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La figliastra Buffissimo! Ma possibile, signore, pretendere da me – «dopo» – che me ne stessi come una signorinetta modesta, bene allevata e virtuosa, d’accordo con le sue maledette aspirazioni «a una solida sanità morale»?

Il padre Il dramma per me è tutto qui, signore: nella coscienza che ho, che ciascuno di noi – veda – si crede «uno» ma non è vero: è «tanti», signore, «tanti», secondo tutte le possibilità d’essere che sono in noi: «uno» con questo, «uno» con quello – diversissimi! E con l’illusione, intanto, d’esser sempre «uno per tutti», e sempre «quest’uno» che ci crediamo, in ogni nostro atto. Non è vero! non è vero! Ce n’accorgiamo bene, quando in qualcuno dei nostri atti, per un caso sciaguratissimo, restiamo all’improvviso come agganciati e sospesi: ci accorgiamo, voglio dire, di non esser tutti in quell’atto, e che dunque una atroce ingiustizia sarebbe giudicarci da quello solo, tenerci agganciati e sospesi, alla gogna, per una intera esistenza, come se questa fosse assommata tutta in quell’atto! Ora lei intende la perfidia di questa ragazza? M’ha sorpreso in un luogo, in un atto, dove e come non doveva conoscermi, come io non potevo essere per lei; e mi vuol dare una realtà, quale io non potevo mai aspettarmi che dovessi assumere per lei, in un momento fugace, vergognoso, della mia vita! Questo, questo, signore, io sento sopratutto. E vedrà che da questo il dramma acquisterà un grandissimo valore. Ma c’è poi la situazione degli altri! Quella sua.. .

indicherà il Figlio.

Il figlio (scrollandosi sdegnosamente) Ma lascia star me, ché io non c’entro!

Il padre Come non c’entri?

Il figlio Non c’entro, e non voglio entrarci, perché sai bene che non son fatto per figurare qua in mezzo a voi!

La figliastra Gente volgare, noi! – Lui, fino! – Ma lei può vedere, signore, che tante volte io lo guardo per inchiodarlo col mio disprezzo, e tante volte egli abbassa gli occhi – perché sa il male che m’ha fatto.

Il figlio (guardandola appena) Io?

La figliastra Tu! tu! Lo devo a te, caro, il marciapiedi! a te!

Azione d’orrore degli Attori. Vietasti, sì o no, col tuo contegno – non dico l’intimità della casa – ma quella carità che leva d’impaccio gli ospiti? Fummo gli intrusi, che venivamo a invadere il regno della tua «legittimità»! Signore, vorrei farlo assistere a certe scenette a quattr’occhi tra me e lui! Dice che ho tiranneggiato tutti. Ma vede? E stato proprio per codesto suo contegno, se mi sono avvalsa di quella ragione ch’egli chiama «vile»; la ragione per cui entrai nella casa di lui con mia madre – che è anche sua madre – da padrona!

Il figlio (facendosi avanti lentamente) Hanno tutti buon giuoco, signore, una parte facile tutti contro di me. Ma lei s’immagini un figlio, a cui un bel giorno, mentre se ne sta tranquillo a casa, tocchi di veder arrivare, tutta spavalda, così, «con gli occhi alti», una signorina che gli chiede del padre, a cui ha da dire non so che cosa; e poi la vede ritornare, sempre con la stess’aria, accompagnata da quella piccolina là; e infine trattare il padre – chi sa perché – in modo molto ambiguo e «sbrigativo» chiedendo danaro, con un tono che lascia supporre che lui deve, deve darlo, perché ha tutto l’obbligo di darlo —

Il padre – ma l’ho difatti davvero, quest’obbligo: è per tua madre!

