andata stasera?” chiese aBlinker.

“Una delle nostre serate migliori. Abbiamo fatto ventottomila dollari.”

“Wow.” Bell aiutò il suo barista a lavare l’ultimo bicchiere da cocktail. “Figo. E il cinque per cento è…?”

“Millequattrocento bigliettoni per Leticia.”

“E altrettanti per te.” Porse a Blinker una flûte da champagne da asciugare.

Blinker ghignò. “Già.”

Dopo che ebbero finito con i bicchieri, Blinker chiuse il registratore di cassa e stampò il totale.

“Abbiamo avuto una buona serata anche al bar,” disse Blinker. “Ottomila cinquecento dollari in bevande, e la cucina ha fatto tredicimila dollari.”

“È stata una buona serata in generale. Domani, voglio che tu dia cento dollari a tutto il personale. Fagli sapere quanto apprezziamo il loro lavoro.”

“Sarò davvero felice di farlo.”

“Quindi, tieni abbastanza denaro per il personale, millequattrocento dollari per te, e altri millequattrocento per me da dare a Leticia, poi metti via quello che avanza.”

Blinker digitò alcuni numeri sulla calcolatrice. “La maggior parte delle entrate della cucina e del bar vengono da carte di credito, ma abbiamo comunque sessantasei mila dollari in contanti.”

Erano le 2 e 10 quando finirono di contare i soldi.

Il telefono di Bell squillò.

“Sì?”

“Siamo fuori, signor Bell.”

“Bene. Arrivo subito. Com’è la strada?”

“Carina e silenziosa. Quanto stasera?”

“Sessantasei mila.”

“Okay. Io compilerò il modulo.”

Bell chiuse la telefonata. “I Brink sono alla porta. Chiudiamo e andiamocene.”

“Ti seguo,” disse Blinker.

Fuori, Bell guardò da un lato all’altro della strada. Molte persone sapevano che chiudeva il bar alle due e se n’erano andate con una borsa piena di soldi. Una situazione che lo rendeva sempre nervoso.

“Salve, signor Casper,” disse uno dei ragazzi Brink. “E Blinker.” Il suo amico era sulla porta posteriore del loro furgone blindato.

“Ehi, Tommy.” Bell gli porse un sacchetto di soldi e ricevette in cambio una ricevuta.

Bell attese finché la porta del furgone fu chiusa e bloccata. “Ci vediamo domain notte.”

“Certo, signor Casper.”