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Gli Attori, segnatamente i giovani, mentre ella canterà e ballerà, come attratti da un fascino strano, si moveranno verso lei e leveranno appena le mani quasi a ghermirla. Ella sfuggirà e, quando gli Attori scoppieranno in applausi, resterà, alla riprensione del Capocomico, come astratta e lontana.

Gli attori e le attrici (ridendo e applaudendo) Bene! Brava! Benissimo!

Il capocomico (irato) Silenzio! Si credono forse in un caffè-concerto?

Tirandosi un po’ in disparte il Padre, con una certa costernazione: Ma dica un po’, è pazza?

Il padre No, che pazza! È peggio!

La figliastra (subito accorrendo al Capocomico) Peggio! Peggio! Eh altro, signore! Peggio! Senta, per favore: ce lo faccia rappresentar subito, questo dramma, perché vedrà che a un certo punto, io – quando questo amorino qua prenderà per mano la Bambina che se ne starà presso la Madre e la porterà davanti al Capocomico vede com’è bellina? la prenderà in braccio e la bacerà cara! cara! La rimetterà a terra e aggiungerà, quasi senza volere, commossa: ebbene, quando quest’amorino qua, Dio la toglierà d’improvviso a quella povera madre: e quest’imbecillino qua spingerà avanti il Giovinetto, afferrandolo per una manina sgarbatamente farà la più grossa delle corbellerie, proprio da quello stupido che è lo ricaccerà con una spinta verso la Madre allora vedrà che io prenderò il volo! Sissignore! prenderò il volo! il volo! E non mi par l’ora, creda, non mi par l’ora! Perché, dopo quello che è avvenuto di molto intimo tra me e lui indicherà il Padre con un orribile ammiccamento non posso più vedermi in questa compagnia, ad assistere allo strazio di quella madre per quel tomo là indicherà il Figlio lo guardi! lo guardi! indifferente, gelido lui, perché è il figlio legittimo, lui! pieno di sprezzo per me, per quello là, indicherà il Giovinetto per quella creaturina; ché siamo bastardi – ha capito? bastardi. Si avvicinerà alla Madre e l’abbraccerà. E questa povera madre – lui – che è la madre comune di noi tutti – non la vuol riconoscere per madre anche sua – e la considera dall’alto in basso, lui, come madre soltanto di noi tre bastardi – vile! Dirà tutto questo, rapidamente, con estrema eccitazione e arrivata al «vile» finale, dopo aver gonfiato la voce sul «bastardi», lo pronunzierà piano, quasi sputandolo.

La madre (con infinita angoscia al Capocomico) Signore, in nome di queste due creaturine, la supplico… si sentirà mancare e vacillerà oh Dio mio…

Il padre (accorrendo a sorreggerla con quasi tutti gli Attori sbalorditi e costernati). Per carità una sedia, una sedia a questa povera vedova!

Gli attori (accorrendo) – Ma è dunque vero? – Sviene davvero?

Il capocomico Qua una sedia, subito!

Uno degli Attori offrirà una sedia; gli altri si faranno attorno premurosi. La Madre, seduta, cercherà d’impedire che il Padre le sollevi il velo che le nasconde la faccia.

Il padre La guardi, signore, la guardi…

La madre Ma no, Dio, smettila!

Il padre Lasciati vedere! Le solleverà il velo.

La madre (alzandosi e recandosi le mani al volto, disperatamente). Oh, signore, la supplico d’impedire a quest’uomo di ridurre a effetto il suo proposito, che per me è orribile!

Il capocomico (soprappreso, stordito) Ma io non capisco più dove siamo, né di che si tratti! Al Padre: Questa è la sua signora?

Il padre (subito) Sissignore, mia moglie!

Il capocomico E com’è dunque vedova, se lei è vivo?

Gli Attori scaricheranno tutto il loro sbalordimento in una fragorosa risata.