Il figlio E che ne so io? Quando mai l’ho veduta io, signore? Quando mai ne ho sentito parlare? Me la vedo comparire, un giorno, con lei,

indicherà la Figliastra con quel ragazzo, con quella bambina, mi dicono: «Oh sai? è anche tua madre!». Riesco a intravedere dai suoi modi

indicherà di nuovo la Figliastra per qual motivo, così da un giorno all’altro, sono entrati in casa… Signore, quello che io provo, quello che sento, non posso e non voglio esprimerlo. Potrei al massimo confidarlo, e non vorrei neanche a me stesso. Non può dunque dar luogo, come vede, a nessuna azione da parte mia. Creda, creda, signore, che io sono un personaggio non «realizzato» drammaticamente; e che sto male, malissimo, in loro compagnia! —Mi lascino stare!

Il padre Ma come? Scusa! Se proprio perché tu sei così —

Il figlio (con esasperazione violenta) – e che ne sai tu, come sono? quando mai ti sei curato di me?

Il padre Ammesso! Ammesso! E non è una situazione anche questa? Questo tuo appartarti, così crudele per me, per tua madre che, rientrata in casa, ti vede quasi per la prima volta, così grande, e non ti conosce, ma sa che tu sei suo figlio…

Additando la Madre al Capocomico Eccola, guardi: piange!

La figliastra (con rabbia, pestando un piede) Come una stupida!

Il padre (subito additando anche lei al Capocomico) E lei non può soffrirlo, si sa!

Tornando a riferirsi al Figlio: – Dice che non c’entra, mentre è lui quasi il pernio dell’azione! Guardi quel ragazzo, che se ne sta sempre presso la madre, sbigottito, umiliato…È così per causa di lui! Forse la situazione più penosa è la sua: si sente estraneo, più di tutti; e prova, poverino, una mortificazione angosciosa di essere accolto in casa – cosi per carità…

In confidenza: Somiglia tutto al padre! Umile; non parla…

Il capocomico Eh, ma non è mica bello! Lei non sa che impaccio danno i ragazzi sulla scena.

Il padre Oh, ma lui glielo leva subito, l’impaccio, sa! E anche quella bambina, che è anzi la prima ad andarsene…

Il capocomico Benissimo, sì! E le assicuro che tutto questo m’interessa, m’interessa vivamente. Intuisco, intuisco che c’è materia da cavarne un bel dramma!

La figliastra (tentando d’intromettersi) Con un personaggio come me!

Il padre (scacciandola, tutto in ansia come sarà, per la decisione del Capocomico) Stai zitta, tu!

Il capocomico (seguitando senza badare all’interruzione) Nuova, sì…

Il padre Eh, novissima, signore!

Il capocomico Ci vuole un bel coraggio però – dico – venire a buttarmelo davanti così.. .

Il padre Capirà, signore: nati, come siamo, per la scena…

Il capocomico Sono comici dilettanti?

Il padre No: dico nati per la scena, perché…

Il capocomico Eh via, lei deve aver recitato!

Il padre Ma no, signore: quel tanto che ciascuno recita nella parte che si è assegnata, o che gli altri gli hanno assegnato nella vita. E in me, poi, è la passione stessa, veda, che diventa sempre, da sè, appena si esalti – come in tutti – un po’ teatrale…

Il capocomico Lasciamo andare, lasciamo andare! – Capirà, caro signore, che senza l’autore… – Io potrei indirizzarla a qualcuno…

Il padre Ma no, guardi: sia lei!

Il capocomico Io? Ma che dice?

Il padre Sì, lei! lei! Perché no?

Il capocomico Perché non ho mai fatto l’autore, io!

Il padre E non potrebbe farlo adesso, scusi? Non ci vuol niente. Lo fanno tanti! Il suo compito è facilitato dal fatto che siamo qua, tutti, vivi davanti a lei.

Il capocomico Ma non basta!

Il padre Come non basta? Vedendoci vivere il nostro dramma…

Il capocomico Già! Ma ci vorrà sempre qualcuno che lo scriva!

Il padre No – che lo trascriva, se mai, avendolo così davanti – in azione – scena per scena. Basterà stendere in prima, appena appena, una traccia – e provare!

Il capocomico (risalendo, tentato, sul palcoscenico) Eh…quasi quasi, mi tenta…Così, per un giuoco…Si potrebbe veramente provare…

Il padre Ma sì, signore! Vedrà che scene verranno fuori! Gliele posso segnar subito io!

