Tasuta

Un Amore come il Nostro

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Märgi loetuks
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Shane rise. “Grazie per la deviazione, e per averci fatto passare di qui,” disse. “Non mi ero reso conto di quanto mi mancasse casa.”

“Nessun problema,” rispose Keira, certa che i benefici fossero stati maggiori per lei.

Si incamminarono per il sentiero, superando campi di mais e grano, barbabietole da zucchero e lattuga.

“La vostra fattoria è incredibile,” commentò Keira. “Non riesco a credere che tu sia cresciuto in un posto come questo.”

“Un po’ diverso da New York, eh?” la stuzzicò Shane.

Era la prima volta in tutta la giornata che la prendeva in giro, e Keira si accorse che aveva mantenuto ai minimi le provocazioni. Si chiese se fosse in segno di rispetto per il suo cuore ferito. Non ne era certa ma di sicuro aveva apprezzato la pausa dalla raffica costante di battutacce!

“Di qua, seguimi,” disse Shane, afferrandola all’improvviso per mano.

Keira non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare. In effetti la mano sulla sua era piacevole, come se quella fosse la posizione a cui erano destinate. Quella di Shane era grande, ruvida e calda, e la sua liscia e delicata. Una dentro l’altra erano perfette.

La attirò gentilmente dietro di sé, improvvisamente carico di energia. Lei lo seguì, saltellando per stargli dietro, fino a quando non si misero entrambi a correre nei campi. Il vento soffiava tra i capelli di Keira e le guance le pizzicavano per il freddo. Non si era mai sentita tanto sveglia e viva.

Shane la condusse fino a piccolo ruscello sotto a un salice piangente. Erano circondati da foglie, che creavano un’ambiente simile a una tenda. Lui si sedette, facendola accomodare accanto a sé.

“È un punto perfetto per guardare l’alba,” spiegò Shane.

Solo allora Keira si accorse di quanto si fosse fatto buio. Era passato un intero giorno e lei non se ne era accorta. Era stata tanto presa dall’eccitazione e dal divertimento che le ore erano svanite.

Controllò il telefono e vide che c’erano diverse chiamate perse di Bryn. La sorella le aveva anche mandato numerose foto di uomini attraenti per tirarla su di morale. Scoppiò a ridere, quasi stupefatta di scoprire che dopo tutto non le era servita lei per rallegrarla, che la compagnia di una bella famiglia irlandese e le loro copiose quantità di tè erano riuscite a tirarla fuori dalla sua depressione.

Attraverso le foglie del salice guardò il cielo che diventava viola e rosa. Era davvero magnifico.

“I miei genitori ti hanno dato del buon materiale per il tuo articolo?” chiese Shane, distraendola dai suoi sogni a occhi aperti.

Prima che Keira riuscisse a rispondere, sentì il telefono vibrarle in tasca. Lo guardò e vide che le era arrivata una mail da Joshua. Il cuore le sprofondò subito nel petto.

Lesse immediatamente il messaggio.

Nina mi ha detto che vuoi cambiare rotta all’articolo, che vuoi incentrarlo sulla rottura con il tuo fidanzato. Secondo me è un’idea stupida. Mi ha mostrato quello che hai scritto finora e anche se è pochissimo è meglio di questa tua proposta. A nessuno interessano i tuoi problemi. È questo che hai fatto lì in tutto questo tempo, ti stai piangendo addosso perché il ragazzo ti ha lasciata? Voglio una nuova bozza nella mia posta in arrivo per domani mattina!

Keira avrebbe voluto scrivergli e dirgli chiaro e semplice che aveva ricevuto un incarico impossibile, ma mandò giù le sue frustrazioni e si rinfilò il telefono in tasca.

L’email aveva mandato in pezzi la sua felicità. Come poteva distruggere quel posto? Era impossibile trasformare la storia d’amore di Eve e Calum in una stupidaggine melensa. Non sarebbe riuscita a parlare male di un festival che aveva riunito così tante persone sole e disperate, dando loro una seconda possibilità di trovare l’amore che gli era stato portato via.

Ma non aveva scelta. Doveva scrivere l’articolo perfido che aveva promesso a Elliot e Joshua. Quello verso cui Nina la stava spingendo. Era una prospettiva che le fece odiare se stessa.

“Non so se la loro storia finirà nella bozza finale,” borbottò.

“Perché no?” volle sapere Shane. “È fantastica, roba da film di Hollywood.”