Il padre (ferito, con aspro risentimento) Non ridano! Non ridano così, per carità! È appunto questo il suo dramma, signore. Ella ebbe un altro uomo. Un altro uomo che dovrebbe esser qui!

La madre (con un grido) No! No!

La figliastra Per sua fortuna è morto: da due mesi, glie l’ho detto. Ne portiamo ancora il lutto, come vede.

Il padre Ma non è qui, veda, non già perché sia morto. Non è qui perché – la guardi, signore, per favore, e lo comprenderà subito! – Il suo dramma non potè consistere nell’amore di due uomini, per cui ella, incapace, non poteva sentir nulla – altro, forse, che un po’ di riconoscenza (non per me: per quello!) – Non è una donna, è una madre! – E il suo dramma – (potente, signore, potente!) consiste tutto, difatti, in questi quattro figli dei due uomini ch’ella ebbe.

La madre Io, li ebbi? Hai il coraggio di dire che fui io ad averli, come se li avessi voluti? Fu lui, signore! Me lo diede lui, quell’altro, per forza! Mi costrinse, mi costrinse ad andar via con quello!

La figliastra (di scatto, indignata) Non è vero!

La madre (sbalordita) Come non è vero?

La figliastra Non è vero! Non è vero!

La madre E che puoi saperne tu?

La figliastra Non è vero! Al Capocomico: Non ci creda! Sa perché lo dice? Per quello lì indicherà il Figlio lo dice! Perché si macera, si strugge per la noncuranza di quel figlio lì, a cui vuol dare a intendere che, se lo abbandonò di due anni, fu perché lui indicherà il Padre la costrinse.

La madre (con forza) Mi costrinse, mi costrinse, e ne chiamo Dio in testimonio! Al Capocomico: Lo domandi a lui indicherà il marito se non è vero! Lo faccia dire a lui!…Lei indicherà la Figlia non può saperne nulla.

La figliastra So che con mio padre, finché visse, tu fosti sempre in pace e contenta. Negalo, se puoi!

La madre Non lo nego, no…

La figliastra Sempre pieno d’amore e di cure per te!

Al Giovinetto, con rabbia: Non è vero? Dillo! Perché non parli, sciocco?

La madre Ma lascia questo povero ragazzo! Perché vuoi farmi credere un’ingrata, figlia? Io non voglio mica offendere tuo padre! Ho risposto a lui, che non per mia colpa né per mio piacere abbandonai la sua casa e mio figlio!

Il padre È vero, signore. Fui io.

Pausa.

Il primo attore (ai suoi compagni) Ma guarda che spettacolo!

La prima attrice Ce lo danno loro, a noi!

L’attor giovane Una volta tanto!

Il capocomico (che comincerà a interessarsi vivamente) Stiamo a sentire! stiamo a sentire!

E così dicendo, scenderà per una delle scalette nella sala e resterà in piedi davanti al palcoscenico, come a cogliere, da spettatore, l’impressione della scena.

Il figlio (senza muoversi dal suo posto, freddo, piano, ironico) Sì, stiano a sentire che squarcio di filosofia, adesso! Parlerà loro del Demone dell’Esperimento.

Il padre Tu sei un cinico imbecille, e te l’ho detto cento volte!

Al Capocomico già nella sala: Mi deride, signore, per questa frase che ho trovato in mia scusa.

Il figlio (sprezzante) Frasi.

Il Padre Frasi! Frasi! Come se non fosse il conforto di tutti, davanti a un fatto che non si spiega, davanti a un male che si consuma, trovare una parola che non dice nulla, e in cui ci si acquieta!

La figliastra Anche il rimorso, già! sopra tutto.

Il padre Il rimorso? Non è vero; non l’ho acquietato in me soltanto con le parole.

La figliastra Anche con un po’ di danaro, sì, sì, anche con un po’ di danaro! Con le cento lire che stava per offrirmi in pagamento, signori!