Il capocomico Mi tenta… mi tenta. Proviamo un po’… Venga qua con me nel mio camerino.

Rivolgendosi agli Attori: – Loro restano per un momento in libertà; ma non s’allontanino di molto. Fra un quarto d’ora, venti minuti, siano di nuovo qua.

Al Padre: Vediamo, tentiamo…Forse potrà venir fuori veramente qualcosa di straordinario…

Il padre Ma senza dubbio! Sarà meglio, non crede? far venire anche loro.

Indicherà gli altri Personaggi.

Il capocomico Sì, vengano, vengano!

S’avvierà; ma poi tornando a volgersi agli Attori: – Mi raccomando, eh! puntuali! Fra un quarto d’ora.

Il Capocomico e i Sei Personaggi attraverseranno il palcoscenico e scompariranno. Gli Attori resteranno, come storditi, a guardarsi tra loro.

Il primo attore Ma dice sul serio? Che vuol fare?

L’attor giovane Questa è pazzia bell’e buona!

Un terzo attore Ci vuol fare improvvisare un dramma, così su due piedi?

L’attor giovane Già! Come i Comici dell’Arte!

La prima attrice Ah, se crede che io debba prestami a simili scherzi…

L’attrice giovane Ma non ci sto neanch’io!

Un quarto attore Vorrei sapere chi sono quei là.

Alluderà ai Personaggi.

Il terzo attore Che vuoi che siano! Pazzi o imbroglioni!

L’attor giovane E lui si presta a dar loro ascolto?

L’attrice giovane La vanità! La vanità di figurare da autore…

Il primo attore Ma cose inaudite! Se il teatro, signori miei, deve ridursi a questo…

Un quinto attore Io mi ci diverto!

Il terzo attore Mah! Dopo tutto, stiamo a vedere che cosa ne nasce.

E così conversando tra loro, gli Attori sgombreranno il palcoscenico, parte escendo dalla porticina in fondo, parte rientrando nei loro camerini.

Il sipario resterà alzato.

La rappresentazione sarà interrotta per una ventina di minuti.

I campanelli del teatro avviseranno che la rappresentazione ricomincia. Dai camerini, dalla porta e anche dalla sala ritorneranno sul palcoscenico gli Attori, il Direttore di scena, il Macchinista, il Suggeritore, il Trovarobe e, contemporaneamente, dal suo camerino il Direttore-Capocomico coi Sei Personaggi. Spenti i lumi della sala, si rifarà sul palcoscenico la luce di prima.

 

Il capocomico Su, su, signori! Ci siamo tutti? Attenzione, attenzione. Si comincia! Macchinista!

Il macchinista Eccomi qua!

Il capocomico Disponga subito la scena della saletta. Basteranno due fiancate e un fondalino con la porta. Subito, mi raccomando!

Il Macchinista correrà subito ad eseguire, e mentre il Capocomico s’intenderà col Direttore di scena, col Trovarobe, col Suggeritore e con gli Attori intorno alla rappresentazione imminente, disporrà quel simulacro di scena indicata: due fiancate e un fondalino con la porta, a strisce rosa e oro.

Il capocomico (al Trovarobe) Lei veda un po’ se c’è in magazzino un letto a sedere.

Il trovarobe Sissignore, c’è quello verde.

La figliastra No no, che verde! Era giallo, fiorato, di «peluche», molto grande! Comodissimo.

Il trovarobe Eh, così non c’è.

Il capocomico Ma non importa! Metta quello che c’è.

La figliastra Come non importa? La greppina famosa di Madama Pace!

Il capocomico Adesso è per provare! La prego, non s’immischi!

Al Direttore di scena: Guardi se c’è una vetrina piuttosto lunga e bassa.

La figliastra Il tavolino, il tavolino di mogano per la busta cilestrina!

Il direttore di scena (al Capocomico). C’è quello piccolo, dorato.

Il capocomico Va bene, prenda quello!

Il padre Una specchiera.