Keira si agitò a disagio, da una parte desiderando rivelare a Shane il vero tono del suo articolo, ma sapendo dall’altra che farlo avrebbe distrutto la fiducia che aveva in lei.

“Beh, la prossima volta che mando un copione a Hollywood ci penserò,” disse, cercando di fare del suo meglio per nascondere il disagio con una battuta.

Shane rise e lasciò perdere l’argomento. Girò il volto, guardando le foglie del salice al tramonto. Lei lo studiò, ammirando i lineamenti che il taglio della barba aveva rivelato, e sentendosi all’improvviso come se lo stesse ingannando, come un infido serpente.

CAPITOLO DIECI

“Sei sicuro che dovete tornare indietro stanotte?” chiese Eve, stringendo le mani di Shane. “È così buio ormai.”

Shane annuì. “Andrà tutto bene, ma. Non ti preoccupare.”

Aprì la portiera del guidatore ma non riuscì a entrare perché le sue sorelle gli saltarono addosso da dietro.

“Rimani!” gridarono.

“Vogliamo fare un pigiama party con Keira,” si lamentò Hannah.

Keira avrebbe voluto rimanere con tutto il cuore, anche per il resto della vita se doveva essere sincera con se stessa, ma la sua ansia per l’articolo stava iniziando a farsi sentire, in parte per colpa della mail di Joshua. Solo che la pressione era ancora peggiore, perché in aggiunta doveva lottare contro una sensazione di disprezzo per se stessa.

“Mi dispiace,” disse Shane alla sorella minore. “Ma vi riporterò Keira un altro giorno, okay? In fondo rimarrà qui per tutto il mese.”

“Davvero, Keira?” strillò Hannah, più eccitata che mai. “Tornerai il fine settimana prossimo?”

“Non ne sono sicura,” disse Keira. “Potrò venire se sarò a buon punto con il lavoro. Per ora sono un po’ indietro.” Dirlo ad alta voce lo rese ancora più vero, e le si strinse lo stomaco.

“Non tutti passano le loro giornate a saltellare nei campi in fiore, sorellina.” Shane lo puntualizzò ad Hannah con tono sarcastico. “Qualcuno deve lavorare.”

La sua sorellina si imbronciò. Shane la attirò in un abbraccio. “Vedrò se riesco a convincerla a fare un altro viaggio.”

Il pensiero di perdersi un’altra visita a quella famiglia intristì Keira. Avrebbe voluto conoscerli in circostanze del tutto diverse, magari come viaggiatrice o come una nomade errante, e allora avrebbe potuto rimanere nella loro bella fattoria senza alcun senso di colpa per tutto il tempo che voleva. Invece in quella situazione provava uno schiacciante rimorso per l’articolo che avrebbe dovuto scrivere. Come poteva insultare quel magnifico luogo che aveva creato degli essere umani tanto adorabili come Shane e la sua famiglia? E quanto sarebbero stati delusi quando avessero letto le sue parole stampate, che li insultavano per essere gente semplice? Le venne la nausea per l’ansia.

Alla fine riuscirono a rientrare in auto e Shane salutò la sua famiglia per l’ultima volta. Uscì in retro dal loro vialetto e si girò nella stretta sterrata. Non c’erano lampioni e Keira trovò l’oscurità soffocante. Anche quando Shane rimboccò la strada principale, che almeno era asfaltata, si sentì stretta dalla notta.

“Stai bene?” domandò Shane.

Keira annuì.

“Sei arrabbiata perché ti ho tenuto lontana dal tuo articolo troppo a lungo?” disse lui. “Non saremo di ritorno prima di mezzanotte.”

“Non è quello,” rispose Keira.

Shane tacque e spostò la sua attenzione fuori dal parabrezza.

“È per Zach?” chiese dopo un lungo momento.

Il baratro che Keira sentiva al posto dello stomaco si fece ancora più profondo. Non aveva più pensato a Zach per tutto il pomeriggio. Si era lasciata avvolgere dalla magia della famiglia di Shane, ma sembrava che la realtà stesse furiosamente avendo la meglio.

“È per il lavoro,” rispose sbrigativa.

“Il blocco dello scrittore?”

“Qualcosa del genere.”

Shane si arrese e smise di provare a farla parlare. Lei sprofondò nel sedile, appoggiando il mento su un pugno e guardando le siepi che sfrecciavano al loro fianco fuori dal finestrino. Aveva la sensazione di aver rovinato tutto, la sua scrittura e le cosa con Shane. Che casino che era.