Movimento d’orrore degli Attori.

Il figlio (con disprezzo alla sorellastra) Questo è vile!

La figliastra Vile? Erano là, in una busta cilestrina sul tavolino di mogano, là nel retrobottega di Madama Pace. Sa, signore? una di quelle Madame che con la scusa di vendere «Robes et Manteaux» attirano nei loro «ateliers» noi ragazze povere, di buona famiglia.

Il figlio E s’è comperato il diritto di tiranneggiarci tutti, con quelle cento lire che lui stava per pagare, e che per fortuna non ebbe poi motivo – badi bene – di pagare.

La figliastra Eh, ma siamo stati proprio lì lì, sai!

Scoppia a ridere.

La madre (insorgendo) Vergogna, figlia! Vergogna!

La figliastra (di scatto) Vergogna? È la mia vendetta! Sto fremendo, signore, fremendo di viverla, quella scena! La camera… qua la vetrina dei mantelli; là, il divano-letto; la specchiera; un paravento; e davanti la finestra, quel tavolino di mogano con la busta cilestrina delle cento lire. La vedo! Potrei prenderla! Ma lor signori si dovrebbero voltare: son quasi nuda! Non arrossisco più, perché arrossisce lui adesso!

Indicherà il Padre. Ma vi assicuro ch’era molto pallido, molto pallido in quel momento!

Al Capocomico: Creda a me, signore!

Il capocomico Io non mi raccapezzo più!

Il Padre Sfido! Assaltato così! Imponga un po’ d’ordine, signore, e lasci che parli io, senza prestare ascolto all’obbrobrio, che con tanta ferocia costei le vuol dare a intendere di me, senza le debite spiegazioni.

La figliastra Qui non si narra! qui non si narra!

Il padre Ma io non narro! voglio spiegargli.

La figliastra Ah, bello, sì! A modo tuo!

Il Capocomico, a questo punto, risalirà sul palcoscenico per rimettere l’ordine.

Il padre Ma se è tutto qui il male! Nelle parole! Abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sè, del mondo com’egli l’ha dentro? Crediamo d’intenderci; non c’intendiamo mai! Guardi la mia pietà, tutta la mia pietà per questa donna indicherà la Madre è stata assunta da lei come la più feroce delle crudeltà.

 

La madre Ma se m’hai scacciata!

Il padre Ecco, la sente? Scacciata! Le è parso ch’io l’abbia scacciata!

La madre Tu sai parlare; io non so…Ma creda, signore, che dopo avermi sposata… chi sa perché! (ero una povera, umile donna…)

Il padre Ma appunto per questo, per la tua umiltà ti sposai, che amai in te, credendo… S’interromperà alle negazioni di lei; aprirà le braccia, in atto disperato, vedendo l’impossibilità di farsi intendere da lei, e si rivolgerà al Capocomico: No, vede? Dice di no! Spaventevole, signore, creda, spaventevole, la sua si picchierà sulla fronte sordità, sordità mentale! Cuore, sì, per i figli! Ma sorda, sorda di cervello, sorda, signore, fino alla disperazione!

La figliastra Sì, ma si faccia dire, ora, che fortuna è stata per noi la sua intelligenza.

Il padre Se si potesse prevedere tutto il male che può nascere dal bene che crediamo di fare!

A questo punto la Prima Attrice, che si sarà macerata vedendo il Primo Attore civettare con la Figliastra, si farà avanti e domanderà al Capocomico:

La prima attrice Scusi, signor Direttore, seguiterà la prova?

Il capocomico Ma sì! ma sì! Mi lasci sentire adesso!

L’attor Giovane È un caso così nuovo!

L’attrice giovane Interessantissimo!

La prima attrice Per chi se n’interessa!

E lancerà un’occhiata al Primo Attore.

Il capocomico (al Padre) Ma bisogna che lei si spieghi chiaramente.

Si metterà a sedere.