La figliastra E il paravento! Un paravento, mi raccomando: se no, come faccio?

Il direttore di scena Sissignora, paraventi ne abbiamo tanti, non dubiti.

Il capocomico (alla Figliastra) Poi qualche attaccapanni, è vero?

La figliastra Sì, molti, molti!

Il capocomico (al Direttore di scena) Veda quanti ce n’è, e li faccia portare.

Il direttore di scena Sissignore, penso io!

Il Direttore di scena correrà anche lui a eseguire: e, mentre il Capocomico seguiterà a parlare col Suggeritore e poi coi Personaggi e gli Attori, farà trasportare i mobili indicati dai Servi di scena e li disporrà come crederà più opportuno.

Il capocomico (al Suggeritore) Lei, intanto, prenda posto. Guardi: questa è la traccia delle scene, atto per atto.

Gli porgerà alcuni fogli di carta. Ma bisogna che ora lei faccia una bravura.

Il suggeritore Stenografare?

Il capocomico (con lieta sorpresa) Ah, benissimo! Conosce la stenografia?

Il suggeritore Non saprò suggerire; ma la stenografia…

Il capocomico Ma allora di bene in meglio!

Rivolgendosi a un Servo di scena: Vada a prendere la carta nel mio camerino. – molta, molta – quanta ne trova!

Il Servo di scena correrà, e ritornerà poco dopo con un bel fascio di carta, che porgerà al Suggeritore.

Il capocomico (seguitando, al Suggeritore) Segua le scene, man mano che saranno rappresentate, e cerchi di fissare le battute, almeno le più importanti!

Poi, rivolgendosi agli Attori: Sgombrino, signori! Ecco, si mettano da questa parte

indicherà la sinistra e stiano bene attenti!

La prima attrice Ma, scusi, noi…

Il capocomico (prevenendola) Non ci sarà da improvvisare, stia tranquilla!

Il primo attore E che dobbiamo fare?

Il capocomico Niente! Stare a sentire e guardare per ora! Avrà ciascuno, poi, la sua parte scritta. Ora si farà così alla meglio, una prova! La faranno loro!

Indicherà i Personaggi.

Il padre (come cascato dalle nuvole, in mezzo alla confusione del palcoscenico) Noi? Come sarebbe a dire, scusi, una prova?

Il capocomico Una prova – una prova per loro!

Indicherà gli Attori.

Il padre Ma se i personaggi siamo noi…

Il capocomico E va bene: «i personaggi»; ma qua, caro signore, non recitano i personaggi. Qua recitano gli attori. I personaggi stanno lì nel copione

indicherà la buca del Suggeritore – quando c’è un copione!

Il padre Appunto! Poiché non c’è e lor signori hanno la fortuna d’averli qua vivi davanti, i personaggi…

Il capocomico Oh bella! Vorrebbero far tutto da sè? recitare, presentarsi loro davanti al pubblico?

Il padre Eh già, per come siamo.

Il capocomico Ah, le assicuro che offrirebbero un bellissimo spettacolo!

Il primo attore E che ci staremmo a fare nojaltri, qua, allora?

Il capocomico Non s’immagineranno mica di saper recitare loro! Fanno ridere…

Gli Attori, difatti, rideranno. Ecco, vede, ridono!

Sovvenendosi: Ma già, a proposito! Bisognerà assegnar le parti. Oh, è facile: sono già di per sè assegnate:

alla Seconda Donna: lei signora, La Madre.

Al Padre Bisognerà trovarle un nome.

Il Padre Amalia, signore

Il capocomico Ma questo è il nome della sua signora. Non vorremo mica chiamarla col suo vero nome!

Il padre E perché no, scusi? se si chiama così…Ma già, se dev’essere la signora…

Accennerà appena con la mano alla Seconda Donna. Io vedo questa accennerà alla Madre come Amalia, signore. Ma faccia lei…

Si smarrirà sempre più. Non so più che dirle…Comincio già… non so, a sentir come false, con un altro suono, le mie stesse parole.