“Sono sicuro che stanotte troverai qualcuno con cui parlare,” disse speranzoso Shane. “Magari la gara dei cavalli ti darà l’ispirazione che ti serve.”

“Gara di cavalli?” chiese Keira.

Shane la guardò e ghignò, tornando apparentemente impudente come al solito. “Non ne hai sentito parlare? È da matti. E molto divertente. La organizza il sensale. Forma delle coppie e le fa correre su un carro trainato da cavalli.”

“Come dei gladiatori?”

“Certo, solo che è lentissimo. È davvero spassoso. Ti piacerà.”

Keira pensò che probabilmente sarebbe stato così, proprio come sembrava piacerle qualsiasi altra cosa in quel paese. Ed era quello il problema.

*

Quando riuscirono a tornare al festival, in effetti era molto tardi. Parcheggiarono e si immersero tra la folla.

Una band suonava musica country mentre Shane guidava Keira fino a una delle bancarelle. Sopra vi erano appoggiate due piñatas a forma di trifoglio, una rosa e una blu.

“Un bel mix di culture,” commentò Keira. “Che cosa è? Una specie di gara pre-maman?”

“Si paga un euro per mettere il proprio nome dentro la piñatas e alla fine del festival un uomo e una donna vincono un premio,” spiegò Shane.

“Un viaggio romantico per due,” annunciò la donna alla bancarella.

 

Keira roteò gli occhi. “Sono a posto così, grazie.”

Shane estrasse qualche euro da una delle tasche e pagò per due pezzi di carta, scrivendo il proprio nome su uno e quello di Keira sull’altro.

“Buona fortuna!” disse la donna dietro la bancarella quando lui li infilò dentro le piñatas.

Keira sbuffò e scosse la testa. “Che spreco di denaro,” commentò a Shane.

Lui si limitò a scrollare la testa. “Devi partecipare per vincere.”

Lei lo guardò accigliata. “Chi vorrebbe andare in vacanza con uno sconosciuto?” disse sarcastica.

Se lo sentiva nella voce. La pressione diventava sempre più forte e stava iniziando a esplodere sotto forma di irritazione. Il povero Shane era solo sulla traiettoria del suo malumore.

Seguirono una folla di persone fino a un lato della strada dove era stata eretta una barricata. Sull’altro lato aspettavano diversi cavalli con dei carretti attaccati alle loro spalle, il tipo su cui la gente poteva salire in piedi. C’era uno striscione appeso al centro della strada.

“Sembra che inizi tra poco,” disse Shane. “Vuoi partecipare?”

“Io e te?” esclamò Keira. “Assolutamente no. Devo fare delle altre interviste. Come ieri. Quel bastardo del mio capo mi sta con il fiato sul collo.”

“Potrei aiutarti io,” disse Shane. “Ti cerco delle persone?”

Keira scosse la testa. Shane non aveva idea di che tipo di gente le serviva per le interviste. Probabilmente avrebbe scelto la coppietta più carina e innamorata, senza rendersi conto che ciò che voleva lei erano due persone malamente accoppiate in un rapporto tremendo.

Invece si frugò nella borsetta e tirò fuori qualche soldo. “Perché non vai tu?”

“Da solo?” disse Shane, sorpreso.

“Chiedi a una delle single di salire con te,” insistette Keira. “Non ti sarà difficile trovare una interessata con il tuo nuovo taglio di capelli.” Poi sottovoce aggiunse: “Trovati un’altra Tessa.”

Shane sembrò inorridito. “Non voglio farlo,” balbettò.

Keira si chiese che cosa avesse provocato quella reazione. Non volle permettersi di credere che potesse c’entrare lei. Ma anche così, il rifiuto di Shane le provocò una forte emozione. Di certo le cose era cambiate da quella prima serata con Tessa.

“Beh, scommetti per me, allora,” disse lei, tendendogli il denaro.

“Su chi?” chiese Shane perplesso, accettando i suoi soldi.

“Sul cavallo con il nome più sciocco,” disse. “Lo sentirò all’altoparlante.”

Prima che avesse il tempo per discutere, Keira si allontanò tra la folla, strappandosi da lui come un cerotto dalla pelle sensibile. L’abbandono scatenò un desiderio dentro di lei, che odiò e amò in egual misura.

Alla disperata ricerca di qualcuno che facesse al caso del suo articolo, Keira entrò nel pub più vicino. Ma all’interno trovò la stessa situazione che c’era fuori, altra felicità, altro romanticismo, altra gioia. Sapeva di non potersi fidare degli uomini soli al bancone del bar, dopo la sua esperienza con Patrick. Fino a quella sera l’intervista di Tessa era l’unica che calzava con il tema del suo pezzo.