Il padre Ecco, sì. Veda, signore, c’era con me un pover’uomo, mio subalterno, mio segretario, pieno di devozione, che se la intendeva in tutto e per tutto con

indicherà la Madre senz’ombra di male – badiamo! – buono, umile come lei, incapaci l’uno e l’altra, non che di farlo, ma neppure di pensarlo, il male!

La figliastra Lo pensò lui, invece, per loro – e lo fece!

Il padre Non è vero! Io intesi di fare il loro bene – e anche il mio, sì, lo confesso! Signore, ero arrivato al punto che non potevo dire una parola all’uno o all’altra, che subito non si scambiassero tra loro uno sguardo d’intelligenza; che l’una non cercasse subito gli occhi dell’altro per consigliarsi, come si dovesse prendere quella mia parola, per non farmi arrabbiare. Bastava questo, lei lo capisce, per tenermi in una rabbia continua, in uno stato di esasperazione intollerabile!

Il capocomico E perché non lo cacciava via, scusi, quel suo segretario?

Il padre Benissimo! Lo cacciai difatti, signore! Ma vidi allora questa povera donna restarmi per casa come sperduta, come una di quelle bestie senza padrone, che si raccolgono per carità.

La madre Eh, sfido!

Il padre (subito, voltandosi a lei, come per prevenire) figlio, è vero?

La madre Mi aveva tolto prima dal petto il figlio, signore.

Il padre Ma non per crudeltà! Per farlo crescere sano e robusto, a contatto della terra!

La figliastra (additandolo, ironica) E si vede!

Il padre (subito) Ah, è anche colpa mia, se poi è cresciuto così? Lo avevo dato a balia, signore, in campagna, a una contadina, non parendomi lei forte abbastanza, benché di umili natali. È stata la stessa ragione, per cui avevo sposato lei. Ubbie, forse; ma che ci vuol fare? Ho sempre avuto di queste maledette aspirazioni a una certa solida sanità morale!

La Figliastra, a questo punto, scoppierà di nuovo a ridere fragorosamente. Ma la faccia smettere! È insopportabile!

Il capocomico La smetta! Mi lasci sentire, santo Dio!

Subito, di nuovo, alla riprensione del Capocomico, ella resterà come assorta e lontana, con la risata a mezzo. Il Capocomico ridiscenderà dal palcoscenico per cogliere l’impressione della scena.

Il padre Io non potei più vedermi accanto questa donna.

Indicherà la Madre. Ma non tanto, creda, per il fastidio, per l’afa – vera afa – che ne avevo io, quanto per la pena – una pena angosciosa – che provavo per lei.

La madre E mi mandò via!

Il padre Ben provvista di tutto, a quell’uomo, sissignore, – per liberarla di me!

La madre E liberarsi lui!

Il padre Sissignore, anch’io – lo ammetto! E n’è seguito un gran male. Ma a fin di bene io lo feci… e più per lei che per me: lo giuro!

Incrocerà le braccia sul petto; poi, subito, rivolgendosi alla Madre: Ti perdei mai d’occhio, dì, ti perdei mai d’occhio, finché colui non ti portò via, da un giorno all’altro, a mia insaputa, in un altro paese, scioccamente impressionato di quel mio interessamento puro, puro, signore, creda, senza il minimo secondo fine. M’interessai con una incredibile tenerezza della nuova famigliuola che le cresceva. Glielo può attestare anche lei!

Indicherà la Figliastra.

La figliastra Eh, altro! Piccina piccina, sa? con le treccine sulle spalle e le mutandine più lunghe della gonna – piccina così – me lo vedevo davanti al portone della scuola, quando ne uscivo. Veniva a vedermi come crescevo.

Il padre Questo è perfido! Infame!

La figliastra No, perché?

Il padre Infame! Infame!