Il capocomico Ma non se ne curi, non se ne curi, quanto a questo! Penseremo noi a trovare il tono giusto! E per il nome, se lei vuole «Amalia», sarà Amalia; o ne troveremo un altro. Per adesso designeremo i personaggi così:

all’Attor Giovane: lei «Il Figlio»,

alla Prima Attrice: lei, signorina, s’intende, «La Figliastra».

La figliastra (esilarata) Come come? Io, quella lì?

Scoppierà a ridere.

Il capocomico (irato) Che cos’ha da ridere?

La prima attrice (indignata) Nessuno ha mai osato ridersi di me! Pretendo che mi si rispetti, o me ne vado!

La Figliastra Ma no, scusi, io non rido di lei.

Il capocomico (alla Figliastra) Dovrebbe sentirsi onorata d’esser rappresentata da…

La prima attrice (subito, con sdegno) «Quella lì!»

La figliastra Ma non dicevo per lei, creda! dicevo per me, che non mi vedo affatto in lei, ecco. Non so, non…non m’assomiglia per nulla!

Il padre Già, è questo; veda, signore! La nostra espressione —

Il capocomico

ma che loro espressione! Credono d’averla in sè, loro, l’espressione? Nient’affatto!

Il padre Come! Non abbiamo la nostra espressione?

Il capocomico Nient’affatto! La loro espressione diventa materia qua, a cui dan corpo e figura, voce e gesto gli attori, i quali – per sua norma – han saputo dare espressione a ben più alta materia: dove la loro è così piccola, che se si reggerà sulla scena, il merito, creda pure, sarà tutto dei miei attori.

Il padre Non oso contraddirla, signore. Ma creda che è una sofferenza orribile per noi che siamo così come ci vede, con questo corpo, con questa figura —

Il capocomico (troncando, spazientito)

ma si rimedia col trucco, si rimedia col trucco, caro signore, per ciò che riguarda la figura!

Il padre Già; ma la voce, il gesto —

Il capocomico

oh, insomma! Qua lei, come lei, non può essere! Qua c’è l’attore che lo rappresenta; e basta!

Il padre Ho capito, signore. Ma ora forse indovino anche perché il nostro autore, che ci vide vivi così, non volle poi comporci per la scena. Non voglio fare offesa ai suoi attori. Dio me ne guardi! Ma penso che a vedermi adesso rappresentato… non so da chi…

Il primo attore (con alterigia alzandosi e venendogli incontro, seguito dalle gaje giovani Attrici che rideranno). Da me, se non le dispiace.

Il padre (umile e mellifluo). Onoratissimo, signore.

S’inchinerà. Ecco, penso che, per quanto il signore s’adoperi con tutta la sua volontà e tutta la sua arte ad accogliermi in sè…

Si smarrirà.

Il primo attore Concluda, concluda.

Risata delle Attrici.

Il padre Eh, dico, la rappresentazione che farà – anche forzandosi col trucco a somigliarmi… – dico, con quella statura…

tutti gli Attori rideranno difficilmente potrà essere una rappresentazione di me, com’io realmente sono. Sarà piuttosto – a parte la figura – sarà piuttosto com’egli interpreterà ch’io sia, com’egli mi sentirà – se mi sentirà – e non com’io dentro di me mi sento. E mi pare che di questo, chi sia chiamato a giudicare di noi, dovrebbe tener conto.

Il capocomico Si dà pensiero dei giudizi della critica adesso? E io che stavo ancora a sentire! Ma lasci che dica, la critica. E noi pensiamo piuttosto a metter su la commedia, se ci riesce!

Staccandosi e guardando in giro: Su, su! È già disposta la scena?

Agli Attori e ai Personaggi: Si levino, si levino d’attorno! Mi lascino vedere.

Discenderà dal palcoscenico. Non perdiamo altro tempo!

Alla Figliastra: Le pare che la scena stia bene così?

La figliastra Mah! io veramente non mi ci ritrovo.

Il capocomico E d…lli! Non pretenderà che le si edifichi qua, tal quale, quel retrobottega che lei conosce, di Madama Pace!