Uscì alla ricerca di un’altra festa di addio al nubilato, di giovani donne sbronze che erano lì solo per spassarsela. Ma sembrava che il sensale avesse fatto fin troppo bene il suo lavoro. Ovunque guardasse vide solo coppie felici, uomini e donne che sembravano compresi nella reciproca compagnia.

All’altoparlante annunciarono che la corsa dei cavalli stava per iniziare. L’attenzione di tutti sembrò spostarsi su quella e Keira si rese conto in quel momento che l’unico posto dove avrebbe voluto essere era accanto a Shane, a guardare insieme a tutti gli altri. Nessuno avrebbe pensato che lavoravano solo insieme, sarebbero sembrati come tutte le altre coppie. Quel pensiero le riscaldò il cuore.

Si rinfilò tra la folla. Quando vide la sua nuca si precipitò verso di lui, poi gli si strinse contro.

“Sei stata veloce,” disse lui, abbassando lo sguardo per vedere chi lo stava spintonando.

Keira scosse la testa. “Non riesco a trovare nessuno per il mio articolo. Non so che cosa fare.”

“Non trovi nessuno?” la prese in giro Shane. “Sei circondata da coppie innamorate.”

Keira sospirò. Non poteva fargli sapere che il suo articolo avrebbe dovuto smontare quel posto. Odiava pensare quanto l’avrebbe ritenuta orribile se l’avesse scoperto. E oltretutto, avrebbe dovuto cambiare tattica. Non poteva completare l’articolo nel modo in cui volevano Joshua e Elliot.

“Beh, allora forse volevo vedere la gara più di quanto volessi lavorare,” disse lei. “Su chi abbiamo scommesso?”

“Ho deciso per quei due,” disse Shane, indicando un carretto su cui erano saliti un uomo e una donna anziani, che sembravano entrambi sull’ottantina. “Il loro anniversario è durante il festival, quindi vengono qui a festeggiare ogni volta che possono. Non è tenero?”

Keira scoppiò a ridere. Non si sorprendeva più di niente. Era circondata da storie d’amore fiabesche.

La gara iniziò e i cavalli presero a trotterellare lungo la strada. Non era il Grand National ma era decisamente divertente. Keira saltò su e giù, incoraggiandoli, applaudendo insieme a Shane. Non riusciva a togliersi il sorriso dal volto, nonostante l’ansia che provava per l’articolo e per tutta la sua carriera.

Il suo telefono vibrò, strappandola dalle sue fantasticherie e ricordandole, proprio quando stava tornando a suo agio, che aveva del lavoro da fare. Fortunatamente quella volta non era Joshua, ma un messaggio di Nina.

Scusa se Joshua ti mangerà viva per l’articolo, potrei essermi lasciata sfuggire che stavi avendo dei problemi con le direttive.

Keira le scrisse rapidamente che andava tutto bene, che non si sarebbe aspettata niente di diverso da Joshua, e che avrebbe trovato un modo per rendere l’articolo di suo gusto.

Non appena ebbe spedito la mail, ritornò allo stato di calma temporaneo che aveva trovato stando insieme a Shane. Che cosa c’era in quel posto che la cambiava tanto drasticamente? In nessun altro momento della sua vita la visione della corsa di cavalli più lenta del mondo l’avrebbe fatta ridere di cuore, né un costante rifornimento di tè e torta da parte di una calorosa famiglia cattolica l’avrebbe spinta a provare un simile affetto. Qualcosa nell’Irlanda la faceva sentire più genuina, meno cinica e presuntuosa, più viva ed entusiasta di quanto non fosse stata in anni.

La coppia anziana su cui Shane aveva scommesso non vinse. Invece ad arrivare prima fu un’attraente coppia di mezza età. William Barry arrivò per consegnare loro trofeo e corone, tutti gonfiabili.

Keira si chiese se quello potesse essere un buon approccio per il suo articolo, e decise di cogliere l’occasione di parlare con loro. Spintonò la folla fino ad arrivare davanti a tutti.

“Potrei intervistarvi?” chiese.

La donna la guardò leggermente perplessa. “Per cosa?”

Aveva un accento europeo, pensò Keira. Polacca, forse.

“Sono una scrittrice di viaggi per una rivista americana. Sto scrivendo un articolo sull’amore e sul romanticismo.”