Subito, concitatamente, al Capocomico, in tono di spiegazione: La mia casa, signore, andata via lei,

indicherà la Madre mi parve subito vuota. Era il mio incubo; ma me la riempiva! Solo, mi ritrovai per le stanze come una mosca senza capo. Quello lì,

indicherà il Figlio allevato fuori – non so – appena ritornato in casa, non mi parve più mio. Mancata tra me e lui la madre, è cresciuto per sè, a parte, senza nessuna relazione né affettiva né intellettuale con me. E allora (sarà strano, signore, ma è così), io fui incuriosito prima, poi man mano attratto verso la famigliuola di lei, sorta per opera mia: il pensiero di essa cominciò a riempire il vuoto che mi sentivo attorno. Avevo bisogno, proprio bisogno di crederla in pace, tutta intesa alle cure più semplici della vita, fortunata perché fuori e lontana dai complicati tormenti del mio spirito. E per averne una prova, andavo a vedere quella bambina all’uscita della scuola.

La figliastra Già! Mi seguiva per via: mi sorrideva e, giunta a casa, mi salutava con la mano – così! Lo guardavo con tanto d’occhi, scontrosa. Non sapevo chi fosse! Lo dissi alla mamma. E lei dovette subito capire ch’era lui.

La Madre farà cenno di sì col capo. Dapprima non volle mandarmi più a scuola, per parecchi giorni. Quando ci tornai, lo rividi all’uscita – buffo! – con un involtone di carta tra le mani. Mi s’avvicinò, mi carezzò; e trasse da quell’involto una bella, grande paglia di Firenze con una ghirlandina di roselline di maggio – per me!

Il capocomico Ma tutto questo è racconto, signori miei!

Il figlio (sprezzante) Ma sì, letteratura! letteratura!

Il padre Ma che letteratura! Questa è vita, signore! Passione!

Il capocomico Sarà! Ma irrappresentabile!

Il padre D’accordo, signore! Perché tutto questo è antefatto. E io non dico di rappresentar questo. Come vede, infatti, lei

indicherà la Figliastra non è più quella ragazzetta con le treccine sulle spalle

La figliastra e le mutandine fuori della gonna!

Il padre Il dramma viene adesso, signore! Nuovo, complesso.

La figliastra (cupa, fiera, facendosi avanti) Appena morto mio padre.

Il padre (subito, per non darle tempo di parlare) …la miseria, signore! Ritornano qua, a mia insaputa, per la stolidaggine di lei.

Indicherà la Madre. Sa scrivere appena; ma poteva farmi scrivere dalla figlia, da quel ragazzo, che erano in bisogno!

La madre Mi dica lei, signore, se potevo indovinare in lui tutto questo sentimento.

Il padre Appunto questo è il tuo torto, di non aver mai indovinato nessuno dei miei sentimenti!

La madre Dopo tanti anni di lontananza, e tutto ciò che era accaduto…

Il padre E che è colpa mia, se quel brav’uomo vi portò via così?

Rivolgendosi al Capocomico: Le dico, da un giorno all’altro…perché aveva trovato fuori non so che collocamento. Non mi fu possibile rintracciarli; e allora per forza venne meno il mio interessamento, per tanti anni. Il dramma scoppia, signore, impreveduto e violento, al loro ritorno; allorché io, purtroppo, condotto dalla miseria della mia carne ancora viva…Ah, miseria, miseria veramente, per un uomo solo, che non abbia voluto legami avvilenti; non ancor tanto vecchio da poter fare a meno della donna, e non più tanto giovane da poter facilmente e senza vergogna andarne in cerca! Miseria? che dico! orrore, orrore: perché nessuna donna più gli può dare amore. – E quando si capisce questo, se ne dovrebbe fare a meno… Mah! Signore, ciascuno – fuori, davanti agli altri – è vestito di dignità: ma dentro di sè sa bene tutto ciò che nell’intimità con se stesso si passa, d’inconfessabile. Si cede, si cede alla tentazione; per rialzarcene subito dopo, magari, con una gran fretta di ricomporre intera e solida, come una pietra su una fossa, la nostra dignità, che nasconde e seppellisce ai nostri stessi occhi ogni segno e il ricordo stesso della vergogna. È così di tutti! Manca solo il coraggio di dirle, certe cose!