Al Padre: M’ha detto una saletta a fiorami?

Il padre Sissignore. Bianca.

Il capocomico Non è bianca; è a strisce; ma poco importa! Per i mobili, su per giù, mi pare che ci siamo! Quel tavolinetto, lo portino un po’ più qua davanti!

I Servi di scena eseguiranno. Al Trovarobe: Lei provveda intanto una busta, possibilmente cilestrina, e la dia al signore.

Indicherà il Padre.

Il trovarobe Da lettere?

Il capocomico e il padre Da lettere, da lettere.

Il trovarobe Subito!

Escirà.

Il capocomico Su, su! La prima scena è della Signorina.

La prima Attrice si farà avanti. Ma no, aspetti, lei! dicevo alla Signorina.

Indicherà la Figliastra. Lei starà a vedere —

La figliastra (subito aggiungendo) – come la vivo!

La prima attrice (risentita) Ma saprò viverla anch’io, non dubiti, appena mi ci metto!

Il capocomico (con le mani alla testa) Signori miei, non facciamo altre chiacchiere! Dunque, la prima scena è della Signorina con Madama Pace. Oh,

si smarrirà, guardandosi attorno e risalirà sul palcoscenico e questa Madama Pace?

Il padre Non è con noi, signore.

Il capocomico E come si fa?

Il padre Ma è viva, viva anche lei!

Il capocomico Già! Ma dov’è?

Il padre Ecco, mi lasci dire.

Rivolgendosi alle Attrici: Se loro signore mi volessero far la grazia di darmi per un momento i loro cappellini.

Le attrici (un po’ sorprese, un po’ ridendo, a coro) – Che? – I cappellini? – Che dice? – Perché?

– Ah, guarda!

Il capocomico Che vuol fare coi cappellini delle signore?

Gli Attori rideranno.

Il padre Oh nulla, posarli per un momento su questi attaccapanni. E qualcuna dovrebbe essere così gentile di levarsi anche il mantello.

Gli attori (c.s.) – Anche il mantello? – E poi?

– Dev’esser matto!

Qualche attrice (c.s.) – Ma perché? – Il mantello soltanto?

Il padre Per appenderli, un momentino…Mi facciano questa grazia. Vogliono?

Le attrici (levandosi i cappellini e qualcuna anche il mantello, seguiteranno a ridere, ed andando ad appenderli qua e là agli attaccapanni). – E perché no? – Ecco qua! – Ma badate che è buffo sul serio! – Dobbiamo metterli in mostra?

Il padre Ecco, appunto, sissignora: così in mostra!

Il capocomico Ma si può sapere per che farne?

Il padre Ecco, signore: forse, preparandole meglio la scena, attratta dagli oggetti stessi del suo commercio, chi sa che non venga tra noi…

Invitando a guardare verso l’uscio in fondo della scena: Guardino! guardino!

 

L’uscio in fondo s’aprirà e verrà avanti di pochi passi Madama Pace, megera d’enorme grassezza, con una pomposa parrucca di lana color carota e una rosa fiammante da un lato, alla spagnola; tutta ritinta, vestita con goffa eleganza di seta rossa sgargiante, un ventaglio di piume in una mano e l’altra mano levata a sorreggere tra due dita la sigaretta accesa. Subito, all’apparizione, gli Attori e il Capocomico schizzeranno via dal palcoscenico con un urlo di spavento, precipitandosi alla scaletta e accenneranno di fuggire per il corridojo. La Figliastra, invece, accorrerà a Madama Pace, umile, come davanti a una padrona.

La figliastra (accorrendo) Eccola! Eccola!

Il padre (raggiante) È lei! Lo dicevo io? Eccola qua!

Il capocomico (vincendo il primo stupore, indignato) Ma che trucchi son questi?

Il primo attore (quasi contemporaneamente) Ma dove siamo, insomma?

L’attor giovane (c.s.) Di dove è comparsa quella lì?

L’attrice giovane (c.s.) La tenevano in serbo!

La prima attrice (c.s.) Questo è un giuoco di bussolotti!