“State attenti alla ragazza,” scherzò William. “È una cinica.”

La coppia si scambiò uno sguardo, poi scrollò le spalle per segnalare il proprio assenso. Keira li guidò verso un tavolo da picnic lì vicino.

“Quindi la domanda ovvia è da dove venite?” chiese Keira. “Capisco dall’accento che non siete del posto.”

La donna rise. “Vengo da Cracovia.”

“E sei venuta in Irlanda apposta per il festival?”

La donna annuì seriamente. “Per trovare un marito.”

Dritta al punto allora, pensò Keira. Prese rapidamente appunti. “Quindi siete stati accoppiati per la serata, nello specifico per la corsa dei cavalli?”

Lei annuì. “Sono al festival sin dall’inizio. William stava aspettando il compagno giusto per me. Ho dovuto essere paziente. Poi oggi è successo.”

L’uomo accanto a lei sorrise. Keira notò che si stavano tenendo per mano sotto il tavolo.

“Pensate che William abbia fatto la scelta giusta?” chiese Keira. “Siete felici del risultato?”

“Molto.” La donna fece un segno di assenso, con aria entusiasta.

L’uomo sembrò altrettanto compiaciuto. “Non sarei venuto se non lo avessi creduto in grado di fare un buon lavoro.”

“Quindi credete in tutto questo? Nelle romanticherie? Nell’amore?”

La donna annuì e lanciò uno sguardo affettuoso al suo nuovo fidanzato. Alle loro spalle, Keira notò la coppia anziana, quella su cui Shane aveva scommesso. Sembravano persi l’uno nell’altra, quasi incuranti del caos intorno a loro, mentre passeggiavano mano nella mano per la strada. Si chiese quante delle coppie che erano state riunite quell’anno sarebbero diventate un giorno come loro due. Prima di arrivare lì avrebbe detto che si trattava di meno dell’un percento. Ma ormai non ne era più certa. Magari un giorno lo sarebbe diventata anche la coppia seduta davanti a lei! Keira stava iniziando a pensare che tutto fosse possibile.

“Quando partirete?” chiese Keira.

“Questa notte,” rispose l’uomo. “Ora che ci siamo trovati non abbiamo più motivo di rimanere.”

“E poi cosa succede? Rimarrete in contatto?”

“La porto a casa con me,” replicò lui. “A Dublino.”

Keira rise, pensando che stesse scherzando. Ma quando guardò la donna capì dalla sua espressione che era assolutamente serio. Se avesse incontrato quella coppia all’inizio della sua visita si sarebbe fatta beffe di loro, li avrebbe giudicati illogici, irrazionali. Ma dopo tutti quelli con cui aveva parlato e ciò che aveva visto, si ritrovò a fare il tifo per loro, a desiderare che gli andasse tutto bene.

Chiuse di colpo il taccuino. Era inutile. Non avrebbe mai ottenuto il materiale che le serviva per l’articolo.

“Grazie, ragazzi,” disse alla coppia. “Vi auguro ogni fortuna.”

Ma entrambi sembravano già essersi dimenticati di lei, i loro occhi solo il compagno.

Keira ritornò al Bed & Breakfast. La deviazione a casa di Shane era stata una pessima idea. Aveva rubato molto tempo che avrebbe dovuto dedicare al festival, e non si era praticamente lasciata nessun margine per scrivere.

Il suo telefono iniziò a squillare e vide che Bryn la stava chiamando.

“Ehi, sorellina,” disse quando Keira rispose. “Mi dispiace così tanto per Zach.”

Le sembrava di essere stata lasciata una vita prima. Era davvero passato solo un giorno?

“Credo di averlo già superato,” disse Keira.

Bryn iniziò a sghignazzare. “Bene. Vuoi che vada all’appartamento a prendere un po’ delle tue cose?”

Keira non aveva ancora pensato che non era solo single, ma era anche senza casa. Quando fosse tornata a New York avrebbe dovuto cercare un nuovo posto dove vivere.

“Sarebbe fantastico se ci riuscissi,” disse Keira.

“Non sembri turbata quanto mi aspettavo,” disse Bryn sospettosa. “Sta succedendo qualcosa?”

Keira si lasciò cadere sul letto e sospirò. Non aveva senso nasconderglielo. “È Shane. Credo di essermi innamorata di lui.”

“Oh. Wow. Davvero?”

“Già.”

“Vuoi dire che vuoi andare a letto con lui, giusto?”