La figliastra Perché quello di farle, poi, lo hanno tutti!

Il padre Tutti! Ma di nascosto! E perciò ci vuol più coraggio a dirle! Perché basta che uno le dica – è fatta! – gli s’appioppa la taccia di cinico. Mentre non è vero, signore: è come tutti gli altri; migliore, migliore anzi, perché non ha paura di scoprire col lume dell’intelligenza il rosso della vergogna, là, nella bestialità umana, che chiude sempre gli occhi per non vederlo. La donna – ecco – la donna, infatti, com’è? Ci guarda, aizzosa, invitante. La afferri! Appena stretta, chiude subito gli occhi. È il segno della sua dedizione. Il segno con cui dice all’uomo: «Accecati, io son cieca!».

La figliastra E quando non li chiude più? Quando non sente più il bisogno di nascondere a se stessa, chiudendo gli occhi, il rosso della sua vergogna, e invece vede, con occhi ormai aridi e impassibili, quello dell’uomo, che pur senz’amore s’è accecato? Ah, che schifo, allora che schifo di tutte codeste complicazioni intellettuali, di tutta codesta filosofia che scopre la bestia e poi la vuol salvare, scusare…Non posso sentirlo, signore! Perché quando si è costretti a «semplificarla» la vita – così, bestialmente – buttando via tutto l’ingombro «umano» d’ogni casta aspirazione, d’ogni puro sentimento, idealità, doveri, il pudore, la vergogna, niente fa più sdegno e nausea di certi rimorsi: lagrime di coccodrillo!

Il capocomico Veniamo al fatto, veniamo al fatto, signori miei! Queste son discussioni!

Il padre Ecco, sissignore! Ma un fatto è come un sacco: vuoto, non si regge. Perché si regga, bisogna prima farci entrar dentro la ragione e i sentimenti che lo han determinato. Io non potevo sapere che, morto là quell’uomo, e ritornati essi qua in miseria, per provvedere al sostentamento dei figliuoli, ella

indicherà la Madre si fosse data attorno a lavorare da sarta, e che giusto fosse andata a prender lavoro da quella… da quella Madama Pace!

La figliastra Sarta fina, se lor signori lo vogliono sapere! Serve in apparenza le migliori signore, ma ha tutto disposto, poi, perché queste migliori signore servano viceversa a lei…senza pregiudizio delle altre così così!

La madre Mi crederà, signore, se le dico che non mi passò neppur lontanamente per il capo il sospetto che quella megera mi dava lavoro perché aveva adocchiato mia figlia…

La figliastra Povera mamma! Sa, signore, che cosa faceva quella lì, appena le riportavo il lavoro fatto da lei? Mi faceva notare la roba che aveva sciupata, dandola a cucire a mia madre; e diffalcava, diffalcava. Cosicché, lei capisce, pagavo io, mentre quella poverina credeva di sacrificarsi per me e per quei due, cucendo anche di notte la roba di Madama Pace!

Azione ed esclamazioni di sdegno degli Attori.

Il capocomico (subito) E là, lei, un giorno, incontrò-

La figliastra (indicando il Padre) – lui, lui, sissignore! vecchio cliente! Vedrà che scena da rappresentare! Superba!

Il padre Col sopravvenire di lei, della madre

 

La figliastra (subito, perfidamente) – quasi a tempo! —

Il padre (gridando) – no, a tempo, a tempo! Perché, per fortuna, la riconosco a tempo! E me li riporto tutti a casa, signore! Lei s’immagini, ora, la situazione mia e la sua, una di fronte all’altro: ella, così come la vede; e io che non posso più alzarle gli occhi in faccia!