“No, voglio dire che voglio stare con lui. Essere la sua compagna. Abbiamo passato la giornata con la sua famiglia ed è stato così divertente. Mi sono innamorata del posto, di loro. Ha sei sorelle. Sei! E sono tutte fantastiche. Ma quella più giovane ha sedici anni. Si chiama Hannah. Credo che ci siamo davvero capite, sai. Abbiamo legato molto.”

Bryn rimase in silenzio. Poi: “Keira, lo conosci da meno di una settimana. E nel frattempo lui è già uscito con un’altra donna. Non puoi fidarti di quest’uomo.”

“Cosa?” scattò Keira. “Avrei pensato che tra tutti tu mi avresti incoraggiata.”

“Sì, ad avere una storia come rimpiazzo,” disse Bryn. “Non di passare da una storia fissa con un bastardo a un’altra. Non vivete nemmeno nello stesso continente. Non funzionerebbe mai.”

Keira sospirò, irritata.

“Non voglio essere sempre la portatrice di cattive notizie,” aggiunse. “Ma essendo tua sorella è il mio dovere puntualizzare queste cose. Ti piace Shane perché è un uomo sexy, irlandese, bravo a scalare le montagne e a suonare la fisarmonica. È materiale da storiella. Ecco tutto. Probabilmente è buono per un paio di salti a letto e niente di più. E mi dispiace se credi che lui voglia qualcosa di diverso da te, Keira, perché non è così. Lui conosce questo gioco. Lo hai detto tu stessa.”

 

Keira capì che Bryn aveva ragione. Si stava facendo trasportare. Conosceva uomini come Shane in America. Erano il tipo di persone con cui usciva Bryn. Era rimasta scottata moltissime volte pensando che un uomo fosse interessato a lei, quando invece era solo interessato a portarsela a letto. Anche Shane era un seduttore, lo aveva visto con i suoi occhi.

“Keira?” chiese Bryn.

“Scusa, è solo che… immagino che tu abbia ragione. Forse mi sembra tanto fantastico solo perché Zach è stato uno stronzo.”

“Vedi?” disse Bryn. “Flirta con lui, sorellina. Divertiti. Solo non credere che sia più di quello che è.”

Con il saggio consiglio della sorella che le riempiva la mente, Keira concluse la chiamata e si mise a lavoro sul pezzo. Cercò di imitare il tono sarcastico che aveva assunto con tanta facilità la sua prima notte lì, ma mentre leggeva la prima bozza non riuscì a riconciliare se stessa con la persona che era stata allora. Chiuse gli occhi e pensò a Zach, a quanto era arrabbiata con lui, e cercò di incanalare quelle emozioni nella sua scrittura, ma inutilmente.

Le arrivò una mail da Joshua, con una sola parola: Novità?

La pressione non la aiutava affatto. Si avvicinò alla finestra e cercò di origliare le conversazioni che stavano avendo luogo nelle strade al di sotto, provò a rievocare la sua irritazione durante le prime serate senza sonno, quando il rumore l’aveva tenuta sveglia. Ma era inutile. Anche l’orrenda carta da parati ormai le sembrava pittoresca. Le chiacchiere erano più un rilassante rumore bianco piuttosto che un’irritazione.

Chiuse gli occhi e subito il volto di Shane le apparve nella mente. Poi udì un rumore proveniente dalla finestra accanto a lei. Aprì gli occhi di scatto e guardò sulla destra giusto in tempo per vedere un sassolino che colpiva il vetro. Giù in strada, immerso nella luce della luna, c’era Shane.

Scioccata, Keira aprì la finestra.

“Sei scappata via senza salutare,” le gridò.

“Mi dispiace,” gridò a sua volta lei, acutamente consapevole della velocità del battito del suo cuore. Come poteva dirgli che le serviva spazio? Che stava facendo fatica ad allontanarsi da lui, ma aveva un disperato bisogno di concludere il lavoro?

“Beh, mi saluti adesso o scendi per la prossima corsa di cavalli?” urlò Shane.

Con la sua barba tagliata di fresco e i capelli in ordine, tutti i suoi magnifici lineamenti erano in bella vista. L’avvertimento di Bryn le risuonò nella mente, di non avvicinarsi, di divertirsi ma di non innamorarsi di lui.

Divertimento. Se lo meritava, no?

Keira saltò su dalla sedia. “Arrivo,” gridò alla finestra.

La richiuse in fretta, eccitata di riunirsi a Shane. Poi spense il portatile, cancellando la mail esigente di Joshua.